Primo appuntamento della nuova stagione Nest – Napoli est teatro – il 9 e 10 ottobre ore 21, con il ritorno di Mario Martone a San Giovanni a Teduccio, che porta in scena “Tango glaciale Reloaded (1982-2018)” in un riallestimento a cura di Raffaele di Florio e Anna Redi con in scena Jozef Gjura, Giulia Odetto e Filippo Porro.
Il 27 gennaio del 1982, al Teatro Nuovo di Napoli, debutta Tango Glaciale. La regia è di Mario Martone e in scena ci sono Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Miglietta, tutti e quattro membri della compagnia Falso Movimento. Quella sera non solo si aggiunge un tassello fondamentale al panorama della nuova scena italiana, ma s’inaugura una nuova stagione fatta di corpi, racconti e visioni di straordinaria intensità emotiva. Dopo le neoavanguardie degli anni Settanta, gli anni Ottanta ripartono all’insegna di una ‘nuova spettacolarità’, tra teatro e danza, musica rock, estetiche pop e riferimenti colti. A distanza di quasi quarant’anni Tango Glaciale torna in vita con un nuovo cast in un riallestimento nato non solo come occasione per cogliere l’importanza e la bellezza dello spettacolo e della sua epoca, ma anche come connessione di linguaggi e sentimenti sociali differenti o, come afferma lo stesso Martone, per: «Mettere il lavoro alla prova di una generazione che nel 1982 era lontana dall’essere concepita».
«Tango Glaciale – come spiega Martone in un’intervista – racconta l’attraversamento di una casa da parte dei suoi tre abitanti; dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno: un’avventura domestica che si trasforma continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio. La meccanica visiva dello spettacolo è composta da un sistema di architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti per dodici diverse scenografie, durante un’ora, alla media di un cambio di scena ogni cinque minuti. In questa griglia spaziale velocissima si svolge il lavoro degli attori.
[…] Congelato, compresso, tesissimo, lo spettacolo scoppiò la sera della prima, tra i vicoli di Napoli, dove si trovava il Teatro Nuovo e dove la gente s’era accalcata superando i muri di legno e cemento che chiudevano le strade (ancora adesso, a due anni dal terremoto), si sciolse tra gli applausi che erano nel cuore prima che nel cervello, e nelle nostre lacrime e nell’emozione di tanti»