Udine, 7 luglio 2016 – E’ ritornato in Friuli uno tra i più virtuosi artisti delle 6 (e 7) corde elettriche.
Mancava, infatti, in regione dal giugno 2013 – quella volta si esibì a Trieste con una “band” atipica: un ensemble sinfonico di 50 elementi classici chiamata “Evolution Tempo Orchestra”- e prima ancora dal lontano novembre 2005 dove aveva deliziato il pubblico di Pordenone con un concentrato di chitarra rock esplosivo e coinvolgente.
Definirlo virtuoso può risultare riduttivo: l’americano Steve Vai (di origini italiane) ama sperimentare, miscelare e sorprendere il suo pubblico fregandosene delle leggi del mercato, forte di una tecnica sopraffina e potente unita ad una musicalità forgiata alla corte di un grande istrione come Frank Zappa (che gli fece imparare a scrivere e comporre direttamente su spartito), successivamente affinata e progredita con collaborazioni con gli “Alcatrazz” (sostituendo un mostro sacro della chitarra neoclassica come Yngwie Malmsteen), con i “Whitesnake” di Coverdale e registrando i solo album di David Lee Roth appena uscito dai Van Halen…..
Appare anche nel film “Missisippi Adventure”, dove interpreta un chitarrista diabolico in un’epico duello, a colpi di note, con un giovane Ralph Macchio (l’attore di “Karate kid”).
Partecipa a svariati concerti con i più grossi chitarristi mondiali (i famosi G3, dove 3 artisti si dividono equamente il palco in tre sets per poi suonare assieme grandi classici del rock), vince diversi Grammy, vende milioni di dischi e mette in piedi due studi di registrazione dove poter dare sfogo ad un’estro creativo in continua ebollizione…
E’ inoltre uno dei chitarristi simbolo della Ibanez Guitars che con lui ha ideato la famosa serie JEM che lo accompagna dal lontano 1987 (la famosa chitarra “con la maniglia”)
Tutto questo con una disponibilità nei confronti del pubblico che ha pochi eguali.
Particolarità di questo tour è l’intera esecuzione di “Passion and Warfare”, lavoro del 1990 che è entrato di potenza come pietra miliare della chitarra rock. Con l’occasione è uscita la versione rimasterizzata dell’album con un bonus cd chiamato “Modern Primitive” che vede incisi una serie di brani composti fra il 1984 e il 1990.
E’ il caratteristico palcoscenico del Castello di Udine a fare da “pista d’atteraggio” per lo show spaziale di questa sera. organizzato da Zenit srl, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune di Udine e PromoTurismo Fvg “Music&Live”, nell’ambito della rassegna “Udine Vola 2016” e nel programma di “Udinestate 2016”; spettacolo che vede l’apertura (quando gli ultimi raggi di sole baciano il pubblico) di un duo friulano che si è fatto apprezzare “dall’alieno” in persona e che li ha voluti per il tour: stiamo parlando dei “Dolcetti”, al secolo Gianni Rojatti (guitar) ed Erik Tulissio (drum) che per l’occasione presenteranno alcuni pezzi del nuovo lavoro “Arriver”. Il loro è un progetto che prevede un mix dei più disparati generi musicali conditi da sequenze elettroniche e sintetizzatori.
Alle 21.30 le luci si affievoliscono ed ecco apparire sul video sovrastante la batteria una sequenza del film “Missisippi Adventure”… ci siamo: è sulle note di “Bad Horsie” che il nostro entra in scena, felpa bianca, cappuccio calato sul capo, due laser rossi posizionati come occhi e la chitarra dotata di led blu sui segnatasti fanno già presagire una serata d’effetto.
Il tempo di un veloce “buonasera” – parlerà spesso in italiano – e via con un trittico di canzoni – “The criyng machine”, “Gravity storm” e “Whispering a prayer” che hanno lo scopo di scaldare i presenti in vista del piatto forte della serata.
