«Attraverso Trieste, vedere il mondo» è con molto entusiasmo e questa prospettiva che Paolo Valerio intraprende il suo percorso di Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, ruolo che gli è stato affidato a partire da gennaio 2021.
Assieme al Presidente Francesco Granbassi, il 26 gennaio al Politeama Rossetti, ha tenuto una prima conferenza stampa che è stata l’occasione per tracciare alcune riflessioni sulla futura attività.
Il neodirettore ha innanzitutto espresso il proprio ringraziamento alle istituzioni: al Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e agli altri soci del Teatro Stabile, al Presidente Francesco Granbassi al vice presidente Piero Geremia e ai membri del Consiglio d’Amministrazione Nicole Matteoni, Federico Pastor e Tiziana Sandrinelli.
Un particolare ringraziamento è andato a Tiziana Gibelli, Assessore alla cultura e allo sport della Regione e a Serena Tonel, Assessore ai Teatri del Comune di Trieste.
Paolo Valerio ha inoltre sottolineato l’ottimo lavoro svolto da Franco Però, che lo ha preceduto negli ultimi sei anni di direzione: da lui riceve un teatro sano, dall’attività notevole, con un personale d’eccellenza in tutti i settori, riconosciuto a livello nazionale. E sul piano artistico, un fiore all’occhiello come la Compagnia Stabile, un gruppo di professionisti preparati e affiatati che per un regista rappresentano uno strumento prezioso, di rado istituito in pari strutture.
Apprezzato regista e attore Paolo Valerio è stato spesso in scena nel Teatro che ora dirige «Conosco bene l’emozione di portare a Trieste i propri spettacoli – ha detto – l’ho provata di recente con “Jezabel” di Irène Némirovsky, con “Il Deserto dei Tartari” e “Poema a fumetti” di Buzzati, con “Misura per Misura” e prima ancora con “Le ho mai raccontato del vento del Nord” che fu ospitato al Miela… Ora ci saranno anche la responsabilità di rivolgermi al pubblico preparato e affezionato dello Stabile, la sfida impegnativa della maestosa sala del Politeama con i suoi 1530 posti, per vocazione adatta alla grande prosa di qualità, come agli eventi multidisciplinari, ed un territorio di riferimento molto ricco culturalmente e artisticamente… E le tante anime di Trieste, il suo respiro internazionale, il suo immenso patrimonio culturale di scrittori, artisti, uomini di scienza, di pensiero triestini oppure “adottati” dalla città – da Italo Svevo a Margherita Hack, da Rilke a Strehler, a Joyce – che regalano profonde induzioni per comprendere il presente, immaginare il futuro, e che ispireranno di certo la progettualità sul piano della produzione…»
Fino a qui l’ottimo punto di partenza da cui muoverà il Direttore, e le suggestioni che contribuiranno a delineare il suo percorso fra nuovi progetti di produzione, ospitalità, formazione.
Ma va anche evidenziato che Paolo Valerio assume il ruolo in un periodo del tutto particolare, un momento senza precedenti nel panorama mondiale, in cui ogni idealità, ogni organizzazione è costretta a confrontarsi con esigenze, limitazioni, responsabilità dettate dall’emergenza sanitaria.
Paolo Valerio è comunque in accordo con la linea percorsa fino ad ora dallo Stabile regionale: l’attività va mantenuta e incrementata anche in streaming in questo particolare frangente: le limitazioni possono fungere da stimolo per una sperimentazione arricchente e dunque si continuerà a lavorare, proporre, spendersi per la comunità di spettatori e di artisti per cui questo Teatro è un riferimento.
Lo testimonia la programmazione di questi giorni: da un lato l’elaborazione della produzione “Valzer per un mentalista” che fino al 31 gennaio è diffusa in modalità di live streaming interattivo. Dall’altro lato, il primo progetto curato da Paolo Valerio, che guarda al grande fascino, e assieme alla profonda complessità storica e culturale di Trieste.
“Trieste e la Memoria – Un viaggio nella città” sulla drammaturgia di Paola Pini è un contributo in live streaming che il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, e in sintonia con le iniziative già promosse dal Comune di Trieste e dalla Regione, viene offerto a tutti gli interessati, e in particolare al mondo della scuola e dell’Università, nell’ottica di accrescere le occasioni di conoscenza e di riflessione su una delle pagine più buie della Storia del Novecento. (il comunicato di presentazione è accluso). Da oggi stesso il lavoro della Compagnia Stabile si concentrerà sulle drammatiche vicende del confine orientale nel secondo dopoguerra, per la creazione di un nuovo progetto che si vedrà in concomitanza con il Giorno del Ricordo il 10 febbraio.
