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The Sleeping Saint (La Santa che Dorme) – analisi del cortometraggio di Laura Samani

The Sleeping Saint (La Santa che Dorme) – analisi del cortometraggio di Laura Samani

Questo interessante corto d’esordio di Laura Samani ha una struttura molto semplice, ma il racconto è molto evocativo e carico di metafore narrative. La pellicola comincia con una breve sequenza di miniature medievali, il cui commento è affidato alle parole della canzone che le accompagna. Un modo suggestivo per raccontare la storia di Santa Achillea, che durante l’attacco al suo villaggio da parte di invasori pagani invocò l’aiuto di Dio, che esaudì il suo desiderio, mettendola in uno stato di sonno profondo, proteggendo lei e il suo paese dalle fiamme degli incendi provocati dai predoni. I compaesani, immergendola nelle acque di un lago, assistettero poi al miracolo del suo ritorno alla vita. Il racconto torna quindi ai giorni nostri, ma forse sarebbe più corretto dire a un presente quasi atemporale, collocabile (per chi non conosce il dialetto sloveno parlato dai personaggi) da qualche parte nell’Occidente cristiano nel Novecento, vista l’assenza di riferimenti geografici, dei telefoni cellulari e la semplicità dei vestiti indossati, che ne rendono difficile una chiara classificazione. Due preadolescenti sembrano dormire sdraiate sull’erba, tenendosi strette per mano. L’inquadratura si allarga, possiamo vedere che fanno parte di un più grande gruppo di ragazzine, tutte silenziose e coricate nel mezzo del verde. Arriva una donna adulta, il rintocco delle campane fa scattare in piedi tutte le presenti, ponendo fine a quello che sembra quasi essere un rito pagano. Tutte si precipitano nella vicina chiesa. Qui dalla voce del prete veniamo a sapere che una delle due ragazzine, Giacomina, è stata scelta come guardiana della statua di Santa Achillea, in occasione delle sue celebrazioni in paese. La scena si sposta in mezzo al verde, dove sotto la supervisione di una ragazzina leggermente più grande, Giacomina si sottopone a uno strano rito, finalizzato ad agevolare il passaggio alla vita adulta. La sua inseparabile amica Selene invece non partecipa, e si allontana dopo essere stata accusata dalla più grande di avere paura. Al crepuscolo, Selene cammina da sola nel bosco, parlando interiormente con Dio. Si rammarica di non essere stata scelta, invocando la protezione per sé stessa, sua madre e Giacomina, e confessando di avere paura, di non volere cambiare e crescere. Entra nella chiesa, dove accende una candela e si raccoglie in preghiera, prima di entrare nella teca che normalmente accoglie la statua di Santa Achillea, momentaneamente spostata in occasione delle sue celebrazioni. La scena si sposta poi su Giacomina, anche lei cammina da sola nei boschi, confidandosi con Dio. Invoca la protezione dell’Altissimo, auspicando che Selene non se la prenda con lei perché è stata scelta. Alla fine anche lei entra in chiesa. Qui scopre che la sua amica è caduta in uno stato di sonno profondo, come Santa Achillea. La donna adulta che abbiamo visto nella prima scelta la riprende, intimandole di vestirsi in modo consono all’ambiente. Finalmente vediamo il volto del prete, del quale precedentemente avevamo potuto solo ascoltare la voce e scorgere le mani, mentre consola quella che poi scopriremo essere la madre di Selene, dicendole di non preoccuparsi, perché è avvenuto un miracolo e bisogna avere fiducia in Dio. Poi assistiamo alla processione per i festeggiamenti della Santa, ma al posto della sua statua viene portata la stessa Selene, addormentata e inconsapevole. La giovane viene portata in un posto in mezzo ai boschi, dove avviene una cerimonia. Lei è sdraiata su un baldacchino riccamente decorato con fiori, e attorno a lei, per la prima volta nel cortometraggio, nel quale predomina il mondo femminile, possiamo vedere anche uomini e ragazzi, in vestiti civili. La scena si sposta poi in una grotta, dove avviene un altro rito, nel quale il prete continua a spronare i fedeli ad avere fiducia, sottolineando come la Santa – nella figura di Selene – da quel posto nel cuore delle loro montagne li proteggerà. Assistiamo poi a un monologo serale della madre di Selene, che dice a dice a Giacomina che ora Santa Achllea e sua figlia sono un’unica cosa, e rimarranno con loro per sempre, e di avere dato la luce a una santa. Poi le ripete la storia di santa Achillea: “La chiesa non stava bruciando, portarono lei al lago e la sommersero nell’acqua. Dio la portò di nuovo in vita”. Dopo una suggestiva inquadratura notturna della luna riflessa sulla superficie delle acque del lago, assistiamo agli sforzi di Giacomina, che, vestita con un mantello rosso, porta Selene nello stesso posto dove Santa Achillea venne riportata in vita, tentando