“In the Still of the Night” è il titolo del concerto che si tiene sabato 7 maggio, alle 20.30 all’Auditorium di Casa della Musica (ingresso libero). Il progetto prende il titolo dall’album recentemente registrato negli studi di Artesuono di Stefano Amerio – firmato da Juri Dal Dan e Clara Rivieri – e parte da una “curiosa” riflessione: “Cosa hanno in comune tra loro Cole Porter e Ruben Blades, Gardel e il fado portoghese, il folklore venezuelano e Lionel Hampton?” Apparentemente… nulla.
Ma – spiegano gli autori – ci piace pensare che tutti appartengano – compositori, interpreti o generi diversi che siano – alla Storia della musica, con la S maiuscola. Il concerto si prevede affascinante, con il repertorio che spazia dal jazz più vario a brani della tradizione brasiliana e a quella nord-americana, paesaggi musicali che sono motore e passione del gruppo, affiancati da alcuni brani autografi di Dal Dan.
A comporre l’ottetto sono: Clara Rivieri alla voce, Juri Dal Dan al pianoforte, Paolo Mazzoleni al contrabbasso, Alessandro Mansutti alla batteria, Nicola Mansutti al primo violino, Marco Toso al secondo violino, Margherita Cossio alla viola e Andrea Musto al violoncello.
Un lavoro originale per organico e repertorio, dunque, confortato dal pubblico e dalla critica sin dalle sue prime performance: “L’ottetto – spiega Jazz Convention – è la sintesi, stratificata e visibile, tra un piano trio jazz, il quartetto d’archi classico e la voce. Il repertorio indirizza ancora meglio lo sguardo: l’ottetto interpreta brani del repertorio sudamericano e iberico e standard del jazz e la scelta è, in entrambi i casi, eccentrica.
Agli otto brani non originali, Juri Dal Dan affianca due sue composizioni dal sapore classico e chiaramente rivelatrici della convinzione nel disegno tracciato. Tanto “Elegy for Jim” quanto “Alentejo” si confrontano alla pari con gli altri titoli interpretati e ne contengono gli spunti, rimandano all’ascoltatore le idee espresse nell’arrangiamento e nella gestione dell’intero lavoro. […] Dal Dan e Rivieri attingono il materiale nel folklore, invece che nei contesti più “saccheggiati” come bossa nova e tango. Ruben Blades, Raul Ferrao, José Padilla, Isidro Contreras e Ruben Lena. E, quando si accostano a un grande del tango come Carlos Gardel con la ripresa della celeberrima “Volver”, il gioco innescato dagli arrangiamenti di Dal Dan si rivela con chiarezza. Il pianista mette insieme il classicismo europeo, l’espressione del jazz, il calore latino, le tensioni drammatiche della voce in una visione estetica condotta dalla scrittura e utile a spostare senza rinnegare i presupposti delle varie matrici di provenienza”.