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Recensione di Matrix Resurrections: Neo e Trinity ancora insieme, uniti per tenere in vita il franchise

Recensione di Matrix Resurrections: Neo e Trinity ancora insieme, uniti per tenere in vita il franchise

Matrix Resurrections

Trinity (Carrie-Ann Moss) e Neo-Thomas Anderson (Keanu Reeves) di nuovo insieme in Matrix Resurrections

Matrix Resurrections è una pellicola meta-cinematografica, che può essere forse apprezzata solo da chi conosce i primi tre capitoli della saga, cominciata nel 1999 con l’ormai cult The Matrix.

Altrimenti può deludere. Anche parecchio. Perché la storia è ricchissima di citazioni, ed è stata scritta partendo dal presupposto che lo spettatore conosca quanto accaduto nei tre episodi precedenti.

Inoltre il racconto si sviluppa molto lentamente, specie all’inizio, e quindi non conoscere il passato dei personaggi che si muovono sullo schermo rende veramente difficile calarsi nel racconto.

Diciamolo chiaramente: lo spettatore che non conoscesse chi sono e cosa hanno fatto Neo e Trinity, i due protagonisti, capirebbe poco o nulla, e probabilmente si addormenterebbe sulla poltrona del cinema dopo mezz’ora.

Il discorso cambia se si è visto e apprezzato l’universo narrato nei primi tre episodi di Matrix.

Matrix Resurrections

Matrix Resurrections, un continuo gioco di specchi tra illusione e realtà

Matrix Resurrections: un film lento e a tratti confuso

Matrix Resurrections è tecnicamente un sequel, che si pone l’ambizioso obiettivo di collocare i primi tre capitoli della saga in una cornice più ampia, riuscendovi parzialmente.

Perché orientarsi in questa storia non è facile, vista anche la complessità di quanto raccontato precedentemente. Vi si ritrovano la maggior parte dei personaggi già incontrati negli altri film, ma solo Neo-Thomas Anderson (interpretato da Keanu Reeves) e Trinity (Carrie-Ann Moss ) sono riconoscibili, visto che gli altri sono interpretati da altri attori.

In questo sequel, ambientato sessant’anni dopo l’ultimo capitolo della saga, si cerca di spiegare il motivo della differenza fisica dei vari personaggi mostrati, ma visto che nella pellicola si vedono anche sequenze dei film precedenti, chi non li conoscesse rimarrebbe quanto meno disorientato.

Se si rimane a questo livello di lettura, questa pellicola, che peraltro fa fatica a mettersi in moto, è estremamente deludente.

Matrix Resurrections: una storia d’amore

In realtà Matrix Resurrections ruota intorno alla potente storia d’amore tra Neo e Trinity, che fornisce benzina al motore del racconto, ed ha un ruolo centrale anche nell’universo immaginario di Matrix, che è il mondo reale nella storia raccontata.

Tutto il film – molto più dei precedenti – gioca con i concetti di reale e immaginario, con i personaggi che si guardano spesso allo specchio, che a sua volta frequentemente costituisce un portale che si apre sul mondo di Matrix.

Thomas Anderson in questo sequel non per niente è un acclamato game designer, è non è difficile indovinare quali videogiochi abbia inventato per diventare tanto famoso. Ovviamente, stiamo parlando della trilogia di Matrix. E Thomas, nella finzione cinematografica, sta affrontando un grosso problema: realizzare il quarto episodio del videogioco…

In effetti tutta la prima parte della pellicola si perde in questo gioco di specchi e di citazioni, sui quali indugia con grande lentezza e – forse – troppo autocompiacimento.

Da un certo punto di vista, Matrix Resurrections può essere anche visto come il tentativo di prendere per i fondelli la stessa Hollywood, e il suo insaziabile desiderio di creare sequel, spin-off e reboot, e chi più ne abbia più ne metta, pur di riciclare quanto ha già avuto successo e mantenere in vita i vari franchise.

Nella seconda parte della pellicola la passione che lega Neo e Trinity imprime un colpo di reni alla pellicola, che però si piega al politically correct, e vede ridimensionarsi il ruolo di Neo, mentre prende il sopravvento la figura di Trinity. Si sa, il maschio alfa non è più accettabile, nel cinema mainstream. La donna alfa invece sì.

Matrix Resurrections: un film mediocre destinato a mantenere in galleggiamento il franchise

Trascurando questi dettagli, la pellicola si lascia guardare da chi ha apprezzato The Matrix, e per questo motivo si è già visto anche i due sequel successivi, non all’altezza del primo, che rimarrà scolpito nell’immaginario collettivo.

Perché il primo The Matrix è basato su un’ottima storia, con una struttura lineare e facilmente riconoscibile, con un protagonista il cui arco narrativo segue le tappe previste dal Viaggio dell’Eroe, come tratteggiato da Christofer Vogler, girato con novità tecniche che hanno fatto storia.

Matrix Resurrections invece ha una narrazione confusa e ondivaga, ricicla quanto già visto negli episodi precedenti, si perde in una serie di riflessioni meta-cinematografiche che in effetti possono essere anche intellettualmente interessanti, ma non bastano a salvare una pellicola senza mordente e con una struttura traballante.

Probabile che abbia una buona accoglienza dal pubblico e serva bene allo scopo per il quale è stata realizzata: mantenere in vita il franchise e continuare a fare soldi facili. Del resto, in Matrix Resurrections questi concetti sono espressi chiaramente.

Hollywood ormai non cerca più di nascondere storie inconsistenti dietro agli effetti speciali o alle citazioni cinematografiche, ma ammette candidamente di essere una macchina per fare soldi. E al pubblico, in fondo, va bene così.

In attesa dell’inevitabile quinto episodio della saga, probabilmente ancora più confuso e mediocre…

Alessandro Marotta

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