Shirin (Dilan Gwyn) è una giovane donna che si trasferisce assieme assieme al compagno Fredrik (Linus Wahlgren) e il figlio di lui, Lucas (Eddie Eriksson Dominguez), in una nuova casa, una villetta bifamiliare in un piccolo villaggio.
Il bambino deve ancora superare il trauma della recente scomparsa della madre, morta di cancro, per cui Shirin si ritrova a doversi muovere con molta delicatezza nella nuova famiglia, per non interferire nel rapporto tra padre e figlio e urtare la sensibilità del piccolo Lucas.
L’idillio iniziale comincia a incrinarsi quando Fredrik deve allontanarsi di casa per lunghi periodi a causa del suo nuovo lavoro, lasciando soli a casa Shirin e Lucas.
Mentre la giovane donna è assorbita dal suo lavoro online, Lucas inganna il tempo con passatempi solitari, ma ben presto trova un compagno di giochi nell’altra metà della villetta bifamiliare.
C’è però un piccolo dettaglio che inquieta subito Shirin: l’altra metà della casa è disabitata da anni…
The Other Side: un film che non propone niente di originale ma che si fa vedere volentieri
La storia raccontata da questo film propone molti elementi classici del cinema horror: l’allegra famigliola che si sposta in una nuova abitazione in cerca di un futuro migliore, la casa infestata, la tranquillità iniziale che scivola lentamente verso l’orrore assoluto, la mamma e il bambino che lottano contro forze oscure (anche se a dire il vero Shirin non è la madre biologica di Fredrick), l’amico immaginario che poi si rivela essere molto meno amico di quanto sembrasse essere all’inizio.
L’altro lato proposto dal titolo può essere interpretato a diversi livelli: fisicamente allude all’altra metà della villetta bifamiliare, dal punto di vista soprannaturale si riferisce alla dimensione oscura dalla quale provengono le forze malefiche che mettono in pericolo l’allegra famigliola, metaforicamente può riferirsi al rapporto che si instaura tra Shirin e Lucas, grazie alla lotta contro le forze demoniache che infestano la casa, che di fatto vede la giovane donna guadagnarsi il ruolo di nuova madre del bambino.
In effetti in questa pellicola la figura maschile di Fredrick ne esce con le ossa rotte: all’inizio troppo focalizzato sul lavoro, incapace di comprendere quanto sta accadendo alla sua famiglia, tanto da giungere a dubitare dell’onestà di Shirin, maldestro nell’affrontare le forze oscure nel momento del pericolo.
La vera protagonista è quindi la mite Shirin, che prende in mano la situazione, comincia a investigare sull’oscuro passato della casa, affronta coraggiosamente le forze demoniache che insidiano la sua famiglia, accetta l’ottusità di Fredrick senza cercare lo scontro frontale con il compagno, e alla fine riesce a trovare un nuovo equilibrio con i suoi amati.
La storia si svolge in modo lineare, lungo tracciati abbastanza prevedibili, vede in azione una manciata di personaggi (la scena è dominata da Shirin e Lucas), muovendosi in un’ambientazione essenziale, dominata da toni freddi e ritmi nel complesso pacati, al netto degli jumpscare che un racconto horror di questo tipo deve ovviamente avere.
Tuttavia il racconto funziona e il film si lascia guardare volentieri, garantendo un’ora e mezza di onesto intrattenimento, per chi ama questo tipo di pellicole e non si aspetta particolari effetti speciali o articolati intellettualismi.
Molto bravi Dilan Gwyn e il piccolo Eddie Eriksson Dominguez.
Alessandro Marotta