Fin da subito l’impatto è potente, con una sezione ritmica compatta e precisa che non da tregua; lui si muove a suo agio sul palco da un lato all’altro, interagisce con gli altri musicisti (la band è formata oltre che da batterista e bassista da un secondo chitarrista/tastierista d’accompagnamento) e incita il pubblico a battere le mani o a “vocalizzare” le note che esegue con la chitarra (con risultati comici da parte del pubblico che si merita un “mamma mia!” divertito di Steve). Le chitarre –rigorosamente Ibanez- fra una canzone e l’altra si alternano mantenendo inalterata la loro voce malgrado vengano “maltrattate ed abusate” a seconda della tensione emotiva della canzone (…..non sono proprio state risparmiate!)
Con un breve stacco, il sudatissimo guitar man annuncia che è venuto il tempo di “Passion and Warfare”, esecuzione che non aveva mai proposto prima per intero perché all’epoca era “spaventato” dalla complessità musicale dell’album, dai tempi non maturi e dalla mancanza di persone giuste di supporto; condizioni che a 25 anni di distanza sono mutate rendendo ora possibile l’esecuzione dell’intero album.
Ed è con un video di “Liberty”, nel quale Steve suona in coppia con Brian May, che inizia la seconda parte del concerto con un pubblico decisamente più partecipe; seguono “Erotic Nightmares”, “The Animal” e un divertente siparietto virtuale con un Joe Satriani “mutaforma” (ora con una maschera da alieno, ora con una parruccona, ora con degli occhiali stravaganti…) su “Answers”. Il pubblico decisamente approva e applaude!
E’ però con la più famosa “For the love of God” che gli animi si accendono: sentirla eseguita dal vivo ad un adeguato volume è esperienza quasi mistica! La padronanza dello strumento è a livelli stratosferici così come l’interpretazione.
Non c’è tregua, ed ecco che su “The audience is listening” dal video compare un’altra divinità dell’olimpo della chitarra: John Petrucci ed è subito un rocambolesco intreccio di note e dita. Il concerto scorre spedito tra “I would love to” e “Alien water kiss”, un brano più strumentale e particolare, prosegue e conclude con “LoveSecrets”, la seconda parte.
A questo punto Steve Vai fa un salto alle sue origini musicali ricordando che la prima volta che è venuto in Italia era il lontano 1982 al seguito di Frank Zappa e vorrebbe suonarci ancora insieme, detto fatto: ecco un altro incontro virtuale sul video di “Stevie’s spanking” con un giovanissimo (e di maglietta leopardata munito) Steve.
C’è tempo per un divertente “pezzo nuovo”: 2 emozionati volontari, un ragazzo, Roberto e una ragazza, Eliana (Eliana Cargnelutti della nota Eliana Cargnelutti Band, ndr) vengono reclutati e fatti salire sul palco per improvvisare “vocalmente” ritmi che gli altri membri della band riproducono a suon di basso, batteria e chitarra.
Non può mancare un’esibizione di “air guitar” dove con la fantasia si può rivaleggiare con l’artista e sentirsi per una volta rockstar!
La performance risulta molto simpatica e divertente, coinvolgendo ancora di più il pubblico.
Ai due nuovi “artisti”, viene concesso di vivere gli ultimi pezzi direttamente sul palco, seduti vicini al bassista.
Il commiato dopo 2 ore e 20 circa di musica vede un soddisfatto Steve ringraziare il pubblico che abbandonate le sedie accorre alle transenne a tributare un caloroso saluto sotto un cielo stellato in una calda serata d’estate friulana.
Che dire di un concerto dove maestria nell’esecuzione, interpretazione raffinata e tecnica sopraffina fanno da contraltare ad una capacità di comunicare con il pubblico in modo spontaneo ed empatico?
…..siamo sicuri che sia proprio umano?
Testo: Francesco Brun Frisanchina, Foto: Dario Furlan