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Sàfar_Kaiorda al Teatro Miela di Trieste per un vero concerto spettacolo

Recensione

Il Sàfar dei Kaiorda è un viaggio speciale, che non parte da un piano preciso né si prefigge una meta. È il Viaggio che l’individuo avverte come una pulsione istintiva, non spinto dalla necessità di sopravvivenza, ma dal bisogno interiore, indefinito e irrazionale, che lo spinge a percorrere sentieri sconosciuti, ad affrontare le difficoltà e gli avversari, primo fra tutti se stesso. Durante il Sàfar le donne e gli uomini che lo intraprendono diventano Donne e Uomini. Senza bisogno di raggiungere alcuna meta, perché è più importante viaggiare che arrivare. Se un’opera d’arte può essere letta a vari livelli, l’alchimia mistica che permea il concerto e spettacolo dei Kaiorda ha bisogno di un mezzo artistico per prendere vita e lo trova nelle sonorità della tradizione musicale dell’Italia foto ufficiale kaiordameridionale, intrise delle molteplici contaminazioni culturali mediterranee. In quest’atmosfera lo spettatore si sente coinvolto e comincia il suo Sàfar per mare, attraverso terre talvolta bruciate dal sole, talaltra generose di un verde lussureggiante e città caleidoscopiche, rumorose di vita, ricche di tradizioni le più varie, come solo le società multietniche riescono a costruire. In sala si partecipa istintivamente alla rappresentazione, presi da vibrazioni intense, che suscitano tutte le emozioni del Viaggio: dall’allegria e dall’entusiasmo misti alla paura di lasciarsi andare e iniziare il cammino, si passa all’introspezione della solitudine e allo sconforto delle difficoltà, fino alla ritrovata energia e alla gioia della festa e alla seduzione dell’amore. Il tutto è sostenuto da un’esecuzione appassionata ed esperta, capace di trasmettere, oltre che il gran mestiere degli artisti, anche un clima amichevole e coinvolgente, in cui il distacco tra platea e palcoscenico si annulla.Il sound del gruppo è inequivocabilmente acustico: le percussioni sono realizzate con tamburi a cornice e altri tamburi etnici (darbouka & cajon), le corde sono la chitarra acustica, barocca e battente, oltre alla famiglia degli oud, dei mandolini e delle mandole, i flauti (diritti e traversi) intervengono ora delicati, ora incisivi o chiacchieroni, e non manca l’espressività della fisarmonica; la ritmica trae ispirazione dalla tradizione delle danze dell’Italia meridionale (pizzica, tarantella, tammurriata). La voce femminile dal timbro caldo, sensuale e tagliente, conduce e svela col suono e con le parole, un mondo sfaccettato di forte presenza fisica, legato alla tradizione, ma per niente rassegnato, a volte sfacciato, ma talvolta anche profondamente doloroso. Uno spettacolo che avrebbe meritato ben altra partecipazione di pubblico, l’altra sera di certo troppo poco numeroso per rendere ai Kaiorda un omaggio meritatissimo.

ALTRO APPUNTAMENTO STASERA  4 APRILE  AL  CENTRO SOCIALE MORION, SALIZADA S. FRANCESCO DELLA VIGNA, CASTELLO 2951 VENEZIA, tel. 041/5288519 041/5288519.

Luca Monari

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