Arriva finalmente in Italia su licenza ufficiale MTI – Music Theatre International – Spring Awakening, rivelatosi uno spettacolo dirompente nel panorama del musical internazionale. L’opera di Duncan Sheik e Steven Sater ha rappresentato per Broadway una vera e propria rivoluzione di genere, stravolgendo i codici espressivi e le consuetudini stilistiche del musical tradizionale. Ampiamente ripagata sia dal pubblico che dalla critica, Spring Awakening ha letteralmente sbancato nell’edizione 2007 dei Tony Awards, ottenendo undici candidature e vincendo otto riconoscimenti tra i più importanti (tra cui miglior musical, miglior regia, miglior libretto) e un Grammy Award per le migliori musiche. Al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia a questo dirompente lavoro è affidata l’apertura del cartellone Musical ed eventi internazionali e lo apprezzeremo – dal 7 al 10 novembre – nella regia di Emanuele Gamba, nella direzione musicale di Stefano Brondi e nell’interpretazione di un cast che non lesinerà in coinvolgimento, energia e positive sorprese. Vi figurano Flavio Gismondi, Arianna Battilana, Federico Marignetti, Tania Tuccinardi e Noemi Baiocchi, Paola Fareri, Renzo Guddemi, Vincenzo Leone, Chiara Marchetti, David Marzi, Albachiara Porcelli, Andrea Simonetti. Lo spettacolo vanta la partecipazione di Gianluca Ferrato e Francesca Gamba.
Spring Awakening che diviene musical grazie alla creatività di Steven Sater – per libretto e testi – e di Duncan Sheik cui si devono le musiche assolutamente rock, è tratto dalla controversa pièce teatrale di Frank Wedekind Risveglio di Primavera, scritta nel 1891 e messa in scena per la prima volta solo nel 1906 in una celebre edizione del regista Max Reinhardt, direttore del Deutsches Theater di Berlino. L’opera rimase infatti a lungo nel cassetto, vittima della censura, in una Germania di fine Ottocento evidentemente non ancora pronta ad affrontare esplicitamente temi come la pubertà, la sessualità, l’abuso sui minori, l’omosessualità, il suicidio, l’aborto. Troppo anche per l’America che propose lo spettacolo a New York nel 1917 rischiando la chiusura del teatro per pornografia. Ancora nel 1963, in Inghilterra, la pièce andò in scena in versione censurata.Divenuto un classico del teatro moderno, il capolavoro di Wedekind ha conosciuto una seconda “primavera” proprio nella versione musical, scritta da Steven Slater e dal cantante rock Duncan Sheik, che ha debuttato nel 2007 a Broadway per la regia di Michael Mayer, con coreografie di Bill T. Jones e un cast dal quale sono usciti, tra gli altri, Jonathan Groff e Lea Michele, protagonisti del telefilm Glee. L’allestimento italiano di Spring Awakening, per la regia di Emanuele Gamba e la direzione musicale di Stefano Brondi, mantiene una stretta aderenza al libretto. La sfida è proprio quella di affrontare un musical atipico nel suo genere: scene di nudo, abuso di minori, masturbazione, stupro, suicidio ma anche inno alla vita, alla gioia, a una natura nuova, alla speranza. Il testo è recitato in italiano ma l’inglese è mantenuto nelle canzoni, affinché niente si perda della straordinaria forza espressiva delle musiche. Unica concessione dell’allestimento italiano riguarda l’ambientazione: la Germania di fine secolo viene sostituita con l’Italia degli anni Trenta, i cui richiami iconografici si riflettono nella scenografia e nei costumi. Sullo sfondo, evoca l’ambiente scolastico in cui si muovono i giovani personaggi, una grande lavagna, su cui verranno proiettate le traduzioni delle canzoni con video di grande impatto scenico. «In Spring Awakening – spiega il regista Emanuele Gamba – si canta quella meravigliosa combinazione di gioia, paura ed esaltazione che da sempre ragazze e ragazzi hanno provato per il dolce mistero dello sbocciare del proprio corpo. Risveglio e Spring sono lo stesso racconto, quello della giovinezza, la più fragile e insieme più affascinante stagione della vita. Drammaticamente e selvaggiamente, si muovono queste meteore di vita tra lotte e paure, repressioni e slanci incontrollabili. C’è la giovinezza che muore sul nascere, istinti che alle volte rimangono potenze senza controllo e maturazione. Ma c’è poi anche quella, forte e fortunata, che vince la lotta. Per Frank Wedekind, Duncan Sheik, Steve Sater e tutti noi, nessuna ipocrisia, nessun conformismo sociale potranno più soffocare e condannare quella naturalità gentile e infinita purezza d’animo di quelle giovani donne e giovani uomini che esercitano il loro semplice e ineludibile diritto al futuro»
Lo spettacolo si avvale delle coreografie di Marcello Sindici, delle scene di Paolo Gabrielli, dei costumi di Desirée Costanzo, dei video di Paolo Signorini e Raffaele Commone, del disegno luci di Alessandro Ferri e della direzione artistica di Pietro Contorno. La band dal vivo è composta da Marco Susini/pianoforte, Fabrizio Balest/basso e contrabbasso, Emmanuele Modestino/chitarre, Raffaele Commone/batteria, percussioni e sequenze, Francesco Carmignani/violino, Simona Ciardini/viola, Martina Benifei/violoncello.
