FANNO TAPPA A UDINE IL 4 FEBBRAIO LE SELEZIONI DEL PREMIO ALBERTO CESA, IL CONCORSO DI FOLKEST DEDICATO AI NUOVI PROGETTI MUSICALI CHE SAPPIANO DARE VOCE ALLE MUSICHE E ALLE CULTURE DEL MONDO
IN PALIO PER I SELEZIONATI ALLA FINALE, CHE SI TERRÀ A SPILIMBERGO QUESTA ESTATE, SEMINARI DI FORMAZIONE PER DIVENTARE I GRANDI ARTISTI DI DOMANI
IL VINCITORE DELLA FINALE SI AGGIUDICHERÀ ANCHE UNA TOURNÉE E UN CONCERTO NELL’AMBITO DI FOLKEST 2023
Spilimbergo – In attesa dell’edizione numero 44 di Folkest, l’International Folk Music Festival, che si tiene ogni anno a Spilimbergo e “in tour” in molti comuni del Friuli Venezia Giulia, ad Auronzo di Cadore e a Capodistria in Slovenia, si potrà avere un piccolo assaggio del Folkest mood venerdì 4 febbraio alle 21 al Befed di Tavagnacco (UD) dove faranno tappa le selezioni della 18/sima edizione del Premio Alberto Cesa.
Il Concorso, che ogni anno si mette di buona lena alla ricerca di musicisti significativi, quest’anno ha raccolto circa duecento iscrizioni tra gruppi e singoli artisti dipanandosi su sei selezioni dal vivo tra Arezzo, Loano, San Pietro in Cariano, Udine, San Donato Val di Comino. In ciascuna di queste piazze sono chiamati a esibirsi tre tra i selezionati che hanno partecipato al bando del premio e solamente i primi classificati di ciascuna serata suoneranno a Spilimbergo durante la fase finale di Folkest 2022 e nel corso delle serate clou del festival della world music che si svolge in Friuli Venezia Giulia nel mese di luglio. Il vincitore decretato da una qualificata giuria di musicisti, giornalisti e produttori, suonerà in concerto dal vivo durante l’edizione successiva del festival e si aggiudicherà anche l’ambito premio del Nuovo Imaie.
Alberto Cesa, voce e ghironda di Cantovivo, uno dei gruppi del Folk revival che quarant’anni fa ha fatto capire le proprie radici non vanno nascoste, che cantare nelle lingue minori non era stare ai margini, ma possedere e proporre una lingua potente, evocativa e quasi magica. Agli albori degli anni Ottanta, Cesa fece una cosa davvero originale e inedita: scrisse in incognito, il testo e la musica di quella che presentò come essere una canzone del repertorio tradizionale piemontese, La bela Mariansun. Prese così simpaticamente in giro l’allora paludato mondo della ricerca etnomusicale, lasciando molti di stucco quando rivelò che la composizione sia del testo che della melodia erano opera sua.
«Alberto Cesa partecipò alle prime edizioni di Folkest, allora Fieste di Chenti, ritornando poi varie volte – spiega il musicista direttore artistico di Folkest, Andrea Del Favero – e instaurando con il Friuli un rapporto di amicizia che si consolidò nel tempo. Era una persona dalla grande curiosità intellettuale, un entusiasta della musica e della vita: non avremmo potuto pensare persona migliore alla quale intitolare il nostro Premio».
A sfidarsi dal vivo a Udine, al Befed, a partire dalle ore 21, per poter partecipare alla finalissima del Premio Alberto Cesa 2022, il 4 febbraio, ci saranno il chitarrista udinese Luca Brunetti, il nuovo trio electric-celtic-folk triestino Jig Robots, e Andrea Bitai, cantante e polistrumentista nata a Budapest, ma da parecchi anni residente in Friuli.
Luca Brunetti inizia a suonare la chitarra all’età di quindici anni. Dopo aver aperto uno studio di registrazione, si dedica completamente all’attività musicale come tecnico del suono come musicista e autore. Da musicista, si occupa principalmente di realizzare musica per la televisione, lavorando per alcune serie televisive di network italiani (RAI, RTI, LA7, Disney Channel Italy) e internazionali (IMDb, The CW, Network Ten Australia, TV2 Norway, CBC Canada, Canal Vie Canada, Canal+ France…). Due dischi al suo attivo: “Just One” del 2018 di sola chitarra acustica e il recente “Empty Pages”.
Jig Robots è un trio di genere Electro Irish il cui sound, unendo il carattere ancestrale di molteplici percussioni e il suono evocativo del flauto traverso in legno all’intensità e alla durezza dell’elettronica, crea una sorta di atmosfera sospesa nel tempo tra un passato ancestrale, il presente che non fa sconti e un futuro nebuloso. La formazione è recente ma i musicisti che lo compongono, Alice Porro, Enrico Apostoli e Marko Jogovic, tutti di formazione accademica, lavorano da anni in consolidati progetti in particolare di musica celtica.
Andrea Bitai, cantante e violoncellista è cresciuta a Budapest dove ha studiato il violoncello, ha nel contempo maturato la passione per la musica popolare della ricca tradizione ungherese, suonando diversi strumenti a corda. Ha così provato a fare convivere le sue due anime e passioni: la musica etnica e il violoncello e si è accorta che questa strada era tutta in salita, ma poi sono arrivati i sei mesi di confinamento, passati in compagnia di un loop station…
A decretare il vincitore di questa selezione sarà la giuria composta da Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest, Gianni Martin, responsabile Premio Alberto Cesa, dai musicisti Rocco Burtone, Glauco Toniut e Daniel Spizzo e dal giornalista Andrea Ioime.
Particolare molto importante, inoltre, sarà che tutti gli artisti che si qualificheranno alle finali di Spilimbergo (PN), avranno anche l’opportunità di partecipare, grazie alla collaborazione con l’Associazione Gottardo Tomat di Spilimbergo, a seminari di formazione professionale con esperti provenienti da vari Paesi europei. Per diventare musicisti significativi nel proprio ambito culturale ci vuole sì talento, ma anche gli strumenti e i maestri giusti: Folkest da sempre mette in campo (e in rete) le migliori professionalità in ambito musicale.
L’evento si svolgerà nel rispetto delle normative anti Covid19 vigenti.