E’ un programma da far tremare i polsi quello portato a Pordenone sabato 9 maggio alle 21 nell’Auditorium della Regione dal giovane chitarrista polacco, Lukasz Kuropaczewski, in occasione del Pordenone Guitar Festival di Farandola, diretto da Filippo Michelangeli: dalla Rossiniana n. 3 di Giuliani alla Sonata di José.
Pupillo del grande Manuel Barrueco, Kuropaczewski suona in tutto il mondo (Europa, Giappone, Stati Uniti, America Latina) raccogliendo ovunque grandi successi di pubblico e di critica, che lo apprezza in particolare per il tocco veloce e preciso in grado di elettrizzare il pubblico, la capacità di far amare ciò che suona, l’arte di coniugare drammaticità, dinamicità ed emotività. Ha debuttato nelle più prestigiose sale e festival di musica classica mondiali e collabora con importanti orchestre, come la Cleveland Orchestra, Los Angeles Symphony Orchestra e la San Antonio Symphony. Dopo aver insegnato chitarra all’Università della Pennsylvania, è docente all’Accademia di Musica di Poznan, in Polonia, dove è anche direttore artistico del Guitar Academy Festival. Il suo programma si apre dunque con la Rossiniana di Giuliani, variazioni condite di magnifici effetti strumentali, tratte dalle opere del maestro pesarese, in perfetto equilibrio tra la virtuosità più audace e una misura formale sempre contenuta nell’ambito del più puro classicismo. Si prosegue sull’onda del virtuosismo con 10 Preludi di Ponce, dove l’autore realizza una splendida sintesi di pensiero e di forma, dando vita a una serie di momenti magici che si elevano ai vertici della sua opera. Il dittico Prélude et Interlude di Tansaman si configura invece come un diario intimo: un’inquieta fantasticheria in cui si muovono incalzanti e volubili arpeggi. Grande risalto assume nel programma il brano Cadenza di Krzysztof Penderecki, uno dei più importanti compositori della seconda metà del Novecento, dal profilo fusiforme: inizia con un sommesso motivo recitante, si infoltisce fino a raggiungere la rovente densità centrale, estremamente drammatica e fitta di gesti virtuosistici audacissimi, per poi spogliarsi gradualmente di potenza e tensione, ritirandosi nel silenzio. Chiude la serata, al termine della quale sarà possibile, prenotandosi, andare a cena con l’artista, la Sonata para guitarra di Antonio José, tra i capolavori della prima metà del Novecento, dove gli influssi della musica francese si sposano a suggestioni stravinskiane. Il festival si chiude domenica con uno dei massimi virtuosi al mondo: Maurizio Colonna.