domenica , 29 Settembre 2024
Notizie più calde //
Home » Rubriche » Cultura » I BAMBINI DELLA RISIERA scritto e diretto da Noemi Calzolari Teatro Stabile regionale dal27 al 30 GEN. SALA BARTOLI.

I BAMBINI DELLA RISIERA scritto e diretto da Noemi Calzolari Teatro Stabile regionale dal27 al 30 GEN. SALA BARTOLI.

“Accolto con grande successo lo scorso anno, dal 27 al 30 gennaio ritorna in scena I bambini della Risiera scritto e diretto da Noemi Calzolari, che viene presentato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di Trieste – Area Educazione, Università e Ricerca nell’ambito delle manifestazioni legate al Giorno della Memoria. Lo spettacolo interpretato da da Sara Alzetta e da venti allievi del l’Associazione StarTs Lab, ripercorre le testimonianze dei piccoli passati per la Risiera di San Sabba”
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste – Area Educazione, Università e Ricerca assieme all’Associazione StarTs Lab ripropongono – dopo il successo ottenuto lo scorso anno nell’unica rappresentazione – I bambini della Risiera scritto e diretto da Noemi Calzolari.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito delle manifestazioni legate al Giorno della Memoria 2015 e va in scena per quattro giornate, da martedì 27 a venerdì 30 gennaio.
Martedì e venerdì le recite saranno serali, aperte a tutti gli interessati, con inizio alle ore 19, mentre mercoledì e giovedì saranno riservate alle scuole, in orario pomeridiano con inizio alle 14.30.
I bambini della Risiera vede in scena l’attrice Sara Alzetta, il violinizta Tony Kozina e una ventina di bambini, allievi Laboratorio StarTs Lab che – diretto da Luciano Pasini – che opera in collaborazione con lo Stabile regionale educando i giovanissimi al teatro. Sono i loro occhi a osservare e riportarci una delle pagine più dolorose della storia dell’uomo, attraverso testimonianze di piccoli innocenti, che hanno vissuto l’esperienza del nazismo e della Risiera di San Sabba.
Sono ancora vive persone che da piccole sono passate da San Sabba con destinazione altri campi, principalmente Auschwitz. Abitano, la gran parte, in regione, ma la loro provenienza è più ampia. Sono originarie, per esempio, di Venezia o Fiume, città quest’ultima, che ospitava, fino alla guerra, una comunità ebraica numericamente consistente, seconda, nelle Venezie, solo a quella di Trieste e che è stata molto falcidiata.
Per quei bambini e ragazzi che hanno vissuto la drammatica esperienza della guerra e della detenzione, e che sono passati per la Risiera, questo luogo ha rappresentato il momento della perdita dell’infanzia e – ancor peggio – della famiglia e spesso di ogni riferimento affettivo ed esistenziale. Li aspettava infatti l’esperienza orribile dei campi di concentramento di Auschwitz, ma anche di Bergen Belsen e Ravensbruck. Purtroppo sono state numerose queste vittime dell’odio razziale.
Sappiamo anche, da testimonianze ed evidenze storiche, che nello stabilimento triestino – unico provvisto di forno crematorio nell’Europa occidentale – sono stati uccisi alcuni bambini. Del resto, in tutti i territori occupati o annessi al Reich, i piccoli erano il primo bersaglio. Prima dei vecchi, dei malati, degli inadeguati ad essere sfruttati come forza lavoro. Il farmacista di Auschwitz, dr. Viktor Capesius, dichiara al processo di Francoforte: «Solo gli abili al lavoro non venivano selezionati per il gas. Tra gli abili al lavoro non rientravano, in primis, i bambini al di sotto dei 14 anni».
È un coefficiente assoluto, seppure poco noto: i bambini e i ragazzi di età inferiore ai 14 anni rappresentano quasi un terzo delle vittime dello sterminio. Poco noto nonostante in ognuno dei luoghi della concentrazione ci siano stati ragazzi che, pena rischi estremi, hanno scritto, annotato e nascosto le loro testimonianze.
Nella stesura del soggetto – che nasce da una lunga e attenta ricerca di Noemi Calzolari – si è selezionato il materiale da raccolte di diari e scritti di bambini e ragazzi. Sono diari sorprendenti nella loro schiettezza, coraggiosi nel tentativo di ordinare la follia e il caos, straordinari nella consapevolezza che, se ogni giorno può essere l’ultimo, si deve cercare di sopravvivere nella memoria.
Scrive, per esempio, il bambino Isacco, prima di essere rinchiuso e ucciso a Ponar: «Non penso a niente: non a ciò che sto perdendo, non a ciò che ho perduto, non a quello che mi aspetta. Sento solo che sono terribilmente stanco, sento che un’offesa, una ferita mi brucia dentro».
