Magia degli interpreti e del repertorio, per un concerto che si preannuncia memorabile e che spicca fra gli eventi clou della Stagione Cameristica 2017 di Chamber Music Trieste: lunedì 22 maggio, alle ore 20.30 al Teatro Verdi di Trieste – Sala Victor De Sabata – e non, come preannunciato a inizio Stagione, nella ormai inagibile Sala Tripcovich – il sipario si alzerà sul Streichsextett Wien-Berlin, il Sestetto d’Archi dei Wiener e Berliner Philarmoniker, un Ensemble di ‘all stars’ degli strumenti a corda selezionati fra le prime parti delle Orchestre più prestigiose d’Europa. Il tour italiano del Sestetto è curato proprio da Chamber Music Trieste: Reiner Honeck e Romano Tommasini violino, Innokenti Grabko e Wolfgang Talirz viola, Olaf Maninger e Knut Weber violoncello saranno di scena in “Sestetti… amorosi”, un programma che permetterà di spaziare fra pagine suggestive e ispirate di Richard Strauss (Preludio dall’opera “Capriccio” op.85), Johannes Brahms (Sestetto d’archi n.2 in sol maggiore op.36), Arnold Schönberg (Verklärte Nacht op.4). I biglietti ancora disponibili si trovano da Ticket Point, tel 040.3498276/7. Info Associazione Chamber Music, tel. 040.3480598 www.acmtrioditrieste.it Diretta da Fedra Florit, la Stagione Cameristica 2017 dell’Associazione Chamber Music è realizzata in sinergia con la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste, con il contributo del Ministero MIBACT. Sponsor della serata Suono vivo – Padova, altri partner sono Banca Mediolanum, ITAS Assicurazioni, Banca di Credito Cooperativo ZKB, Zoogami, mediapartner il quotidiano Il Piccolo e la sede Rai FVG.“Sestetti… amorosi” offrirà l’occasione per ascoltare un Ensemble che non ha eguali sulle scene musicali internazionali, ma anche per conoscere e apprezzare partiture che svelano l’umanità e la sensibilità dei loro compositori. Partendo dal Preludio al “Capriccio” di Richard Strauss, che apre l’opera composta nel 1941 nel segno della Hausmusik: si tratta infatti di un delicatissimo sestetto d’archi eseguito da un ensemble che si trova, secondo quanto recita la didascalia, nel salotto di sinistra della scena iniziale. L’andamento è elegante e al tempo stesso intimistico. Il programma di Trieste evolve con le pagine di Brahms: nel Sestetto in sol maggiore – segnato da magistrale libertà di scrittura, sicuro ed elegante controllo dello stile, ricco nell’armonia e per proposte melodiche spesso memorabili – si ritrova l’eco dello stato d’animo prodotto da un’infelice storia d’amore di alcuni anni prima. Nel secondo tema del primo movimento il primo violino e la prima viola delineano un vero e proprio crittogramma musicale, scandendo a più riprese un motivo le cui note (la-sol-la-re/si-mi) sono la trascrizione alfabetica del nome della ragazza, Agatha: A-G-A-D/H-E. E infine la “Notte trasfigurata” che descrive Arnold Schönberg è un’opera giovanile scritta a 25 anni per colei che diventerà sua moglie, Matilde: partitura non convenzionale, intessuta di arditezze armoniche e dissonanze, con eco profonda di Brahms e concatenazioni armoniche che riportano a Wagner e al suo “Tristan und Isolde”.