Di e con: Marta Cuscunà
Progettazione e realizzazione animatronica: Paola Villani
Assistente alla regia: Marco Rogante
Co-produzione: Centrale Fies, CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Torino, São Luiz Teatro Municipal | Lisbona
In collaborazione con: Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas | Lisbona
Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies
Si segnala la presenza di forti e ripetuti suoni disturbanti e frequenti lampi di luce durante lo spettacolo.
Il mito di Fanes è una tradizione popolare dei Ladini, una piccola minoranza etnica che vive nelle valli centrali delle Dolomiti. È un ciclo epico che racconta di un regno pacifico guidato da donne regine, distrutto dall’inizio di un’epoca del dominio e della spada.
È il canto nero della caduta nell’orrore della guerra.
Oggi siamo ancora immersi in un sistema di guerre incessanti. Sembra che la guerra sia parte inevitabile del destino dell’umanità.
Il mito di Fanes, invece, narra di un tempo d’oro della pace che è andato perduto.
Il canto della caduta vuole portare alla luce il racconto di come eravamo, di quell’alternativa sociale auspicabile per il futuro dell’umanità che viene presentata sempre come un’utopia irrealizzabile. E che invece, forse, è già esistita.
Al centro dello spettacolo c’è il tema della guerra.
Una guerra non si vede mai sulla scena. Eppure c’è, restituita al pubblico dal punto di vista degli unici personaggi che ne traggono sempre vantaggio: i corvi.
Il protagonista principale della messa in scena è dunque uno stormo di corvi animatronici, manovrati attraverso joystick meccanici, progettati e realizzati dalla scenografa Paola Villani.
Il tentativo che sta alla base del progetto scenografico è quello di scardinare l’immaginario del teatro di figura, che in Italia è ancora molto legato alla tradizione popolare, attraverso l’utilizzo di alcune tecnologie di animatronica com