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Jodorowsky’s Dune di Frank Pavic: un omaggio a un film mai fatto che ha cambiato l’immaginario visivo del cinema di fantascienza

Jodorowsky’s Dune di Frank Pavic: un omaggio a un film mai fatto che ha cambiato l’immaginario visivo del cinema di fantascienza

Jodorowsky's Dune

Diretto da Frank Pavic, questo piacevole documentario apre una finestra su un film che Alejandro Jodorowsky avrebbe dovuto girare negli anni settanta. Stiamo parlando di Dune, tratto dall’omonimo lavoro di Frank Herbert.

La figura di Jodorowsky è avvolta nella leggenda, analogamente a questo film da lui concepito e mai realizzato. Artista eclettico, polimorfo e difficilmente etichettabile, nella sua lunga vita ha fatto di tutto: il regista (cinematografico e teatrale), l’attore, il pittore, lo scultore, il filosofo, il guru, il poeta, lo scrittore, lo sceneggiatore, il mimo, il marionettista e chi più ne ha più ne metta.

Genio assoluto per alcuni, pazzo totale per altri (gli estremi si toccano, e spesso distinguerli è un’operazione aleatoria), senz’altro un creativo incredibile, capace di muoversi disinvoltamente in molteplici discipline artistiche.

Buona parte del documentario di Pavic è occupato dai monologhi di Alejandro, nei quali illustra il percorso creativo che lo ha portato ad assemblare un team di lavoro eccezionale per realizzare il suo Dune. Fino al fallimento finale, quando tutto sembrava essere pronto.

Per Jodorowsky questa pellicola non doveva essere un semplice film di intrattenimento, ma al contrario avrebbe dovuto essere un opera destinata a modificare la coscienza di chi la guardava, con un occhio di riguardo per le giovani generazioni.

Un’affermazione che oggi forse può fare sorridere qualcuno, ma per raggiungere il suo obiettivo aveva raccolto la disponibilità di personalità artistiche di altissimo livello: H.R. Giger, Dan O’Bannon, Jean “Moebius” Giraud, i Pink Floyd, i Magma, Mick Jagger, Orson Wells, Salvador Dalì, David Carradine.

Dune, di Jodorowsky: un fallimento commerciale ma un successo artistico

Jodorowsky negli anni settanta interpretò e diresse due pellicole surrealiste (ammesso che sia possibile categorizzarle in questo modo), che al tempo riscossero notevole successo: il western El Topo, nel 1970, e La Montagna Sacra, nel 1973.

L’anno successivo un consorzio francese diretto da Jean-Paul Gibon acquistò i diritti del libro di fantascienza Dune, di Frank Herbert, chiedendo a Jodorowsky di dirigere la sua versione cinematografica.

Alejandro accettò con entusiasmo, riuscendo a reclutare per la sua realizzazione gli artisti che a suo modo di vedere le cose avrebbero potuto fare del suo film un opera altamente innovativa, che avrebbe dovuto veicolare contenuti spirituali, capaci di cambiare la visione del mondo degli spettatori.

Una concezione del cinema diametralmente opposta a quella di Alfred Hitchcock, per il quale un film deve semplicemente “tenere lo spettatore incollato alla poltrona”. Elevazione spirituale contro puro intrattenimento.

Per questo motivo il film avrebbe dovuto farsi portatore un immaginario visivo rivoluzionario. E avere una lunghezza al tempo (e anche oggi) inconcepibile: oltre dieci ore di narrazione.

Un progetto rivoluzionario. Probabilmente anche troppo. Anche se secondo Alejandro le sfide tecniche che le sue ardite scelte artistiche imponevano sarebbero già state risolte, nessuno studio si dimostrò disponibile a sostenere i rischi di una produzione così innovativa e dai costi difficilmente quantificabili, ma sicuramente stratosferici.

I diritti per la produzione del film vennero quindi venduti a Dino de Laurentis, che affidò a David Linch la direzione del film Dune, che vide la luce nel 1984. Un opera agli occhi di Jodorowsky del tutto mediocre, come ci fa sapere nel documentario di Pavic.

Tuttavia molte delle idee innovative nate dal lavoro di Alejandro sopravvissero al suo fallimento, e vennero utilizzate in numerose produzioni degli anni settanta e ottanta.

Jodorowsky’s Dune di Frank Pavic: un documentario imperdibile per gli amanti della fantascienza, e non solo

Lo storyboard disegnato da Moebius, del quale rimangono pochissime copie in circolazione, continuò a girare nelle major di Hollywood per anni, influenzando l’immaginario visivo di innumerevoli film.

Parliamo di pellicole ormai cult, come Alien, Blade Runner, Flash Gordon, Star Wars, tra le altre. Che a loro volta ispirarono innumerevoli altri film.

In altre parole, il Dune di Jodorowsky, pur non essendo mai stato girato, ha avuto un influenza notevole sul cinema di fantascienza, e forse ne avrebbe avuta ancora di più se fosse stato prodotto.

Jodorowsky’s Dune, di Frank Pavic, ha l’indubbio merito di ricordarcelo, in modo peraltro molto godibile.

Incredibilmente, questo documentario è stato presentato a Cannes nel 2013, ma è stato distribuito al pubblico in Italia solo quest’anno. Meglio tardi che mai, comunque.

Un’ottima occasione per conoscere la storia di un film importante nella storia del cinema di fantascienza (e non solo), e per ascoltare Alejandro Jodorowsky, un incredibile visionario purtroppo ancora sconosciuto al grande pubblico. E anche a molti cinefili, probabilmente.

Aspettando il Dune di Denis Villeneuve, appena presentato al Festival del Cinema di Venezia e in uscita il 16 settembre…

Alessandro Marotta

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