Martedì 13 ottobre 2015 ore 21.30 Teatro Miela
Un live che vi darà l’energia di ballare per due ore filate.
La Fanfara Tirana, una delle più belle brass band della realtà balcanica, dopo aver girato in lungo e largo l’Europa con i suoi ottoni e suonato nei più grandi festival, nel 2013 hanno consegnato l’intero album in mano ai manipolatori londinesi Transglobal Underground, la mitica band transglobale sia musicalmente che nei suoi componenti, veri geni della musica “no borbers”, noti per la loro capacità unica di mescolare stili e ritmi musicali senza vincoli dettati dai generi, dalle barriere tecnologiche o dal buon senso.
Il mix tra queste due realtà è risultato esplosivo! Le idee tornate elaborate da Londra hanno costretto la Fanfara Tirana a rientrare in studio con uno spirito nuovo, idee fresche e molte speranze.
Le bands si incontrano e si contaminano e il Kaba albanese del sud incontra il reggae, gli ottoni incontrano l’elettronica, la voce dell’icona folk albanese Hysni Niko Zela incontra quella nera di Tuup, Il sitar si mischia con la polivocalità profana del paese delle aquile e ci si rimane di stucco.
Dal 2013 sono in tournèe in giro per il mondo. Arriveranno per questa tappa a Trieste passando prima dalla Cina, per poi atterrare a Zurigo e poi andare un saltino in Puglia.
FANFARA TIRANA: Era il 2002 e una parte della Fanfara dell’Esercito Albanese, divertendosi alle prove, si mette a suonare dei brani tradizionali con i strumenti a fiato. Nasceva così la Fanfara Tirana e riportava l’orologio nel lontano 1878, quando la prima fanfara albanese faceva l’ingresso nella storia. La tradizione della fanfara rinasce per gioco e la FT diventa una delle più grandi attrazioni in giro per il vecchio continente. In Italia suonano quasi ovunque con oltre 100 concerti da Piazza San Marco durante il carnevale di Venezia al ‘Roma Incontra il Mondo’, da Folkest alla Notte di San Lorenzo e i fans coniano la frase: “Loro fanno ballare anche i morti!”. Li accompagna sui palchi una legenda vivente della cultura folk, il cantante Hysni (NIKO) Zela che si rifiuta di andare in pensione dopo 30 anni in giro per tutti e 5 i continenti. Un po’ per amicizia, un po’ per divertirsi e sfuggire alla noia, si ritrova a far ballare giovani e meno giovani in giro per il mondo, coccolato dalla band che ancora non ci crede di averlo tra le sua fila.
Registrano il loro primo album solo nel 2008 per la prestigiosa etichetta tedesca PIRANHA, d’altronde tutto era cominciato per scherzo. Che fretta c’era?! Loro sono forse l’unica band ad avere fatto tournèe internazionali senza avere un album sul mercato.
In Europa vengono selezionati all’WOMEX e al MEDIMEX in Italia. Le loro performance a ROSKILDE, SZIGET e WOMAD li fanno diventare l’unico prodotto d’esportazione musicale del paese delle aquile.
Le cose diventano serie e la brass band si guarda intorno un po’ meravigliata e un po’ sorpresa. Non si può prendere alla leggera più nulla. I fans meritano una produzione degna del nome e della fama della band. Arrivato il momento per qualcosa di nuovo, unico e moderno senza mai perdere di vista le radici. L’incontro con i TGU diventa l’occasione che cercavano e partono all’avventura.
FANFARA TIRANA: Era il 2002 e una parte della Fanfara dell’Esercito Albanese, divertendosi alle prove, si mette a suonare dei brani tradizionali con i strumenti a fiato. Nasceva così la Fanfara Tirana e riportava l’orologio nel lontano 1878, quando la prima fanfara albanese faceva l’ingresso nella storia. La tradizione della fanfara rinasce per gioco e la FT diventa una delle più grandi attrazioni in giro per il vecchio continente. In Italia suonano quasi ovunque con oltre 100 concerti da Piazza San Marco durante il carnevale di Venezia al ‘Roma Incontra il Mondo’, da Folkest alla Notte di San Lorenzo e i fans coniano la frase: “Loro fanno ballare anche i morti!”. Li accompagna sui palchi una legenda vivente della cultura folk, il cantante Hysni (NIKO) Zela che si rifiuta di andare in pensione dopo 30 anni in giro per tutti e 5 i continenti. Un po’ per amicizia, un po’ per divertirsi e sfuggire alla noia, si ritrova a far ballare giovani e meno giovani in giro per il mondo, coccolato dalla band che ancora non ci crede di averlo tra le sua fila.