L’evoluzione della pandemia potrebbe far immaginare una riapertura dei teatri con pubblico limitato, fra marzo e aprile: se tale ipotesi sarà confermata, il progetto di ospitalità e produzione dello Stabile potrà finalmente svilupparsi anche nella dimensione a cui tutti aspiriamo, “dal vivo”. Il Direttore ha anticipato che si ripartirà dalla riprogrammazione di buona parte degli spettacoli ospiti che sono stati sospesi e dalla ripresa delle produzioni già varate che proseguiranno le loro tournée.
Molte risorse, secondo Paolo Valerio, si esprimeranno nell’attività estiva site-specific e all’aperto che coniugherà sicurezza, cultura, fascinazioni artistiche: si intraprenderà dunque nell’immediato un dialogo – sulla linea della positiva esperienza dell’estate scorsa – per incrementare la collaborazione con il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare, con i Civici Musei, con il Porto che offre cornici diverse e interessanti.
La produzione in sinergia con il turismo culturale è infatti un tema su cui il direttore desidera impegnarsi, certo che si possa valorizzare molto, sia nel territorio che a Trieste, in particolare nel momento di crescita che la città sta vivendo.
Sarà questo un primo passo nell’intenso lavoro di partnership e di rapporti che il direttore curerà meticolosamente in città e in regione, confrontandosi con tutte le realtà teatrali, culturali e artistiche, per individuare ambiti e modalità di collaborazione che rappresentano sempre dei punti di forza.
Intanto ci si concentra sulla Stagione 2021-2022 da sviluppare in una sperabile ritrovata normalità: se, per evidenti ragioni di prudenza, è impossibile in questo momento anticipare titoli e artisti, è chiaro che il direttore è già al lavoro per tracciare un progetto di ospitalità che si sviluppi a 360 gradi nella parabola dei linguaggi teatrali, a partire dalla prosa di elevata qualità, per toccare naturalmente i musical internazionali, la danza – proposte che appartengono alla natura stessa del Politeama – fino al teatro d’innovazione, di contaminazione che proprio qui e in questi momenti va coltivato, perché può trovare un terreno artistico fertile e menti aperte e interessate in platea.
Sul piano della produzione sono inestimabili, secondo Paolo Valerio, gli stimoli che si ricevono dai già citati “giacimenti culturali” di Trieste e del territorio: i primi progetti trarranno ispirazione proprio da qui, da quei monumenti della letteratura che sono capisaldi del Novecento europeo dal valore universale o da figure imprescindibili per chi ama il teatro, per chi di teatro vive, come quella di Giorgio Strehler. Paolo Valerio, forte anche del suo rapporto privilegiato con la Scuola del Piccolo Teatro, dove si è formato, vorrebbe dedicare il 2021 (nel centenario della nascita) alla sua visione della vita e dell’arte che ancora ci regala potenti illuminazioni: «Il teatro come responsabilità morale, come amore accanito ed esclusivo, un severo impegno verso la vita e verso gli altri, in un sentimento di unità tra parola scritta e rappresentazione, attori e scenografo e musicisti e autori, un tutto unico fino all’ultimo macchinista – cita Paolo Valerio – è una frase di Strehler, ma sembra perfetta per noi: sono queste la motivazione, l’energia di cui ora abbiamo bisogno».
Infine un patto che il direttore ha voluto proporre ai media, proprio in occasione della conferenza stampa, riconoscendo il ruolo fondamentale di “compagni di viaggio” che essi hanno sempre per chi fa teatro e che assumeranno ancor più nel prossimo futuro: «La gente di teatro è paziente, sì, ma non rassegnata: siamo pronti a ripartire, e il ritornare in sala rappresenterà per tutti un momento di grande rinascimento, di gioia, di motivazione. Il ruolo dei media in questo ritornare a parlare di teatro con il pubblico, sarà fondamentale, sarà fondamentale veicolare e trasmettere attraverso la loro attenzione e sensibilità il piacere della libertà e del teatro, che vibreranno naturalmente sul palcoscenico, ma che vivremo appieno solo se riusciremo a condividerlo con ogni spettatore».
E.L.