Nel 1792 una carrozza diretta in Inghilterra lascia Parigi in preda ai tumulti rivoluzionari; a bordo c’è Giovan Battista Viotti violinista e compositore piemontese, protagonista della storia musicale europea, capace di influenzare la scuola francese. Alla riscoperta dell’opera di Viotti ha dedicato la propria ricerca Guido Rimonda, una delle personalità musicali più complete dell’odierno panorama violinistico italiano che arriverà al Teatro Verdi di Pordenone giovedì 18 aprile nelle vesti di maestro concertatore e violinista con l’orchestra Camerata Ducale Vercelli, e con la figlia giovane e promettente Giulia Rimonda. Porteranno un programma interamente dedicato al compositore piemontese nato a Fontanetto Po nel 1755 e morto a Londra nel 1824, e non poteva essere altrimenti perché Guido Rimonda da anni promuove la valorizzazione dell’opera intera di Viotti, fondando varie attività a lui dedicate, dall’istituzione della Camerata Ducale al Viotti Festival. Per Decca ha un esclusiva per il Progetto Viotti, ovvero la registrazione in 15 cd dell’integrale per violino e orchestra.
Nella vasta produzione di Viotti si ricordano soprattutto i concerti per violino e orchestra ma il Maestro fu anche un famoso virtuoso nelle capitali europee dell’epoca e un ricercato didatta. «È stato il padre dei violinisti moderni – spiega Rimonda – diede vita all’arco ancora oggi in uso; sviluppò la tecnica violinistica proponendo soluzioni inedite e di grande effetto che costituiranno gran parte dell’eredità passata a Paganini».
L’appuntamento concertistico rientra negli abbonamenti Turchese, Fidelity Musica e Musica-Danza. I biglietti sono acquistabili online o in biglietteria da lunedì a giovedì dalle 16 alle 19. Un’ora prima del concerto sarà aperto anche il Bar Licinio nel foyer del primo piano, con caffè, drink e smart food (prenotazioni in biglietteria).
La prima parte del concerto aprirà con il Duetto concertante per due violini in do minore con Giulia Rimondi violino concertante; Viotti compose in epoche diverse circa una cinquantina di Duetti, in cui si ritrova il “grande stile” viottiano, caratterizzati da cantabilità e dialogo tra violini, con momenti di intenso lirismo contrastati da passaggi drammatici e carichi di pathos. Seguirà la Meditazione in preghiera per violino e orchestra, composizione che risale al 1792 durante la fuga di Viotti che si consola tracciando faticosamente delle note su pochi fogli di musica. Chiuderà il primo tempo il Tema e variazioni in do maggiore per violino e orchestra, «una autentica scoperta giacché il tema conduttore è la celeberrima Marsigliese, che secondo la tradizione fu scritta nel 1792 a Strasburgo da Rouguet de Lisle, ma la data di composizione di questo Tema e variazioni viottiano è del 1781, è lecito dunque supporre che l’autore di questa musica sia proprio Viotti» spiega Guido Rimonda nelle note di sala.
Il secondo tempo riprenderà con il Concerto per violino e orchestra n. 24 in si minore, composto a Londra nel 1795, che si apre solennemente con un’atmosfera drammatica, nelle cui pagine si alternano virtuosismo e brillantezza. Chiude infine l’Allegretto tratto dal Concerto n. 25 in la minore per violino e orchestra, in cui Viotti impiega «le svariate tecniche di rielaborazione tematica per far riapparire più volte gli stessi disegni melodici» conclude Rimonda.
Guido Rimonda ha esordito a tredici anni eseguendo le sonate di Arcangelo Corelli nello sceneggiato televisivo Rai Per Antonio Vivaldi di Alberto Basso dove interpretava la parte di Vivaldi fanciullo. Nel 1992 costituisce la Camerata Ducale e nel 1998, in stretta collaborazione con la città di Vercelli, è il fondatore del Viotti Festival, di cui è direttore musicale. Docente di violino presso il Conservatorio di Novara, è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici nel 2012.