Alex Lewis (Liam Neeson) è un apprezzato killer professionista che avverte i primi sintomi dell’Alzheimer, malattia degenerativa che ha già duramente colpito suo fratello, ormai ridotto a vivere come un vegetale, nella clinica dove è ricoverato.
Nonostante tutto la sua carriera di assassino procede con ottimi risultati. L’ultimo contratto, che accetta controvoglia perché desideroso di ritirarsi a vita privata, prevede la soppressione di due vite umane.
Eliminato il primo bersaglio, Alex si rifiuta di abbattere il secondo, quando si rende conto che si tratta di una ragazzina indifesa. Ovviamente la cattiva di turno, Davana Sealman (Monica Bellucci), non la prende bene, e vorrebbe vedere il killer ben disteso in una bara.
Alex vende cara le pelle, risoluto a stroncare gli affari di Davana, legati al traffico di esseri umani e alla prostituzione minorile. Il risultato è una serie di omicidi efferati nella città di El Paso. Ma la malattia continua il suo corso e l’FBI è alle sue costole. In particolare l’agente Vincent Serra (Guy Pearce) vuole arrivare al bandolo della matassa, lottando contro tutto e contro tutti…
Memory: una serie di luoghi comuni illuminati dalla brillante recitazione di Liam Neeson e Guy Pearce
Questo film non offre nulla di nuovo allo spettatore, specie a chi ha visto Sicario e pellicole affini. Ci sono tutti gli stereotipi del genere: il confine con il Messico e il traffico illegale di immigrati clandestini, la prostituzione minorile, il killer in cerca di redenzione, la polizia – corrotta e/o intimorita – che si guarda bene dal lottare fino in fondo contro le forze del male, la miliardaria di turno che pensa di potere ottenere tutto quello che vuole grazie al potere del denaro, il rapporto malato genitore-figlio, il vendicatore senza macchia e senza paura, l’eroe che continua nonostante tutto a lottare, ben sapendo che la giustizia umana fa schifo.
Malgrado la prevedibilità della storia, il film all’inizio funziona bene, grazie soprattutto all’ottima prestazione di Liam Neeson, capace di dare molta sostanza a un personaggio in definitiva alquanto scontato.
Purtroppo il valore aggiunto di questa pellicola, l’Alzheimer che lentamente ruba la consapevolezza e, soprattutto, la memoria al protagonista (da cui il titolo), non è stato sfruttato appieno. Peccato.
Nella storia spicca anche il personaggio di Vincent Serra, non per niente impersonato da Guy Pearce, che in Memento, film del 2000 di Christofer Nolan, dava vita al protagonista Leonard Shelby, uomo che soffre di amnesia in cerca di vendetta per l’omicidio di sua moglie, costretto a ricorrere a un complicato sistema di tatuaggi e fotografie per ricordarsi la sua missione.
E non per niente Alex scrive sul suo avambraccio le notizie essenziali per portare a buon fine i suoi omicidi, dal momento che si rende conto che sta perdendo colpi. Sulla recitazione dell’affascinante Monica Bellucci meglio soprassedere (ma perché non si fa doppiare?!).
Nel complesso un film che vorrebbe essere un onesto action-movie con risvolti psicologici, ma che si perde per strada. Peccato veramente.
Alessandro Marotta