quindi di ripetere il miracolo con la sua amica, al lume di una lanterna. Giacomina adagia Selene nelle acque del lago, dopo avere pronunciato delle frasi propiziatorie. Le acque inghiottono la sua amica, che sparisce nel grembo della Natura, in un contesto estremamente suggestivo nel quale la Natura sembra inglobare panicamente tutto il creato. Nell’ultima scena del corto, possiamo vedere Giacomina ancora sdraiata sull’erba, questa volta da sola, dove si accorgere di avere avuto per la prima volta le mestruazioni. The Sleeping Saint (La Santa che Dorme): un corto dove dove domina l’allusione e la metafora Non sappiamo se l’avventato rito officiato da Giacomina riuscirà a riportare in vita la sua amica del cuore. Quello che sappiamo è che lei si è affacciata al mondo degli adulti, mentre Selene no. Anche se il prezzo pagato può essere stato spropositato, escludendo la possibilità di un miracolo. Ma probabilmente non ha senso cercare interpretazioni razionali in questa pellicola, nella quale hanno maggior peso le suggestioni e le metafore narrative, piuttosto che la struttura del racconto in senso stretto. Racconto che non per niente è di incerta collocazione storica e temporale, ma che probabilmente vuole alludere a una religiosità solo apparentemente di rigido protocollo cristiano, bacchettone e castrante, ma che in realtà è permeata di suggestioni pagane, come possiamo intuire in molte scene. Un altro elemento che emerge con forza è la focalizzazione sul mondo femminile, vista la penuria di interpreti maschili, limitati peraltro al prete e qualche altra figura che compare solo come comparsa nei riti religiosi ufficiali e canonici. Il mondo femminile è invece molto più fluido e vitale, e agisce anche al di fuori delle mura della chiesa e dei luoghi votivi. Forse è proprio nella Natura che le energie femminili si trovano a loro agio, mentre quelle maschili rimangono limitate al perimetro dei riti codificati dalla Cultura, rappresentati in questo corto dalle cerimonie religiose cristiane. Un altro elemento degno di nota è che l’amica del cuore di Giacomina si chiama Selene, il nome dato dai greci alla divinità personificante la luna, che ha avuto molto peso nei culti degli antichi, già da millenni prima dell’avvento della religione cristiana. La stessa Luna che vediamo riflessa sulla superficie del lago che accoglie nel suo grembo il corpo di Selene-Achillea, destinato a scomparire nel ventre della Natura, che sembra dominare incontrastata le piccole vite degli esseri umani. Non ci è dato di sapere cosa Selene ha chiesto a Dio quando ha acceso una candela in chiesa, prima di chiudersi nella teca che accoglieva la statua della santa, ma non possiamo non cogliere i due atteggiamenti diametralmente opposti delle sue preadolescenti nei confronti del mondo degli adulti, che forse è la chiave di lettura principale di questo corto. Se Giacomina non vede l’ora di diventare donna e lasciarsi alle spalle l’infanzia, Selene invece ha paura, e vuole rimanere disperatamente aggrappata alla sua fanciullezza. Ma il mondo degli adulti ha leggi e linguaggi ben diversi da quello dei bambini, e interpretare letteralmente quello che dovrebbe invece rimanere nel territorio della metafora può avere un prezzo mostruoso, concretizzandosi nell’omicidio per annegamento dell’amica del cuore. Ma questo corto si limita a suggerire questa possibilità, mantenendo la porta aperta al dimensione del sogno, della metafora, e, perché no, della favola. Da questo punto di vista il finale aperto è stata una scelta azzeccatissima. The Sleeping Saint (La Santa che Dorme): un ottimo lavoro d’esordio che purtroppo non è facile da trovare Questo corto racconta una storia dove le due protagoniste sono due preadolescenti in trepida attesa del loro menarca, che vivono una vita in bilico, al confine tra l'infanzia e il mondo degli adulti. Un mondo degli adulti dominato da una religione a sua volta in bilico tra un’apparenza cristiana e una sostanza pagana. E nel quale la Cultura rappresentata dal paesino perso nei monti sembra poca cosa rispetto alla Natura che lo circonda, e nel quale alla fine scompare Selene. Il corto stesso è del resto stato girato in una terra di confine: il Friuli Venezia Giulia, più precisamente le Valli del Natisone. Una scelta coraggiosa della giovane regista, Laura Samani, nata a Trieste, che ha scelto di tornare nella sua terra per girare il suo corto d’esordio. Brava. Un ottimo lavoro, che non per niente è stato scelto tra le 18 opere su circa 2000 che sono state scelte a Cannes nel 2016 per Cinéfondation, la selezione aperta alle scuole di cinema di tutto il mondo. Un vero peccato non potere vedere questo lavoro normalmente, chi scrive ha potuto goderne la visione perché il corto era temporaneamente disponibile sul sito Film Institute – Sixteen Journal.

