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Lo Schiaccianoci di Cajkovskij al Verdi di Trieste

Lo Schiaccianoci di Cajkovskij al Verdi di Trieste

Oltre al contesto, c’è un’altra cosa che accomuna Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij al Natale: la capacità di contagiare, con il suo clima sospeso e magico, adulti e bambini. O almeno questo è stato l’effetto della produzione appena transitata sul palco del Verdi di Trieste, che si è guadagnata l’entusiasmo pressoché incondizionato del pubblico più eterogeneo e trasversale che si sia visto da queste parti negli ultimi tempi.

I meriti sono da dividersi equamente tra i bravi interpreti (su tutti la delicatissima Clara di Ashley Bouder, il Principe di Andrew Veyette e Valerio Polverari, Drosselmeier dalle linee eleganti) e il collaudato allestimento di Amedeo Amodio, che sigla coreografia e regia.

Tuttavia chi ha forse un poco di merito in più rispetto agli altri è Emanuele Luzzati, che a suo tempo firmò scene e costumi. Il disegno di Luzzati è un’esaltazione del fiabesco e del colore, un mondo poetico, onirico e lontano, che mescola con delicatezza un gusto illustrativo quasi “infantile” a risvolti dai tratti persino inquietanti.

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Certo qualche ruga – l’allestimento ha trent’anni – emerge inevitabilmente, più evidente nella realizzazione che nel gusto, ma è poca cosa che poco o nulla inficia la riuscita dello spettacolo, anzi, gli dona una nota malinconica e decadente non priva di fascino.

I momenti topici del racconto sono ben risolti, la narrazione, pur con qualche libertà o riadattamento, è scorrevole e dinamica. La voce registrata di Gabriella Bartolomei ha poi una sua efficacia nel mascherare i tempi morti, sfruttandoli a favore di drammaturgia.

Drammaturgia che è altrettanto ben servita, soprattutto nelle tinte, dall’Orchestra del Verdi, guidata con attenzione e sensibilità ma forse eccessiva prudenza da Alessandro Ferrari.

E infine ci sono loro, i ballerini, che si rivelano all’altezza della situazione ad ogni livello, dalle parti più esposte fino all’ultimo della fila, e si guadagnano il trionfo tributato dal pubblico. La speranza è quella di ritrovare presto il balletto nel cartellone del Verdi, intanto a gennaio si riparte con Il Flauto Magico di Mozart.

Paolo Locatelli
© Riproduzione riservata

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About Paolo Locatelli

Giornalista e critico musicale.

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