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21 maggio 2014 Teatro Giovanni da Udine Luca de Filippo in “Sogno di una notte di mezza sbornia” Di Eduardo de Filippo

Luca de Filippo ieri sera in scena al teatrone ha concluso ringraziando “di cuore”per il successo in sala ,soprattutto perchè quel suo cuore gli ha fatto una brutta sorpresa , qualche mese fa ,che lo ha costetto a saltare la tournèe ,ricoverarsi in ospedale , ma di sicuro niente può fermare in lui la voglia di palcoscenico . Ha concluso alla grande la nostra staggione teatrale , che già si aprì a novembre con l’Eduardo proposto dai fratelli Servillo ,proponendoci una commedia non così nota ma decisamente divertente .

De Filipo padre è sempre una garanzia: le storie proposte sono comunque valide , perle di vita quotidiane ,senza tempo, a Napoli come a Torino od a Trieste.Dal titolo “Sogno di una notte di mazza sbornia” subito si capisce la trama: Pasquale Grifone ,che spesso e volentieri affida al bicchier di vino i propri problemi, trascorre notti agitate da incubi e visioni .Perfino Dante Alighieri gli compare in sogno offrendogli quattro numeri fortunati che gli garantiscono una vincente quaterna milionaria .Quindi grandi festeggiamenti per lui e la sua famiglia? Non del tutto perchè se la moglie e i due figli già intendono da subito cambiare vita e uscire dalla miseria, il protagonista è al contempo terrorizzato perchè i numeri sognati segnano in verità ora e data della morte che Dante gli predice .La vincita al lotto realizza la voglia di lusso e benessere della moglie, dà un futuro al figlio (“metti dei soldi in tasca ad un cretino e questo diventa subito importante” dice il padre nella commedia…….) e rende la figlia bruttarella un buon partito .Ma ogni giorno che passa il protagonista sente avvicinarsi la fine ;si suggestiona al punto di sentirsi invecchiare, teme le malattie , conta le ore che gli restano da vivere. Più lui sta male più i suoi congiunti cominciano a calcolare la spartizione delle ricchezze ereditabili .Pasquale è combattuto tra la paura che il sogno si realizzi completamente fino alla predizione nefasta , oppure a volte si convince che un sogno è pur sempre un sogno e che quindi no è detto che la sua morte possa davvero realizzarsi.
Sogni, desideri, realtà……chissà che cora ci riserverà il destino, chisà quale sarà l’ora giusta della nosta fine,quella del nostro orologio o quella del medico che arriva in scena con un altro orario sul suo quadrante ?
Luca de Filippo cresciuto a pane ,teatro e “zupp’e latte”,rende molto brioso ogni angolo della scena ; l’allestimento sul palco è di un interno casa (nella prima parte poverella e poi di un ‘ostentata ricchezza kitck ) con un originale pavimento sollevato che permette agli attori di entrare in scena simulando di fare il giro dell’isolato ,come se passeggiassero lungo la strada.
Il taglio farsesco della rappresentazione alleggerisce la tragedia che si insinua comunque tra le assi del palcoscenico. A pensarci bene la storia è veramente triste :all’inizio la famiglia Grifone “tira a ccampà” a stento lottando tra la sopravvivenza quotidiana e un capo famiglia ubriacone ,poi improvvisamente stavolge la sua esistenza tra lussi e qualche invidia familiare , in un incubo di incertezza , barattando la vita di Pasquale in cambio del benessere .Il destino dà e toglie a sua scelta ;aspettiamo l’autobus del futuro ma forse è meglio prendere il primo che passa , così , al volo

Pensateci e pensatemi AL. GA.

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