Si alza il sipario sulla stagione artistica ideata da ArtistiAssociati del Nuovo Teatro Comunale di Gradisca d’Isonzo, lunedì 22 novembre, alle 21, in prima regionale, con un testo meraviglioso di Carlo Goldoni, ‘Il Teatro Comico’, adattato da Eugenio Allegri che ne cura anche la regia, con Giulio Scarpati e Grazia Capraro, Aristide Genovese, Vassilij Mangheras, Manuela Massimi, Solimano Pontarollo, Irene Silvestri, Roberto Vandelli, Anna Zago. Un progetto che vede l’impegno dei produttori teatrali professionali veneti, riuniti in PPTV (imprese venete di produzione che da decenni svolgono un importante lavoro sul territorio) assieme al Teatro Stabile Veneto in un percorso comune per la rinascita del teatro dopo questo periodo scuro.
“Oso pensare signori miei che, in futuro, qualsiasi sorte toccherà a questa nostra meravigliosa Venezia, a questa straordinaria nazione italiana, anche di fronte alla più terribile delle catastrofi, entrambe non vorranno mai rinunciare al teatro, a comprenderne la necessità per coloro che lo animano ma anche per coloro che ne fruiscono, per rinnovare l’occasione che ogni artista ha di procurare ristoro allo spirito degli uomini se mai questi dovessero smarrirlo e a propria volta smarrirsi.” Con questa riflessione, specchio della contemporaneità, il Goldoni del nostro Teatro Comico, saluta la compagnia e si rivolge alla platea – si legge nella nota di regia. Questa commedia, che nel 1750 inaugura le 16 commedie nuove scritte per l’impresario Medebach, è infatti estremamente attuale nella sua concezione e nella sua vivace articolazione. Esempio di teatro nel teatro, in essa affiorano gli intenti della riforma goldoniana insieme a motivi, stereotipi, tormenti e ambizioni della comunità teatrale di ogni tempo. Il Teatro Comico mette in scena una compagnia impegnata nelle prove di uno spettacolo, e mentre si prova, si riflette, si ricerca, ci si accapiglia e ci si ama, si fa fatica e ci si diverte. Perché quell’atto delicato e complesso che è lo spettacolo teatrale, seppur attraverso la sua genesi controversa e laboriosa, resta pur sempre atto semplicemente e immancabilmente gioioso! Atto d’amore, necessario alle comunità, ieri come oggi.