“Questo quadratino di spazio è la mia stanza privata… è la mia cassa toracica, c’è una pallina rossa spostata dal centro, un cuore che mi ricorda di agire sempre dentro i suoi battiti. Ho imparato dal mio corpo spezzato ad apprezzare il valore del limite come il valore dell’errore. Il bel gesto così come l’errore muovono l’essere poetico da dentro . Non è mai stata la ricerca della bellezza o della abilità che mi hanno interessato, ma la ricerca della grazia” (Piera Principe).
a me piace delimitare lo spazio e agire in un quadratino di palcoscenico ,
la mia presenza in questo quadratino di palcoscenico è come quella di un ragno che in un angolo, tra i muri di una stanza, tesse la sua ragnatela
Aspetto quel farsi del gesto necessario… necessario come il filo che il ragno produce per costruirsi una quarta parete
Una trama silenziosa sospesa tra limiti e imperfezioni
Questo quadratino di spazio è la mia stanza privata… è la mia cassa toracica, c’è una pallina rossa spostata dal centro, un cuore che mi ricorda di agire sempre dentro i suoi battiti
Ho imparato dal mio corpo spezzato ad apprezzare il valore del limite come il valore dell’errore
Il bel gesto così come l’errore muovono l’essere poetico da dentro
Non è mai stata la ricerca della bellezza o della abilità che mi hanno interessato, ma la ricerca della grazia
Incontrando lo spazio, un gesto portato dalla grazia lo accarezza soltanto, non vuole sedurlo, possederlo a tutti i costi
La grazia attende l’altro Attende altro, l’inedito che si nasconde, il numinoso ed è questo l’incontro che non spegne il desiderio del suo cuore
Nell’ attesa prolungata ascolto davvero e sposto i miei confini
Se riconosco la forza della sua fragilità il corpo ancora oggi mi permette di danzare giocando, di dialogare con la danza senza fare danza
Radicata nella terra attraverso un corpo icona e trasparenza al tempo stesso una danzatrice si dispone ad intercettare l’inedito
Inedito che qua e là si presenta se lascerà dialogare il suo segno con i sensi sottili che hanno sede nella memoria del cuore
A questo dialogo amoroso non resta che mettere la punteggiatura
Piera Principe (da “La Zattera di Nessuno” diario di una danzatrice tra abilità e disabilità)
Piera Principe: dopo gli anni di formazione iniziata in Italia nel 1974, si perfeziona a Parigi, New York e Boston. Fin dagli anni Ottanta apre la sua ricerca artistica alla musica jazz e all’improvvisazione danzando con diversi musicisti del panorama internazionale come Stefano Battaglia, Giorgio Gaslini, Daniele di Gregorio e Guido Mazzon. Dal 1999 al 2010 fa parte della compagnia Sosta Palmizi con cui si esibisce in Italia e all’estero. Coreografa e autrice dall’esperienza gestuale particolare ( poli-fratturata a causa di un gravissimo incidente stradale), tornò in palcoscenico nel 1989 dopo due anni di immobilità totale, vincendo lo Spazio Nuove Proposte al Concorso “Vignale Danza” con l’ assolo “ Riservato” poi ripreso nel ‘92 con la regia di Stefano Monti. Dedica dai primi anni ‘90 la sua ricerca anche al limite-come-diversa-opportunità sia in campo formativo che artistico. Ha creato il metodo “La memoria poetica del Corpo” e il laboratorio permanente per viaggiatori abili e disabili: “La Zattera di Nessuno” promosso da Anffas Milano Onlus con cui collabora dal 1996. La sua ricerca è stata oggetto di diverse tesi di laurea presso le università di Bologna, Firenze e Milano.Dirige laboratori al Centro internazionale della danza ( CID) a Rovereto e master in diverse università italiane. Per alcuni anni ha collaborato come docente di Area Motoria presso l’Università di Scienze della Formazione Milano Bicocca partecipando al libro “ I laboratori del corpo” di Ivano Gamelli. Edizioni libreria Cortina. Solo-performer realizza e propone ancora oggi “poesie gestuali” e performances di grande intensità.
“ Guardami” sull’improvvisazione totale contiene pagine del suo libro “ La zattera di Nessuno” diario di una danzatrice tra abilità e disabilità (edizioni Titivillus).
Info:www.spaesati.org
Andrea Forliano