Un meteorite minaccia di distruggere la terra, ma i missili lanciati per intercettarlo prima dell’impatto provocano una ricaduta di sostanze che provocano delle spaventose mutazioni negli animali terrestri.
Joel Dawson (Dylan O’Bryen) e Aimee (Jessica Enwick) stanno amoreggiando in un’auto, ma la loro storia appena nata viene stroncata dal precipitare degli eventi, che separano i due giovani.
L’umanità viene rapidamente spazzata via, i pochi sopravvissuti sono asserragliati in bunker sotterranei, sparsi in un ambiente infestato da creature ostili.
Joel si trova a essere l’unica persona senza partner nel suo rifugio, e si contraddistingue per la sua goffaggine in combattimento, dove si trova completamente paralizzato dalla paura e incapace di agire.
Per questo motivo i suoi compagni di sventura gli hanno assegnato degli incarichi non proprio virili: mungere la mucca del bunker, gestire l’apparecchiatura radio e preparare da mangiare. Dopo sette anni di separazione, riesce a rintracciare il luogo dove si è rifugiata la sua fiamma d’un tempo.
Decide di partire alla sua ricerca, anche se questo significa affrontare un viaggio di sette giorni in un mondo ostile dominato da creature mostruose. I suoi compagni cercano di dissuaderlo, ma lui parte lo stesso, affrontando l’ignoto per amore della sua bella.
Love and Monsters: il classico viaggio dell’eroe
Il film non si dilunga sulla venuta dei mostri sul nostro pianeta, la maggior parte della pellicola si sviluppa infatti con la struttura del classico viaggio dell’eroe, che matura e ritrova sé stesso affrontando una serie di prove.
Nel viaggio il protagonista trova quindi un valido aiutante, l’intelligentissimo e fedele cane Boy, e l’immancabile mentore, nelle persone del vecchio Clyde Dutton (Michael Rooker) e della piccola Minnow (Ariana Greenblatt), stravagante coppia in viaggio verso le montagne, dove sembra che l’ambiente sia meno ostile e ci sia la possibilità di ricostruire un futuro.
Le loro strade si separeranno, ma non prima che Joel abbia imparato dai suoi temporanei compagni d’avventura tutti i trucchi per sopravvivere. Come in tutti i viaggi dell’eroe, il protagonista riceve in dono anche un oggetto che gli servirà per sopravvivere: una bomba a mano.
Tutte le situazioni sono caratterizzate da grande leggerezza e pervase da una sottile ironia. Il personaggio di Joel è lontano mille miglia da quello impersonato da Dylan O’Bryen nella trilogia Maze Runner, Thomas, che vive una storia distopica non certo umoristica.
In Love and Monsters la presenza delle creature ostili (ma non tutte si riveleranno essere poi così ostili) e lo scenario post-apocalittico sono solo un pretesto per mettere il protagonista nelle condizioni di dovere affrontare le sue paure, superarle e guidare i sopravvissuti verso la salvezza.
Joel è sempre molto auto-ironico, come quando annienta un mostro facendolo deflagrare grazie alla bomba a mano donatagli dal vecchio ed esperto Clyde (“mi sento come Tom Cruise!”), e questa sua caratteristica è una delle qualità che gli permetteranno di dimostrare il proprio valore agli altri, e a sé stesso.
Love and Monsters: idee non originali assemblate con intelligenza e mestiere
Questo film dimostra in pratica che è sempre possibile raccontare una storia godibile anche se non si dice niente di nuovo e non si inventa nulla di straordinario. Basta avere mestiere e voglia di mettersi in gioco.
Forse un aspetto non molto comune rinvenibile nella pellicola è il volto umano e amico della tecnica, nella forma del robot senziente che Joel incontra nel suo viaggio, che gli regala dei momenti di grande empatia e gioia, prima di finire le batterie. Una figura atipica, visto che in genere la tecnologia nelle pellicole post-apocalittiche è caricata di valori negativi.
Love and Monster si mantiene comunque sempre lontano da toni seri e retorici. Paradossalmente, è proprio il tono leggero della pellicola, l’assenza di ambizioni e la semplicità della storia a fare di questo film un prodotto riuscito e apprezzabile.
Il suo protagonista è un semplice ragazzo impacciato e insicuro, lontano mille miglia dalla classica figura dell’eroe senza macchia e senza paura. Difficile non identificarsi in Joel Dawson, che comunque, nonostante tutti i suoi limiti e tutte le difficoltà, riesce non solo a cavarsela ma anche ad aiutare gli altri e a regalare a tutti – o quasi – una prospettiva di sopravvivenza.
Love and Monsters: un messaggio di speranza in tempo di pandemia
In definitiva questo film parla della crescita personale di un ragazzo, ma è anche una storia di amore, di amicizia, di fraternità e di speranza. Sono i valori umani, alla fine, a permettere agli individui di sopravvivere, e questo non solo in un mondo post-apocalittico.
Nonostante la storia sia piena di cose già viste e alcune situazioni siano scontate e alle volte troppo prevedibili, l’ottima regia del quasi esordiente Michael Matthews, gli eccellenti effetti speciali e il buon livello di recitazione (pienamente promosso il protagonista Dylan O’Brien) rendono questa pellicola godibile e consigliata per le famiglie.
Viene spontaneo il confronto con un altro film di fantascienza, l’inguardabile Cosmic Sin, uscito contemporaneamente a Love and Monster. Entrambe le pellicole sono un assemblaggio di cose già viste e hanno come protagonisti attori già noti.
Mentre Cosmic Sin è un insieme di luoghi comuni tenuti assieme con l’adesivo, con il vecchio Bruce Willis ridotto a recitare (per modo di dire) la patetica caricatura di sé stesso, Love and Monster risulta essere un prodotto riuscito, con il giovane Dylan O’Brien che interpreta un personaggio coinvolgente e auto-ironico.
In tempo di pandemia non si può non apprezzare una pellicola che in fondo mette in scena un giovane che esce dal bunker delle sue paure e affronta l’ignoto della vita, mettendosi in gioco nonostante i suoi evidenti limiti.
Da un certo punto di vista, nel mondo della finzione cinematografica Joel rinuncia al distanziamento sociale come forma di protezione e cerca la salvezza nei rapporti umani.
Speriamo di potere fare altrettanto nel mondo reale quanto prima anche noi, pandemia permettendo…
Alessandro Marotta