Giunge a conclusione il XXIV Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, promosso da PEC – Presenza e Cultura con il CICP – Centro Iniziative culturali Pordenone, a cura dei musicologi Franco Calabretto ed Eddi De Nadai. Venerdì 20 novembre, nel Duomo San Marco di Pordenone (ore 20.45) l’evento finale è dedicato ad Andrea Luchesi, il Maestro di Beethoven: un programma che spazia dallo “Stabat mater” al “Kyrie di Dresda”, dal “Salve regina” (prima esecuzione assoluta in tempi moderni) al “Miserere”, al “Te Deum”. Protagonista del concerto sarà la Nuova Orchestra Ferruccio Busoni diretta da Massimo Belli, integrata dalla Cappella Civica della Basilica di S. Giusto a Trieste, guidata dal Maestro Roberto Brisotto. Le voci soliste saranno quelle di Laura Antonaz soprano, Elena Biscuola mezzosoprano, Luca Dordolo tenore e Matteo Bellotto baritono. L’ingresso è libero, info www.centroculturapordenone.it Nel 1771 Andrea Luchesi (Motta di Livenza 23 maggio 1741, Bonn 21 marzo 1801), fu invitato a Bonn dal Principe elettore Arcivescovo di Colonia Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels. Vi giunse in autunno, portandosi appresso un’equipe di cantanti, un insegnante di dizione italiana ed un primo violino, l’eccellente Gaetano Mattioli, paragonato all’epoca al Cannabich di Mannheim. Luchesi, grazie al sostegno del Principe e del barone Kaspar Anton von Belderbusch, contribuì ad elevare il livello artistico della cappella; nel 1773, venne rappresentata la sua opera buffa l’Inganno Scoperto o sia il Conte Caramella, su libretto da Carlo Goldoni nel 1773. Dopo la morte del precedente Maestro di cappella, che era Ludwig van Beethoven – nonno omonimo del più celebre nipote – nel 1774 fu nominato Kapellmeister. Per dieci anni, dal 1782 al 1792 il giovane Ludwig van Beethoven fu membro della Cappella oltre che allievo di C. G. Neefe – compositore e organista attivo presso la corte di Bonn; si ritiene pertanto che la sua formazione musicale possa essere stata influenzata da Luchesi che, in qualità di maestro di cappella, determinava la scelta del repertorio sacro eseguito a corte e anche del settore della formazione musicale dei giovani.
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