Dopo l’incontro con il pubblico e con la stampa tenutosi nel Caffè Rossetti martedi pomeriggio, ha debuttato a Trieste Fiona di Mauro Covacich, spettacolo diretto da Andrea Liberovici e interpretato da Orlando Cinque, che rappresenta un momento fondamentale del progetto che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia incentra sulla forza della drammaturgia contemporanea, volgendosi ad autori radicati nel territorio. Covacich, triestino – autore di romanzi di successo (anche Fiona nasce in questa forma, nel 2005) – tratteggia nel testo un quadro della realtà contemporanea, attraverso una scrittura tagliente, ricca d’induzioni, talvolta allucinata e assumendo il punto di vista del protagonista, Sandro ( magistralmente interpretato da Orlando Cinque). Un uomo d’oggi, ritratto nel suo caos interiore, nel suo smarrimento che si perde nella patologia psicologica. Un mal di vivere restituito – nell’efficace lavoro di adattamento e regia di Andrea Liberovici. Sandro ha un profilo oscuro, inquietante, imprevedibile, grazie al quale lo spettacolo vira verso inattesi toni noir… L’ allestimento che si avvale di una pluralità di codici espressivi, dà sostanza scenica al protagonista Orlando Cinque, capace di arricchire ogni interpretazione d’intelligente introspezione e di sensibili sguardi sulla realtà. Il suo personaggio, perseguitato da una vita alienata, dai suoi incubi, dal suo autodistruttivo disorientamento, spera in una sorta di “liberazione”, di anestesia dall’ansia quotidiana e tenta infine di far “esplodere” la propria situazione nella dimensione che oggi, penosamente, rischia di restare la sola ad offrire la consapevolezza della nostra identità
. Ne esce un personaggio ambivalente una specie di moderno dottor Jeckill e mister Hjde, dove al cinico e affermato produttore di format televisivi , si frappone un nero individuo ossessionato dalla quotidiana presenza di intere famiglie in coda con i carrelli della spesa e bambini al seguito in una domenica qualunque a cui vuol dare fine seminando terrore e distruzione attraverso bombe nascoste in innocenti prodotti di consumo per rivendicare la sua padronanza di esistenza al di fuori degli schemi imposti da una società di consumi e frustrazione di idee. Tutto si svolge tra i dubbi e le certezze di Sandro affiancato da Lena moglie frustrata e poco comunicativa che deve gestire anche la vita della bambina adottiva Fiona che nei suoi mutismi e nei suoi atteggiamenti mostra tutti i suoi problemi di fanciulla autistica e che quindi rifiuta ogni contatto affettivo ed ha come unica forma comunicativa quella di rosicchiare tutto ciò che gli capita tra le mani e soprattutto non parla non comunica e rende ancora più frustrante il ruolo di Lena nella sua funzione di mamma. Il testo appare inquietante e nello stesso tempo modernissimo dove è manifestato il caos interiore ed il malessere di vivere di un personaggio che passa la sua esistenza interrogandosi tra i ritmi frenetici del suo successo e momenti spezzati di una vita vissuta tra televisioni e supermercati conditi da una famiglia piena di ansie e malesseri che trasformano un uomo di successo e coronato da un eccellente carriera,in un essere che vive comunque da oppresso. L’interpretazione del protagonista Orlando Cinque è eccellente e manifesta una introspezione intelligente e allo stesso tempo sensibile sulla realtà che lo circonda. Il regista Andrea Liberovici nella sua trasposizione teatrale ha ridotto, i circa quaranta personaggi del romanzo di Covacich e le quindici location presenti nel romanzo, in un tutto uno, quasi un monologo tra Sandro e le due figure femminili di Lena la moglie frustrata e anti comunicativa e una donna misteriosa dai capelli rossi, ferma a spiare lui e la bambina. E sotto lo sguardo di questa donna esploderà la tensione di una vita in caduta libera, e una sottile speranza di salvezza. Quello che colpisce della scenografia è la distanza di una coppia che forse è stata felice, ed il rispecchiarsi della vita dentro e fuori il televisore. Dove è evidente il vertiginoso rispecchiarsi della vita dentro e fuori la realtà del mezzo televisivo, dove la mente di un giovane padre sogna amore e morte con il ritmo febbrile di un conto alla rovescia.
FIONA di Mauro Covacich adattamento e regia di Andrea Liberovici con Orlando Cinque e con Irene Serini, Caterina Luciani , progetto scenografico Irene Novello, luci Paolo Giovanazzi e suono Carlo Turetta .
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in scena fino al 28 aprile alla sala Bartoli del politeama Rossetti
Enrico Liotti
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