“La splendida prosa di Heinrich von Kleist è al centro dello spettacolo che Cesare Lievi firma per il CSS in coproduzione con il Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Il principe di Homburg va in scena dal 15 al 17 marzo al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, interpretato da un cast di pregio con Lorenzo Gleijeses nel ruolo del titolo”.
Tutto inizia con un sogno. E con un sogno ogni tensione si scioglie ne Il Principe di Homburg, misterioso e incantevole dramma di Heinrich von Kleist. Cesare Lievi, regista dalla cultura raffinata e dalla profonda competenza per la drammaturgia tedesca assume con convinzione quale perno della sua messinscena questa dimensione onirica, intuita già da Botho Strauss e poi da Peter Stein negli anni Settanta…
È però nel suo spettacolo – in scena alla Sala Assicurazioni Generali dello Stabile regionale dal 15 al 17 marzo – prodotto dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine con il CSS, che la materia del sogno è espressa con vera pienezza, diviene la chiave di una lettura moderna e viva, e pervade di sé l’intera messinscena, dalla scenografia allo sfumato disegno luci, all’impostazione attoriale. Gli interpreti – vuole il regista – incarnano l’onirismo nella recitazione e nel modo stesso di “stare in scena”: sono quasi sempre presenti, al margine dei quadri recitati e vi entrano in modo delicato, quasi materializzandosi… Nessuna retorica, nessun patetismo dunque per Lievi, ma un affresco palpitante di emozioni, che raffigura, come un viaggio interiore, la lotta di un giovane diviso fra ribellione e senso del dovere, libertà e obbedienza.
Una lotta fra pulsioni opposte che Heinrich von Kleist stesso combattè: s’impegnò nell’esercito ma poi lasciò le armi per dedicarsi agli studi scientifici ma si volse poi alle lettere, provò a impiegarsi nell’amministrazione prussiana ma finì per preferire la poesia… E alla fine seppe riconciliarsi con il mondo soltanto togliendosi la vita. Nei suoi drammi – e anche nelle bellissime opere narrative, fra tutte La Marchesa von O. – è spesso la dimensione del sogno a rappresentare l’unica via di conciliazione ai contrasti della vita. Una poetica antesignana, un autore che fin dai primi anni dell’Ottocento intuisce con incredibile e poetica chiarezza la crisi dell’uomo moderno, le sue disconnessioni interiori e la potenza dell’inconscio…
Il dramma è ambientato nel 1675. Prima di una battaglia decisiva, il giovane principe di Homburg generale di cavalleria, è sonnambulo: intreccia un serto d’alloro nel parco del castello di Fehrbellin. Curiosi, il Principe elettore del Brandeburgo e la corte lo attorniano, fra loro la principessa Natalia d’Orange. L’Elettore prende il serto e lo offre a Natalia perché scherzosamente incoroni il principe, che però reagisce stranamente, prende un guanto alla principessa e le dichiara amore. Interdetta la corte si ritira. Il principe, svegliato dall’amico Hohenzollern, non si spiega a chi appartenga il guanto. Mentre i generali ricevono il piano della battaglia contro gli svedesi dall’Elettore, Homburg guarda Natalia e si distrae dagli ordini impartiti: la cavalleria non deve attaccare il nemico senza un segnale dell’Elettore. Ma in battaglia, Homburg intuendo un pericolo imminente comanda l’assalto ai suoi e trionfa, purtroppo, contravvenendo agli ordini. Homburg raggiunge Natalia e la Principessa Elettrice portando notizie, racconta del proprio trionfo e si dichiara alla giovane che immediatamente ne ricambia i sentimenti. Il Principe Elettore però fa deferire alla corte marziale coloro che hanno disobbedito, inchinandosi alla sacralità della Legge. Homburg chiede un’intercessione alla Principessa Elettrice, e quando per raggiungerla lo fanno passare accanto alla fossa in cui giacerà dopo l’esecuzione, perde ogni coraggio e in lacrime supplica la grazia, promettendo addirittura di rinunciare a Natalia (la cui mano sarebbe così destinata a suggellare la pace con gli svedesi). La giovane si fa essa stessa portavoce presso l’Elettore della richiesta di Homburg. Il sovrano firma dunque una lettera in cui restituisce a Homburg la libertà “qualora egli ritenga ingiusta la condanna”. Davanti a ciò Homburg ritrova la dignità e sceglie di morire: chiede solo che Natalia non vada in sposa agli svedesi. Pronto per l’esecuzione, Homburg si ritrova invece circondato dalla corte, con Natalia che gli scioglie la benda dagli occhi e lo incorona con un serto d’alloro. Era tutto un sogno. In scena ammireremo la classe di Sefano Santospago, Ludovica Modugno e Graziano Piazza, come la fresca generosità di Lorenzo Gleijeses e Maria Alberta Novello, che regalano ai ruoli di Homburg e Natalia tutta l’emozione, lo spaesamento di due giovani che cercano fra regole e utopie di affermare il loro diritto di vivere.
I ruoli sono così distribuiti: Stefano Santospago (Principe elettore del Brandeburgo), Ludovica Modugno (Principessa elettrice), Maria Alberta Navello (Natalia, nipote del principe elettore), Emanuele Carucci Viterbi (Feldmaresciallo Dörfling), Lorenzo Gleijeses (Principe di Homburg, generale di cavalleria), Graziano Piazza (Colonnello Kottwitz), Vincenzo Giordano (Colonnello di fanteria Hennings), Franz Cantalupo (Colonnello di fanteria conte Truchss), Andrea Collavino (Conte Hohenzollern), Paolo Fagiolo (Capitano di cavalleria von Der Golz), Vincenzo Giordano (Capitano di cavalleria conte Reuss).
Il principe di Homburg va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile regionale da venerdì 15 a domenica 17 marzo: due recite sono serali (20.30) mentre quella di domenica è pomeridiana con inizio alle 16.
Il principe di Homburgdi Heinrich von Kleist va in scena nella traduzione e regia Cesare Lievi, la drammaturgia di Peter Iden. Ha firmato le scene Josef Frommwieser, mentre i costumi sono di Marina Luxardo ed il disegno luci di Gigi Saccomandi. È una coproduzione fra Teatro Nuovo Giovanni da Udine e CSS Teatro stabile di innovazione del FVG.
Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.
La Stagione 2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste.