Giovedì sera, teatro Giovanni da Udine in Roma (ops, Udine), ma il gps segna così. Sarà un modo per uniformarsi alla lingua di Daniele Silvestri che arriva e si dice contento di essere ospitato dal capoluogo friulano, ma che beh, ospita lui questa sera il numeroso pubblico presente.
Così è, infatti, in un concerto che dura poco meno di tre ore, che si concentra sul nuovo lavoro discografico del cantante romano e lascia sul finale i pezzi storici che tutto il teatrone udinese, riempito da un migliaio di fan, canta a squarciagola in un’escalation crescete di emozioni e di entusiasmo.
Ed è appunto con “La mia casa” dopo “La verità” che si inizia immaginando di essere un po’ ovunque, con un particolare quanto mai attuale riferimento al Bataclan di Parigi, tristemente noto alle cronache. Si continua con un susseguirsi delle ultime canzoni tratte dall’album “Acrobati” uscito nel 2016 arrivando alla più conosciuta “Quali alibi” interpretata con successiva interrogazione del testo al pubblico.
Si passa alla condanna della mafia con “L’appello”, in ricordo di Borsellino e di tutte le vittime della mafia con un applauso commosso da parte del pubblico, per una canzone piena di vita che combatte ciò che succede perché non dovrebbe succedere.
A seguire “Le navi” che si sofferma sulle vittime del nostro mediterraneo negli ultimi anni.
Dopo una breve pausa cambio di scena con il palco allestito come un circo in cui Silvestri gioca con gli altri musicisti presentandoli, con molta premura nel corso del concerto. Si parte con “Monetine” e “L’orologio” per passare ad “Acrobati”, meraviglioso pezzo che da il titolo al disco.
Si prosegue arrivando alla “Guerra del sale”, in collaborazione con Caparezza che sbuca in un video in un bel duetto. Dal video poi ricordo della prima volta al voto delle donne nel 1946, di Berlinguer (anno 1983) e delle manifestazioni di piazza del 2016, che danno molta attualità ad un concerto decisamente al passo con i tempi d’oggi, con le richieste di uguali diritti per chi non ne ha, in particolare sul tema unioni civili.
“A bocca chiusa” chiude la fase canonica del concerto con ulteriore presentazione dei compagni di avventura e ringraziamento ai tecnici che permettono di vedere tutto ciò che il palco ospita, per lasciare spazio a due canzoni scelte nei giorni prevedenti dai fan, “Il mondo stretto in una mano” e “Occhi da orientale”. Giocando con i colori delle luci e con gli strumenti suonati magistralmente dei musicisti, ci si avvia alla conclusione con le richieste del pubblico, “Kunta Kinte” e “Testardo” per arrivare alla canzone di maggior successo di Silvestri, “Salirò”.
Il pubblico grida “fuori, fuori, fuori” e non ci possono essere che due bis, con l’artista che chiede ai fan se hanno una casa, vista l’ora. Le due scelte sono “Aria” e “Cohiba” per un finale con tutti in piedi e felici per uno straordinario concerto, ricco di momenti di simpatia ma anche riflessione per i testi impegnati del cantautore romano, mai banale nei suoi pezzi, in una carriera che continua a dare soddisfazioni e successi, ma che forse non hai mai toccato le vette che merita, perché Silvestri ha una qualità, unita ad una fantasiosa comicità, che lo rendo uno straordinario acrobata nel circo della musica italiana.
Rudi Buset – photo by Edy Lovisetto
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