Spring Awakening è una produzione Todomodo Music-All in collaborazione con Ars Nova e La Bottega del Verrocchio.
Alla Sala Assicurazioni Generali lo spettacolo debutta giovedì 7 novembre alle ore 20.30, replica allo stesso orario venerdì 8 e sabato 9, mentre domenica c’è la replica pomeridiana con inizio alle ore 16.
Biglietti e info presso i consueti punti vendRisveglio di primavera è uno dei capolavori teatrali di Frank Wedekind: scritto nel 1891, venne messo in scena per la prima volta nel 1906 in una celebre edizione del regista Max Reinhardt, direttore del Deutsches Theater di Berlino. L’opera rimase a lungo nel cassetto, vittima della censura, in una Germania di fine Ottocento evidentemente non ancora pronta per la messinscena dei temi affrontati dalla pièce: nell’opera si parla esplicitamente di pubertà, di sessualità, di abuso sui minori, di omosessualità, di suicidio, di aborto. Troppo per la Germania di fine Ottocento, ma anche per l’America del primo Novecento: la prima versione in lingua inglese a New York rischiò la chiusura nel 1917 in quanto tacciata di pornografia, e riuscì ad andare in scena solo dopo una lunga battaglia in tribunale. Ancora nel 1963, in Inghilterra, la pièce andò in scena in versione censurata.
Divenuto un classico del teatro moderno, il capolavoro di Wedekind ha conosciuto una seconda “primavera” nella versione musical, scritta da Steven Slater e dal cantante rock Duncan Sheik, che ha debuttato nel 2007 a Broadway, sbaragliando il tavolo dei Tony Awards (ne ricevette ben otto tra cui quello per miglior musical e ottenne anche un Grammy per le musiche). Spring Awakening ha saputo conquistare la critica e il pubblico (soprattutto giovane) grazie a uno straordinario allestimento curato dal regista Michael Mayer, con coreografie di Bill T. Jones e un cast dal quale sono usciti, tra gli altri, Jonathan Groff e Lea Michele, protagonisti del telefilm Glee. L’opera ha rappresentato una vera e propria rivoluzione di genere per Broadway, stravolgendo i codici espressivi e le consuetudini stilistiche del musical tradizionale: scene di nudo, masturbazione, stupro, suicidio non sono certo ricorrenti nel repertorio del musical! Ma Spring Awakening è anche inno alla vita, alla gioia, a una natura nuova e rigogliosa, alla speranza, grazie a una colonna sonora memorabile nella quale la musica rock diviene l’elemento di rottura tra i giovani e il mondo degli adulti. L’edizione italiana, con band dal vivo, è fedele all’originale americano: i dialoghi sono stati tradotti, mentre le canzoni vengono eseguite in lingua originale (le traduzioni sono proiettate su una grande lavagna che ricorda l’ambientazione scolastica della vicenda). Unica concessione nell’allestimento italiano, diretto da Emanuele Gamba, è la trasposizione del momento storico: la Germania di fine secolo diventa l’Italia degli anni Trenta. I giovani protagonisti della vicenda sono interpretati da un gruppo di straordinari interpreti quasi loro coetanei, tra cui merita citare Flavio Gismondi, Arianna Battilana, Federico Marignetti e Tania Tuccinardi. La versione musicale di Spring Awakening è una chiara dimostrazione di come il musical sia ormai un genere teatrale compiuto, grazie al quale possono trovare nuova linfa ed espressività anche grandi classici del repertorio teatrale tradizionale.
e.l.