Il Premio Jean Mitry, istituito nel 1986 dalla Provincia di Pordenone in onore dello storico del cinema e primo presidente delle Giornate del Cinema Muto è stato conferito quest’anno ad Adrienne Mancia e a Lenny Borger. La cerimonia di premiazione avrà luogo alla presenza dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Pordenone Elisa Coassin, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, mercoledì 7 ottobre alle 20.30. Assegnato come ogni anno nell’ambito del festival, il premio è destinato a persone o istituzioni distintesi nell’opera di recupero, valorizzazione e diffusione del patrimonio cinematografico, di quello muto in particolare.
Lenny Borger
Nato a Brooklyn, New York, Lenny Borger vive a Parigi da molto tempo ed è anche grazie a lui se quest’anno alle Giornate viene presentato il nuovo restauro del capolavoro di Henri Fescourt, I Miserabili. Segue il cinema francese dagli anni in cui, iscritto al dottorato in teatro alla City University di New York, riceve una borsa di studio per svolgere il suo lavoro di ricerca a Parigi, ma lo abbandona presto per scrivere di cinema su Variety. È alla Cinémathèque française che scopre i capolavori francesi del muto. Ispirato dalle esperienze di Jacques Ledoux e Kevin Brownlow, comincia a visitare gli archivi stranieri alla ricerca di film francesi rari o dimenticati. La sua prima scoperta, negli archivi della Germania dell’Est, è il negativo camera in nitrato del film di Raymond Bernard Il giocatore di scacchi, nascosto lì dai nazisti ai tempi dell’occupazione della Francia. Nel 1986, Borger convince i redattori di Variety a pubblicare un supplemento speciale per celebrare il 50° anniversario della Cinémathèque française e, due anni dopo, il 50° della FIAF, la Federazione Internazionale degli Archivi del Film. Da allora, Variety dedica regolarmente spazio alle recensioni e all’attività di restauro delle cineteche. Come traduttore, Berger ha collaborato regolarmente con Rialto Pictures e Criterion Collection, curando e aggiornando i sottotitoli per le riedizioni dei classici francesi. Fra i titoli più famosi La grande illusione, Grisbì, Pépé le Moko, cui si aggiungono film di Alain Resnais, Robert Bresson, Gillo Pontecorvo, Luis Buñuel, Jean-Luc Godard e molti altri.
Adrienne Mancia
Anche Adrienne Johnson Mancia è nata a Brooklyn. Dopo aver lavorato presso la Contemporary Films, è entrata a far parte del Film Department del Museum of Modern Art di New York, dove è stata curatrice per oltre trent’anni. Ha conosciuto alcuni tra i più grandi nomi del cinema del ventesimo secolo, fra cui Roberto Rossellini, Lillian Gish, Dolores del Rio, Luis Buñuel, Leni Riefenstahl (in una sbalorditiva telefonata: “Sono ebrea, non avrei potuto parlare con lei”), Pasolini (“Sono in uno dei suoi scritti, in cui parla delle “passeggiate a New York con Adrienne Mancia” – l’emozione più forte della mia vita!”) e Steven Spielberg, che aveva presentato un film nell’edizione del 1974 della rassegna New Directors/New Films, che la Mancia ha contribuito a fondare. Dopo l’uscita dal MoMA, nel 1998 ha fondato la BAM Cinématek della Brooklyn Academy of Music. Ha fatto parte di molte giurie internazionali di cinema e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui l’Ordine della Repubblica d’Italia nel 1988 e il titolo di Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministro francese degli Affari Esteri. Nel gennaio 2015 le è stato attribuito un premio speciale da parte del New York Film Critics Circle.