BOB LOG III, pazzo, maniaco, misogino, pervertito e buffone ritorna al Teatro Miela. Sono passati 11 anni dalla sua prima pirotecnica esibizione e 4 anni dalla sua seconda trionfale performance in questo spazio.
Bizzarria e talento sono un mix esplosivo che fa di BOB LOG III una one-man band tra le più richieste del pianeta con una media di circa 150 esibizioni l’anno. Esibizioni forsennate e sudate, tanto che la tuta aderente da pattinatore è un tutt’uno con la sua pelle. Il pubblico è in delirio, ed è quello che lui si prefigge perché lui lo chiama il “chitarra party” e quando questo succede non ci sono regole e le persone possono fare quello che vogliono.
Sul palco, un tizio vestito da uomo-proiettile con un bizzarro casco da motociclista in testa e con una cornetta telefonica incastonata nella visiera. La faccia non si vede, nessuno sa chi sia. Si piazza al centro del palco seduto su uno sgabello con una chitarra acustica elettrificata appesa al collo e con i piedi comincia ad azionare i pedali di alcuni pezzi di batteria e varie altre bizzarre percussioni. Poi comincia a suonare la chitarra come un demone, quasi sempre con la tecnica blues dello slide o con un fingerpicking imbizzarrito. Mentre suona, comunica con il pubblico e canta attraverso la cornetta telefonica incastonata nel casco.
Stravaganza si, ma allo stesso tempo grande musica. La sua è una combinazione incendiaria di blues marcio, boogie-rock suonato alla velocità della luce e garage-blues ossuto e martellante.
Folle, sporco e divertentissimo garage ‘n’ roll a base di alcol e sesso, busker-blues dalle periferie dell’America. Perché poi scopri che in America Bob Log III è una specie di leggenda vivente: l’inventore del “Tit clapping” e del “Boob Scotch” (“Put your boob in my scotch/Come on get your tit in my drink”, da “Boob Scotch”, brano dell’album “Bomb Log” del 2003), elogiato da Tom Waits che l’ha definito “the loudest strangest stuff you’ve ever heard” e punto focale di un piccolo culto che vede protagonista l’etichetta Fat Possum e molti vecchi e giovani bluesman (T-Model Ford, Junior Kimbrough, R. L. Burnside).
Originario di Tucson, Arizona, è cresciuto ascoltando Chuck Berry, Bo Diddley e gli AC/DC. Entrato in possesso di una chitarra all’età di 11 anni, a 16 anni si innamora del Delta Blues, modellando il suo stile chitarristico su quello del chitarrista ‘Mississippi’ Fred McDowell. Log diventa metà del duo Delta blues Doo Rag con Thermos Malling. Un bel giorno Malling abbandona la band proprio nel mezzo di un tour e, rimasto solo sulla strada per Chicago, Log decide di continuare il tour come one-man band – “Ho comprato un elmetto in un negozio d’armi a Lawrence e ho pensato: indosso quell’elmetto, prendo a calci il case della mia chitarra e vediamo cosa succede”. Più tardi acquista una cassa e un cembalo, corredati di un pedale customizzato. Narra la leggenda che abbia perso la mano sinistra quando era bambino e adesso si ritrova al suo posto una zampa di scimmia che gli consente di suonare la sua amata vecchia Silvertone Archtop a velocità inimmaginabili per degli esseri umani.
Ingresso € 10,00, riduzione under 30 € 8,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 oppure su vivaticket https://bit.ly/35KTbtc