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Napoli Teatro Festival  “Terra ‘e nisciuno” 13 giugno ore 19.00  GALLERIA TOLEDO

Napoli Teatro Festival “Terra ‘e nisciuno” 13 giugno ore 19.00  GALLERIA TOLEDO

TESTO ROBERTO DEL GAUDIO
CON CIRO PELLEGRINO
E CON LE RAGAZZE DELL’I.P.M. DI NISIDA E MANUELA ALBANO (VIOLONCELLO) SCENOGRAFIA FEDERICA LABATTAGLIA
COSTUMI MARINA MANGO
ASSISTENTE COSTUMISTA DARIA BONAVITA
PROGETTO IMMAGINI CIRO PELLEGRINO
PARTITURA GESTUALE OLIMPIA PANARIELLO
ASSISTENTE ALLA REGIA TULLIO GATTO
AIUTO REGIA ELENA PELLECCHIA
REGIA CIRO PELLEGRINO
PRODUZIONE ASS. CULTURALE SCECUFE

13 giugno 2019 ore 19.00  durata 1 ora Napoli  Galleria Toledo

Terra ‘e nisciuno nasce da un percorso laboratoriale tenuto con un gruppo di ragazze presso l’I.P.Femminile minorile  di Nisida. Il teatro come linguaggio universale, rappresenta un modo ideale per poter esprimere la propria esistenza in maniera poetica, lontano dalla devianza e dentro l’essenza delle giovani donne coinvolte. Due partiture: una narrativa, legata al testo di Roberto Del Gaudio; l’altra gestuale, ispirata all’opera di Pina Bausch.
«L’idea della Terra — racconta l’autore —, l’idea del viaggio, la Mater, intesa quale Dea Madre, progenitrice, Proserpina e Maria; e poi le due nature del Tempo: quello che scorre e quello che è eterno. E infine la natura umana, che con questi elementi da sempre cerca di fare i conti, come un eterno femminino che il tempo cronologico, Kronos, ha trasformato in Peccato, in colpa. Sette Peccati, sette Madonne, sette Sibille, sette giorni e sette note. Una favola sognante al femminile per sette viaggi mancati e compiuti. Per la Terra che manca sotto i piedi, per questa epoca di transizione, di trasformazione, di dolore e di riscatto».
Tra parola e teatro danza, Terra ‘e nisciuno vuole essere anche un omaggio a Pina Bausch e si ispira alle parole e all’azione della grande coreografa e ballerina tedesca, perché: «Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare… Si deve trovare un linguaggio, con parole, immagini, atmosfere, che faccia intuire qualcosa che esiste in noi da sempre».

— dal corrispondente Anita Laudando

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