La regia di Elio De Capitani di “Improvvisamente l’estate scorsa” (Suddenly, Last Summer) pièce teatrale di Tennessee Williams è un thriller psicologico che volutamente strizza l’occhio alle atmosfere di Hitchcock.
Prodotto dal Teatro dell’Elfo, le repliche fiorentine presso il Teatro Della Pergola sono state un successo di bellezza ed emozioni. Dal 3 all’8 febbraio 2015 il passaparola è stato il feedback positivo che ha tenuto gli spettatori 1 ora e 50 con gli occhi imprigionati sul palco.
Cristina Crippa che interpreta Violet, disegnata nei costumi lattescenti diFerdinando Bruni, è leonessa che sbrana attraverso la convinzione che “crolleranno le sue menzogne, non la mia verità: La Verità.”.
Quale potrà essere la verità per la madre che non accetta la morte del figlio Sebastian, ma nemmeno ne ha accettato fino in fondo la vita nel suo diritto all’ autonomia?
I riferimenti a “Santa Sangre” di Alejandro Jodorowsky grondano da questo personaggio inquietante, originale ed universale allo stesso tempo.
Le scene di Carlo Sala impattano immediatamente il pubblico, trasportandolo in una selva profonda, che i suoni di Giuseppe Marzoli enfatizzano come una eco fra gli impulsi della mente.
Protagonista indiscussa è Elena Russo Arman che della deliziosa Catharine regge tutti gli stati emotivi di chi teme “un coltello acuminato nella mente che uccide il diavolo dell’anima”, piena di sfumature autentiche, è colei che ha il coraggio di dire “cose che la gente non dice, perciò mi hanno rinchiusa”.
Ottima spalla, Cristian Giammarini che nelle vesti del “dottor zucchero” è funzionale alle reazioni vive degli attori in scena.
Corinna Austoni ed Enzo Curcurù rappresentano lo specchio comico della morbosità delle relazioni madri – figli, capaci di alleggerire il dramma, danno respiro ad una dinamica terribile per chi non ha mai guardato il cielo “oscurato da falchi neri avidi di carne”.
Sara Borsarelli è impegnata in due personaggi, che caratterizza con ritmo e armonia e che danno ulteriore qualità ad una messa in scena che conosce il significato del perturbante freudiano. Si continua a pensarci nei giorni seguenti, perché quando il teatro è fatto di veri artisti, non è un prodotto commerciale che muore con la chiusura del sipario.
Anita Laudando