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Quanto ci vuole per costruire una casa? Di sicuro il tempo bastante perché un rapporto si inclini, cambi irreversibilmente. Un anno forse, lo stesso tempo che ci si mette a dire le cose come stanno davvero e a trovare il coraggio di prendersi una responsabilità.Una casa in 
costruzione scandisce il tempo del racconto, vista da una finestra posta sul fondo di un appartamento, a fermare e inquadrare un periodo di vita.Atmosfera anni Novanta, due giovani quasi trentenni condividono l’appartamento. Il primo scrive spot pubblicitari, è un giovane curato e ha successo con le donne, il secondo è un violinista, trascurato, con problemi di alcolismo. Ambedue soli, entrambi in attesa di qualcosa. I due protagonisti “si orbitano intorno”, ognuno proiettato su di sé e i suoi problemi.Una storia di cose non dette, non fatte, non ascoltate, di allusioni e sarcasmi. Quello che vediamo in scena sono i tentativi di una disperata comunicazione tra i due personaggi; quello che non vediamo, invece, sono i punti nodali della vicenda, le cose da nascondere. È il quadro di un’amicizia che nasce e si consolida, oltre che sulla diversità, sull’umano bisogno di condividere, di non vedersi soli. E sono proprio le differenze a complicare la condivisione, le prospettive diverse, il peso che ognuno dà ad un evento, il proprio rapportarsi al mondo.Gli anni Novanta appaiono troppo familiari per essere decantati eppure già così lontani e affascinanti. E quando ci sentiamo disorientati nel tempo, basta guardare fuori dalla finestra per vedere a che punto sono i lavori della casa e potersi orientare.E se non fosse una casa, quell’edificio fuori la finestra?
NO WOMAN NO PARTY liberamente tratto da Uomini senza donne di Angelo Longoni
a cura di Giuseppe Maria Martino | Agostino Pannone | Enzo Esposito con Agostino Pannone Enzo Esposito regia Giuseppe Maria Martino