 

Questo interessante corto d’esordio di Laura Samani ha una struttura molto semplice, ma il racconto è molto evocativo e carico di metafore narrative.

La pellicola comincia con una breve sequenza di miniature medievali, il cui commento è affidato alle parole della canzone che le accompagna.

Un modo suggestivo per raccontare la storia di Santa Achillea, che durante l’attacco al suo villaggio da parte di invasori pagani invocò l’aiuto di Dio, che esaudì il suo desiderio, mettendola in uno stato di sonno profondo, proteggendo lei e il suo paese dalle fiamme degli incendi provocati dai predoni.

I compaesani, immergendola nelle acque di un lago, assistettero poi al miracolo del suo ritorno alla vita.

Il racconto torna quindi ai giorni nostri, ma forse sarebbe più corretto dire a un presente quasi atemporale, collocabile (per chi non conosce il dialetto sloveno parlato dai personaggi) da qualche parte nell’Occidente cristiano nel Novecento, vista l’assenza di riferimenti geografici, dei telefoni cellulari e la semplicità dei vestiti indossati, che ne rendono difficile una chiara classificazione.

Due preadolescenti sembrano dormire sdraiate sull’erba, tenendosi strette per mano. L’inquadratura si allarga, possiamo vedere che fanno parte di un più grande gruppo di ragazzine, tutte silenziose e coricate nel mezzo del verde. Arriva una donna adulta, il rintocco delle campane fa scattare in piedi tutte le presenti, ponendo fine a quello che sembra quasi essere un rito pagano. Tutte si precipitano nella vicina chiesa.

Qui dalla voce del prete veniamo a sapere che una delle due preadolescenti, Giacomina, è stata scelta come guardiana della statua di Santa Achillea, in occasione delle sue celebrazioni in paese.

La scena si sposta in mezzo al verde, dove sotto la supervisione di una ragazzina leggermente più grande, Giacomina si sottopone a uno strano rito, finalizzato ad agevolare il passaggio alla vita adulta. La sua inseparabile amica Selene invece non partecipa, e si allontana dopo essere stata accusata dalla più grande di avere paura.

