La musica americana è un insieme di mondi e culture di tale varietà da lasciare disorientati. Non solo perché il rock, il jazz, il pop nelle differenti declinazioni, sono già un mondo vastissimo, ma perché anche la musica colta americana è una moltitudine di stili, linguaggi, approcci. A compiere un viaggio, o come lui stesso la definisce, «una passeggiata nella musica americana del XX e XXI secolo, nel segno della libertà, per dar conto della straordinaria varietà di stili della musica d’oltreoceano» è Emanuele Arciuli, pianista di chiara fama, già premio Abbiati nel 2011 che giovedì 31 gennaio alle 20.45 salirà sul palco del Teatro Verdi di Pordenone per un concerto spettacolo straordinario quanto unico. Arciuli non si esibirà al “solo” pianoforte, utilizzerà cinque differenti strumenti a tastiera: oltre al piano, il pianoforte elettrico, il toy piano, il clavicembalo, il pianoforte preparato. Per compiere questo viaggio-performance sarà assistito da Nicola Monopoli per l’informatica musicale e la regia del suono.
American Landscapes – questo il titolo del concerto – sintetizza la ricerca artistica ed estetica di Emanuele Arciuli, pianista innamorato del grande Paese oltreoceano (di cui ha dato conto anche libro “Musica per pianoforte negli Stati Uniti” edito da Edt). A Pordenone proporrà un programma che comprende composizioni di altissima qualità compositiva, con opere molto intense, dirette, comunicative, intelligenti: si comincia con China Gates di John Adams, pagina di grande fascino, scritta nello stile minimalista che caratterizza le prime opere del compositore. Si prosegue con due Sonate per clavicembalo di Lou Harrison, alla maniera di Domenico Scarlatti (in forma A-B), ricche di ornamentazioni e scritte con uno stile che occhieggia al barocco, ma con una sensibilità molto moderna. Harrison era legato da amicizia e stima a John Cage di cui verrà proposta la Suite for Toy Piano di Cage, una pagina brevissima ma assai significativa. Il riferimento al mondo dell’infanzia si sposta da Cage a Chick Corea, che ha scritto Children’s Songs negli anni Ottanta, anche se la loro carica, giocosa e sofisticata assieme, resta attualissima. La prima parte del concerto termina con un piccolo capolavoro, The Perilous Night di John Cage, per pianoforte preparato, Suite assieme struggente e ricca di suadenti colori e ritmi quasi caraibici. La seconda parte si apre con un brano di Philip Glass, uno Studio (il n.2) in cui il minimalismo, ormai libero da ogni dogmatismo, si coniuga alla poesia del suono. Si procede con due brani per pianoforte digitale, uno microtonale di Kyle Gann Fractured Paradise (pezzo di sapore popular), un altro Children on the Hill di Harold Budd, inventore assieme a Brian Eno della musica ambient. Dopo un brano così sognante e poetico, un brusco risveglio con Julia Wolfe, nel suo vivacissimo e ritmico East Broadway, in cui il Toy Piano si unisce alle sonorità da musica house del nastro magnetico. Si prosegue con un brano suggestivo e orientaleggiante di Alan Hovhaness al clavicembalo, Dark River and Distant Bell per concludere con un classico del pianoforte americano contemporaneo: Winnsboro Cotton Mill Blues di Frederic Rzewski, che riporta il pianoforte alla sua compiutezza espressiva, al virtuosismo assieme percussivo e cantabile.
Il concerto avrà inizio alle 20.45 in sala Grande, è inserito negli abbonamenti Azzurro, Fidelity Gold, Platinum, Musica e Musica-Danza. Il teatro sarà aperto già dalle 19 con l’happy caffè drink e smart food al Bar Licinio, biglietti in vendita in Biglietteria e anche on-line www.comunalegiuseppeverdi.it (biglietteria aperta dalle 16 alle 19 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19).
«Una delle più entusiasmanti conquiste del pianoforte moderno e contemporaneo consiste nell’allargamento della sua paletta timbrica. Questo è avvenuto sia attraverso l’uso di sonorità insolite sia inserendo oggetti di uso comune al suo interno (il pianoforte preparato di Cage) – spiega Arciuli – Ci sono poi le esperienze con l’elettronica, l’uso di tastiere digitali, di programmi computerizzati che consentono la microtonalità (uscire, cioè, dal sistema temperato), fino all’uso ironico o serissimo del pianoforte giocattolo come di tastiere antiche». Il pianista condurrà gli ascoltatori in un percorso alla scoperta di musiche bellissime, di paesaggi affascinanti, di compositori formidabili, in cui il pianoforte specchiandosi in questa molteplicità moltiplica anche se stesso.
Emanuele Arciuli suona regolarmente per alcune fra le maggiori istituzioni musicali in Italia e all’estero, esibendosi con importanti orchestre internazionali. Accanto al repertorio più tradizionale, che continua a frequentare con assiduità, suona moltissima musica del nostro tempo. Ha eseguito in prima assoluta oltre quindici nuovi concerti per pianoforte e orchestra, molti dei quali scritti per lui. Nel 2011 gli è stato conferito il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati” come miglior solista dell’anno. Tra gli altri riconoscimenti, una nomination per i Grammy Award per il cd dedicato a George Crumb. Incide per Stradivarius, Chandos, Vai, Innova Records, Bridge. Recentissimo Walk in Beauty, una ricca antologia di musica americana.
Insegna pianoforte contemporaneo all’Accademia di Pinerolo. Insegna al Conservatorio “Piccinni” di Bari, e tiene regolarmente workshop per numerose università degli Stati Uniti, dove si reca dal 1998 ed ha tenuto oltre quaranta tournée.