Diana (Ilenia Pastorelli) è una prostituta d’alto bordo. Per sua sfortuna la sua strada si incrocia con quella di un assassino seriale di prostitute, che fallisce nel suo tentativo di aggressione, ma provoca un incidente nel quale la donna perde la vista.
Le viene affiancata Rita (Asia Argento), una volontaria che la aiuta a convivere con la sua nuova condizione. Nel frattempo cerca anche di aiutare anche il piccolo Chin (Xinyu Zhang), bambino rimasto orfano nell’incidente dove lei ha perso la vista. Ma il serial killer continua a tallonarla…
Occhiali Neri: un film inconsistente
Una trama semplice, quasi minimalistica, che magari qualcuno potrebbe pensare sia un semplice supporto a chissà quali trovate da parte del Maestro che ha stupito il mondo con Profondo Rosso e Suspiria. Non è così.
Le poche cose che succedono scorrono sullo schermo senza rilevanti colpi di scena, lasciando i pochi personaggi senza nessun approfondimento psicologico o parabola narrativa rilevante, al di là dei soliti luoghi comuni ormai ritriti.
In particolare, l’operato delle forze dell’ordine non è minimamente credibile, anche perché il livello di cialtronaggine e inverosimiglianza dimostrato dai personaggi non è neanche sostenuto da un minimo di ironia.
I dialoghi sono risibili, quanto accade è altamente prevedibile, tenendo anche conto che Argento si attiene ai suoi cliché, che il cinefilo medio conosce benissimo (come quello dell’aiuto che proviene dal mondo animale). Anche le scene gore lasciano a desiderare, semplice accessorio inserito per dovere in una storia che arranca senza nessun guizzo creativo.
L’unica cosa che emerge dal piattume generale è la recitazione di Asia Argento, ma visto il livello molto basso del contesto nel quale si muove bisogna dire che ha avuto un gioco facile.
A difesa di Ilenia Pastorelli bisogna però sottolineare che il suo personaggio era insostenibile, inchiavardato nello stereotipo della povera prostituta di bell’aspetto che vive una vita difficile, ma in fondo ha un cuore buono.
Il Maestro sembra più interessato a metterne visivamente in risalto il corpo (peraltro maldestramente), che a dargli spessore e credibilità.
Occhiali Neri: un film che conferma il declino artistico di Dario Argento
In breve, un film men che mediocre, con alla base un’idea di certo non originale, ma che avrebbe potuto risultare in un film almeno guardabile, con un minimo di cura nella sceneggiatura.
La domanda sorge spontanea: ma perché Dario Argento continua a fare film, visto il livello a dir poco non eccelso delle sue pellicole negli ultimi decenni?
Una risposta sorge altrettanto spontaneamente: perché il nome del Maestro garantisce comunque visibilità e quindi, auspicabilmente, incassi.
Certo è che con Occhiali Neri Dario Argento conferma di essere nella parabola discendente della sua carriera.
Alessandro Marotta