Al crepuscolo, Selene cammina da sola nel bosco, parlando interiormente con Dio. Si rammarica di non essere stata scelta, invocando la protezione per sé stessa, sua madre e Giacomina, e confessando di avere paura, di non volere cambiare e crescere. Entra nella chiesa, dove accende una candela e si raccoglie in preghiera, prima di entrare nella teca che normalmente accoglie la statua di Santa Achillea, momentaneamente spostata in occasione delle sue celebrazioni.

La scena si sposta poi su Giacomina, anche lei cammina da sola nei boschi, confidandosi con Dio. Invoca la protezione dell’Altissimo, auspicando che Selene non se la prenda con lei perché è stata scelta. Alla fine anche lei entra in chiesa.

Qui scopre che la sua amica è caduta in uno stato di sonno profondo, come Santa Achillea. La donna adulta che abbiamo visto nella prima scelta la riprende, intimandole di vestirsi in modo consono all’ambiente. Finalmente vediamo il volto del prete, del quale precedentemente avevamo potuto solo ascoltare la voce e scorgere le mani, mentre consola quella che poi scopriremo essere la madre di Selene, dicendole di non preoccuparsi, perché è avvenuto un miracolo e bisogna avere fiducia in Dio.

Poi assistiamo alla processione per i festeggiamenti della Santa, ma al posto della sua statua viene portata la stessa Selene, addormentata e inconsapevole.

La giovane viene portata in un posto in mezzo ai boschi, dove avviene una cerimonia. Lei è sdraiata su un baldacchino riccamente decorato con fiori, e attorno a lei, per la prima volta nel cortometraggio, nel quale predomina il mondo femminile, possiamo vedere anche uomini e ragazzi, in vestiti civili.

La scena si sposta poi in una grotta, dove avviene un altro rito, nel quale il prete continua a spronare i fedeli ad avere fiducia, sottolineando come la Santa – nella figura di Selene – da quel posto nel cuore delle loro montagne li proteggerà.

Assistiamo poi a un monologo serale della madre di Selene, che dice a Giacomina che ora Santa Achillea e sua figlia sono un’unica cosa, e rimarranno con loro per sempre, e di avere dato la luce a una santa. Poi le ripete la storia di Santa Achillea: “La chiesa non stava bruciando, portarono lei al lago e la sommersero nell’acqua. Dio la portò di nuovo in vita”.

Dopo una suggestiva inquadratura notturna della luna riflessa sulla superficie delle acque del lago, assistiamo agli sforzi di Giacomina, che, vestita con un mantello rosso, porta Selene nello stesso posto dove Santa Achillea venne riportata in vita, tentando quindi di ripetere il miracolo con la sua amica, al lume di una lanterna.

Giacomina adagia Selene nelle acque del lago, dopo avere pronunciato delle frasi propiziatorie. Le acque inghiottono la sua amica, in un contesto estremamente suggestivo nel quale la Natura sembra inglobare panicamente tutto il creato.

Nell’ultima scena del corto, possiamo vedere Giacomina ancora sdraiata sull’erba, questa volta da sola, dove si accorgere di avere avuto per la prima volta le mestruazioni.

 

The Sleeping Saint - La Santa che Dorme - by Laura Samani

The Sleeping Saint (La Santa che Dorme): un corto dove dove domina l’allusione e la metafora

Non sappiamo se l’avventato rito officiato da Giacomina riuscirà a riportare in vita la sua amica del cuore. Quello che sappiamo è che lei si è affacciata al mondo degli adulti, mentre Selene no. Anche se il prezzo pagato può essere stato spropositato, escludendo la possibilità di un miracolo.

Ma probabilmente non ha senso cercare interpretazioni razionali in questa pellicola, nella quale hanno maggior peso le suggestioni e le metafore narrative, piuttosto che la struttura del racconto in senso stretto.

