È una performance complessa che si avvale di diversi linguaggi per creare una straordinaria metafora, evocativa e poetica, dove mito e contemporaneità s’intrecciano per esprimere un anelito di pace che pervade comunque l’uomo d’oggi nonostante la diffusa conflittualità che l’attornia. È un lavoro nato dall’idea di commemorare i 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale e l’ambientazione del video, che supporta l’evento, c’introduce in un cunicolo ai piedi dei rilievi vicino a Nuova Gorica, cioè nell’habitat che ha caratterizzato il reale svolgimento di quella tragedia. È un riferimento d’identificazione ma non vuol essere preciso e concreto riscontro, perché la narrazione della performance si qualifica per un’astratta concezione che sfiora le cose senza illustrarle, procede per allusioni, s’illumina a tratti di paesaggi d’incanto, contrapposti al buio dei cunicoli; in questo percorso s’espande il racconto della molteplicità di sentimenti, anche conflittuali, che attraversano l’animo umano. Sentimenti distruttivi misti ad esplorazioni della natura dell’anima nel tentativo di superare l’eterno status di discordia che prostra l’umanità: questo il filo rosso che attraversa l’espansa ed articolata ricerca di Hanna Preuss. L’aspirazione è la pace con se stessi e con il mondo che ci circonda e il riferimento ad Antigone, con la sua ribellione ad accettare il diritto del potere a sovvertire le regole consacrate naturali e divine, s’innesta in attuali sentimenti di giustizia potenzialmente esplosivi all’interno di ben strutturate configurazioni sociali. L’impossibilità di Antigone si congiunge agli attuali condizionamenti di una società di superficie fittizia ed artificiale che riduce la libertà e l’autonomia di comportamento, producendo un conformismo globalizzato.
L’esplorazione di Hanna Preuss – che ha prodotto il concept e l’ambientazione sonora della piece che raggiunge dimensioni di epopea – diviene simbolo universale di una condizione umana che ha radici antiche. Si attualizza nella specificità del mondo contemporaneo attraverso gli strumenti dell’inarrestabile progresso tecnologico che permette, nella realizzazione dello spettacolo, una compenetrazione sono-visiva, una potenza espressiva d’immagine, suono, parola che discende dalla lunga esperienza in costante aggiornamento di un’artista che ha una visione dilatata sul mondo. E che ha riversato le sue capacità e conoscenze nel Centro di arti sonore Vodnikov Manor di Lubiana di cui è la direttrice. Con questo formidabile equipaggiamento intellettuale e tecnologico, e in questo caso supportato da innumerevoli collaborazioni internazionali, Hanna Preuss fonde con “Pavana per Antigone” mito, storia, presente e proiezione nel futuro. Il racconto, nutrito da astrazione poetica, procede con l’attrice Antonella Bukovaz (proviene dall’esperienza di Topolò) che è pure autrice. Recita in italiano, accompagnata da un testo trilingue. Compare nel video, avanzando nelle cavità della terra con la lanterna in mano, novella Diogene, per schiarire il buio del luogo e della conoscenza, e si materializza sulla scena sovrapponendo realtà e finzione in un binomio di singolare impatto teatrale, mentre il saxofono dell’italiano Antonio della Marina, nella sua performance live, lacera lo spazio scenico con i suoi strappi sonori. Questa fiction-live diviene il paradigma delle attuali modalità esistenziali. Ma prevale un vibrante sentimento di poesia, che, attraverso la solitudine – soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose (P.P.Pasolini) – attraverso il tempo, il dipanarsi delle discendenze, e con esse l’acquisizione del bene e del male, si apre alla fine all’amore. (Maria Campitelli)
organizzazione: Alpe Adria Cinema / Bonawentura