Stravinsky: Le Sacre. Virgilio Sieni. Undici anime vestite di corpi: Ramona Caia, Claudia Caldarano, Vittoria De Ferrari Sapetto, Patschraporn Distakul, Giulia Mareddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Giulio Petrucci, Rafal Pierzynsky, Davide Valrosso. Vero organismo, oltre che corpo di ballo, il 22 e il 23 ottobre 2015, ha trasudato l’infinito sulle tavole del Teatro Della Pergola di Firenze. Sei ballerine nude per interpretare il “Preludio”. Nude oltre la pelle, in lotta con la gravità della terra, si sciolgono nello spazio come partitura viva. Pregne di un’innocenza originaria, esistono nella consapevolezza della loro dialettica corporea.
Qualche minuto di pausa. Il pubblico necessita di riprendere fiato.
I nervi dello spettatore sono stati toccati, segnati, preparati.
“La sagra della primavera” è una vertigine di sensi, la danza rituale di Matisse sembra bruciare nel muscoli non più immobili dello spettatore che si sente parte della festa. Con sussurri, visioni e baricentri scomposti, la performance dimostra quanto il teatro sia il luogo dove, ancora, il corpo sia un irriducibile. Spazio sociale in cui non può esserci scissione né virtualità. La fatica di viverlo, diventa un fatto di tutti, professionisti e non. La crudeltà del corporeo lungi dall’essere un evento di èlite, si mostra come fatto politico, pregno di bios nel suo nativo appartenere alla comunità. Non a caso, lo spettacolo fa parte del progetto triennale “UMANO_Cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza” che in collaborazione con il Teatro della Toscana, lavora con “le pieghe del corpo sulla soglia dell’umanità.”
“Bisogna che lo spettatore abbia la sensazione che davanti a lui si rappresenta una scena della sua stessa esistenza, una scena veramente capitale. Chiediamo insomma al nostro pubblico un’adesione intima e profonda” Antonin Artaud
Anita Laudando