Racconto che non per niente è di incerta collocazione storica e temporale, ma che probabilmente vuole alludere a una religiosità solo apparentemente di rigido protocollo cristiano, bacchettone e castrante, ma che in realtà è permeata di suggestioni pagane, come possiamo intuire in molte scene.

Un altro elemento che emerge con forza è la focalizzazione sul mondo femminile, vista la penuria di interpreti maschili, limitati peraltro al prete e qualche altra figura che compare solo come comparsa nei riti religiosi ufficiali e canonici.

Il mondo femminile è invece molto più fluido e vitale, e agisce anche al di fuori delle mura della chiesa e dei luoghi votivi. Forse è proprio nella Natura che le energie femminili si trovano a loro agio, mentre quelle maschili rimangono limitate al perimetro dei riti codificati dalla Cultura, rappresentati in questo corto dalle cerimonie religiose cristiane.

Un altro elemento degno di nota è che l’amica del cuore di Giacomina si chiama Selene, il nome dato dai greci alla divinità personificante la luna, che ha avuto molto peso nei culti degli antichi, già da millenni prima dell’avvento della religione cristiana.

La stessa Luna che vediamo riflessa sulla superficie del lago che accoglie nel suo grembo il corpo di Selene-Achillea, destinato a scomparire nel ventre della Natura, che sembra dominare incontrastata le piccole vite degli esseri umani.

Non ci è dato di sapere cosa Selene ha chiesto a Dio quando ha acceso una candela in chiesa, prima di chiudersi nella teca che accoglieva la statua della santa, ma non possiamo non cogliere i due atteggiamenti diametralmente opposti delle sue preadolescenti nei confronti del mondo degli adulti, che forse è la chiave di lettura principale di questo corto.

Se Giacomina non vede l’ora di diventare donna e lasciarsi alle spalle l’infanzia, Selene invece ha paura, e vuole rimanere disperatamente aggrappata alla sua fanciullezza.

Ma il mondo degli adulti ha leggi e linguaggi ben diversi da quello dei bambini, e interpretare letteralmente quello che dovrebbe invece rimanere nel territorio della metafora può avere un prezzo mostruoso, concretizzandosi nell’omicidio per annegamento dell’amica del cuore.

Ma questo corto si limita a suggerire questa possibilità, mantenendo la porta aperta al dimensione del sogno, della metafora, e, perché no, della favola. Da questo punto di vista il finale aperto è stata una scelta azzeccatissima.

 

The Sleeping Saint - La Santa che Dorme - by Laura Samani

 

The Sleeping Saint (La Santa che Dorme): un ottimo lavoro d’esordio che purtroppo non è facile da trovare

Questo corto racconta una storia dove le due protagoniste sono due preadolescenti in trepida attesa del loro menarca, che vivono una vita in bilico, al confine tra l’infanzia e il mondo degli adulti.

Un mondo degli adulti dominato da una religione a sua volta in bilico tra un’apparenza cristiana e una sostanza pagana. E nel quale la Cultura rappresentata dal paesino perso nei monti sembra poca cosa rispetto alla Natura che lo circonda, nella quale alla fine scompare Selene.

Il corto stesso è del resto stato girato in una terra di confine: il Friuli Venezia Giulia, più precisamente le Valli del Natisone. Una scelta coraggiosa della giovane regista, Laura Samani, nata a Trieste, che ha scelto di tornare nella sua terra natale per girare il suo corto d’esordio. Brava.

Un ottimo lavoro, che non per niente è stato scelto tra le 18 opere che sono state scelte a Cannes nel 2016 per Cinéfondation, la selezione aperta alle scuole di cinema di tutto il mondo. 18 su circa 2000 presentate.

Un vero peccato che questa pellicola sia difficile da reperire, chi scrive ha potuto goderne la visione solo perché il corto era temporaneamente disponibile sul sito Film Institute – Sixteen Journal.

Alessandro Marotta

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