Registrano il loro primo album solo nel 2008 per la prestigiosa etichetta tedesca PIRANHA, d’altronde tutto era cominciato per scherzo. Che fretta c’era?! Loro sono forse l’unica band ad avere fatto tournèe internazionali senza avere un album sul mercato.
In Europa vengono selezionati all’WOMEX e al MEDIMEX in Italia. Le loro performance a ROSKILDE, SZIGET e WOMAD li fanno diventare l’unico prodotto d’esportazione musicale del paese delle aquile.
Le cose diventano serie e la brass band si guarda intorno un po’ meravigliata e un po’ sorpresa. Non si può prendere alla leggera più nulla. I fans meritano una produzione degna del nome e della fama della band. Arrivato il momento per qualcosa di nuovo, unico e moderno senza mai perdere di vista le radici. L’incontro con i TGU diventa l’occasione che cercavano e partono all’avventura.
TRANSGLOBAL UNDERGROUND: Un po’ di storia: il loro primo singolo ‘Temple Head’ è stata una dichiarazione d’intenti e ha ottenuto lo status di inno nei club sebbene fosse un funk lento con ritmi classici indiani, percussioni brasiliane e assoli di chitarra. Ci volle un po’ perchè il resto del mondo li raggiungesse, ma dalla metà degli anni novanta la crescita della musica ambient e trance aveva creato fame di nuove idee e i Trans-Global Underground ne avevano a bizzeffe e misero su un acclamato live act con voci arabesque, custodi dei tempi nepalesi e una moltitudine di rappers e percussionisti.
Il loro primo album, ‘Dream of 100 Nations’ raggiunse la top fifty, ottenne recensioni entusiastche e arrivò in testa alle classifiche indie… La casa discografica, Nation Records era totalmente indipendente al momento. Il secondo album, ‘International Times’ raggiunse la top 40 e lanciò il gruppo in Europa.
L’agenda si fece più fitta quando i TGU iniziarono a occuparsi di remix e produzioni, registrando l’album ‘Diaspora’ per la vocalist Natacha Atlas, e facendo uscire allo stesso tempo, il loro terzo album ‘Psychic Karaoke’. Ormai la band aveva sviluppato una reputazione in Europa centrale e orientale che si è riflessa nelle influenze tzigane del quarto album, ‘Rejoice Rejoice’ e nelle successive registrazioni a Praga, Budapest e Sofia, così come nel tour che li ha portati fino al Kazakistan.
Una moltitudine di membri della tribù sono andati e venuti… La vocalist Natacha Atlas ebbe grande successo come solista, sebbene prodotta nella maggior parte dei casi da TGU, mentre il vocalist Tuup andava e veniva, a intervalli irregolari, per riapparire inaspettatamente in diverse parti del mondo. In varie occasioni la line-up ha incluso il solista sudafricano Doreen Thobekile, Johnny Kalsi della Dhol Foundation, e include tuttora la più grande sitarista britannica Sheema Mukherjee.
TGU hanno diversificato ulteriormente il loro stile nel corso degli anni… Il produttore e dj Hamid Mantu e Tim Whelan si trasferirono al Cairo per un breve periodo alla fine degli anni ’90, lavorando per artisti come H
akim, Khaled e Kazem El Sahar prima della pubblicazione del quinto album. ‘Yes Boss Food Corner’ vide i TGU impegnati in un viaggio globale che durò tre anni e li portò fino al sesto album, ‘Impossible Broadcasting’, con il quale tornarono a casa, quantomeno la maggior parte di loro, nel Regno Unito dove crearono la propria etichetta, Mule Satellite. Il 2007 ha visto la pubblicazione di ‘Moonshout’, probabilmente il loro disco più ambizioso. Il 2008 è iniziato col botto, vedendoli vincitori del ‘Best Global Artist Club’ alla BBC Radio 3 World Music Awards e diventando un altro anno molto intenso, on the road, con oltre 65 spettacoli in tutto il mondo comprese le performances al WOMAD, Beautiful Days e Bestival.
Nessuno all’inizio avrebbe potuto prevedere che, dopo tutti questi anni, i Trans-Global Underground avrebbero avuto ancora una grande influenza, permeata di rispetto, un seguito fedele e l’energia per continuare un programma itinerante che avrebbe stroncato la maggior parte delle band. I Trans-Global Underground hanno sviluppato una vita propria, seguendo le proprie ragioni. Tutti gli altri arrivano dopo.
Andrea Forliano