Sabato 16 novembre alle 21.00 nell’ambito del Festival Scrittori&giovani un reading musicale con le parole della poetessa amata dai giovani Alda Merini
Sabato 16 novembre alle ore 21 il Festival Scrittori&giovani in collaborazione con l’Associazione Amici della Dedalo dedica una serata ad Alda Merini all’auditorium della scuola di musica Dedalo, in via Maestra 9 a Novara, con un reading musicale della poetessa, con la partecipazione di Anna Molinari al violino e Riccardo Bisatti al pianoforte. Verrà eseguita la composizione di Federico Gozzellino Io sono folle, folle ispirata a una lirica di Alda Merini con proiezione di spezzoni video e letture di Eleonora Calamita.
Poetessa amatissima, personaggio trasgressivo e commovente che ha saputo parlare direttamente al cuore, Alda Merini ha rappresentato un caso del tutto particolare nella storia letteraria del Novecento italiano. A dieci anni dalla morte una serata per ricordarla con le sue poesie, spezzoni di un’intervista video di Paolo Taggi (Più della poesia), composizioni musicali a lei dedicate tra amore, pazzia, temi mistici, slanci erotici e interrogativi estremi senza risposta, varcando le frontiere dell’esistenza con testi che continuano a giocare con le paure di ognuno e soprattutto aiutano a sognare per confermare una sua profezia: «i miei amori cominciano nei tempi futuri».
Dalla quarta di copertina di Più della poesia
Alda Merini, a un anno dalla morte, in un libro-verità scritto con chi l’ha portata la prima volta in tv, Paolo Taggi: “era prima di molte cose. Del suo infinito successo mediale, prima di tutto. La televisione non era ancora diventata il confessionale riconosciuto di segreti coltivati fino al momento di rivelarli, il capolinea delle storie vissute per poterle raccontare”. La poetessa dei navigli si racconta in due momenti della propria “vita più bella della poesia”: “la poesia è un paio di scarpette rosse. Spesso si balla sulle braci, sul fuoco. È così. È una condanna”. Un libro-testamento per ascoltare la voce della Merini al di là delle apparizioni e dell’immagine inflazionata: “anch’io sono vittima del mio stesso mistero”.