Esiste anche materiale iconografico che verrà proiettato nel corso dello spettacolo. Foto dei deportati, filmati della macchina bellica del Reich – Wehrmacht in marcia, panzer, rastrellamenti. L’uso di materiale iconografico è in questo caso particolarmente appropriato:  immagini della Storia che ha frantumato vite, distrutto o disgregato intere comunità, sradicato popoli dalla propria terra.
ibambiStoria con la “S” maiuscola, come testimonia l’impegno e il rigore che il Reich ha riservato nell’organizzazione e conduzione del Campo di concentramento, smistamento e sterminio della Risiera di Trieste, schierandovi alcuni dei suoi specialisti di massimo livello: Odilo Lotario Globocnik dell’Einsatzkommando Reinhard (che con l’Aktion Reinhard aveva organizzato e diretto l’eccidio di due milioni e mezzo di persone in Polonia, nel distretto di Lublino, che contava i campi di Maidanek, Sobibor, Treblinka) poi Christian Wirth, noto come Der Wild Christian (il Cristiano Selvaggio), Franz Stangl – nome d’arte “la Belva di Treblinka” – Dietietrich Allers, l’efficiente promotore dell’Aktion Tiergarten T4, quell’operazione impropriamente nota come Operazione Eutanasia. Ma non va neanche dimenticato che se erano i tedeschi che ordinavano i rastrellamenti erano spesso le milizie e i collaborazionisti che frugavano nei nascondigli di sottotetti e cantine, spogliavano e non sempre malvolentieri, poiché per ogni ebreo catturato, vecchi, malati, donne e bambini, c’era una ricompensa in denaro.
Trieste, nell’ultimo anno di guerra, è uno dei luoghi quantomeno del ristoro tedesco. A ridosso della ritirata orientale, i soldati vi vengono inviati per licenze brevi: la memorialistica ritrae la cura con cui vengono preparati ricevimenti di gran mondanità alla Risiera, racconta le uscite eleganti degli ufficiali invitati alle feste di notabili cittadini. Non si può tacere che su questo sfondo tragico si muovono non solo collaborazionisti, commercianti, industriali, prostitute di alto bordo e trafficanti comuni, ma anche parte della popolazione che nell’ambiguità e nell’incertezza di giorni in cui tutto stava per cambiare, non vede o fa finta, aggrappandosi a un’illusoria normalità.
Del resto quanto è pesato ai nostri testimoni il silenzio che ha avvolto quegli avvenimenti di cui nessuno voleva più parlare!
A Berlino, dopo la caduta del Muro, furono ritrovati i sotterranei che erano stati teatro di interrogatori e torture da parte della Gestapo. Questi luoghi di violenza industriale e selvaggia, vennero denominati “spazi contaminati”: kontaminierte Ort.
I bambini della Risiera si propone, fra l’altro, una decontaminazione della memoria storica del nostro territorio. E vuole dare testimonianza di ciò che non deve essere dimenticato, proprio perché solo la memoria e la consapevolezza possono far sì che cose simili non accadano mai più.
Sarà particolarmente toccante che a dare voce alle piccole vittime, siano degli attori-bambini. Un raccordo storico, una sorta di spirito del tempo che unirà i loro racconti sarà interpretato da Sara Alzetta, attrice professionista che spesso abbiamo applaudito in scena allo Stabile regionale.
I bambini – una ventina – del Laboratorio StarTs Lab saranno protagonisti anche di alcuni momenti musicali, con canti della tradizione ebraica in cui li ha preparati Daniela Ferletta.
Diretti da Noemi Calzolari, ammireremo dunque ne I bambini della Risiera Sara Alzetta, il violinista Tony Kozina ed i giovanissimi Loris Alberti, Alessio Bernardi, Evita Bertolini, Angela Cotterle, Erin Dorci, Margherita Girardelli, Virginia Lanza, Sofia Maiola, Elisa Manzin, Giulio Marino, Matilde Marino, Sofia Rosie Myers, Nicolas Pecar, Francesca Radoicovich, Jennifer Stigliani, Riccardo Tamaro, Caterina Trevisan, Anna Vlacci, Giulia Zerjal, Caterina Zoppolato, Filippo Zoppolato.
Lo spettacolo va in scena alla Sala Bartoli martedì 27 gennaio alle ore 19, mercoledì 28 e giovedì 29 gennaio alle 14.30 (recite riservate alle scuole), e venerdì 30 gennaio alle ore 19 al Politeama Rossetti. I biglietti si possono acquistare al prezzo unico di 5 euro presso i consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale e attraverso il sito www.ilrossetti.it

 

 

About Redazione

Il discorso è composto da idee, parole, fatti ed esperienze con il fine di in-formare coscienze libere e responsabili. Le cose sono invisibili senza la luce, le parole sono vuote senza un discorso.

Commenti chiusi.

[fbcomments]
Scroll To Top