Il leggendario pilota della US Navy Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) si trova in una sperduta base militare in Nevada, dove collauda un aereo ipersonico sperimentale. La messa a punto del prototipo è tuttavia in leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia, e tutto il progetto sta per essere affossato in favore dello sviluppo di una nuova generazione di velivoli da combattimento senza pilota.
Maverick riesce tuttavia a salvare il programma di sviluppo, grazie a un volo spericolato al limite del suicidio, durante il quale il velivolo riesce a superare i Mach 10.
Viene quindi assegnato a una missione molto importante: addestrare i migliori dodici piloti Top Gun della US Navy per distruggere una base sotterranea in una non meglio specificata nazione nemica, nella quale viene stoccato dell’uranio arricchito per la realizzazione di ordigni nucleari, fatto che mette a rischio gli equilibri geopolitici della regione.
A parte la forte ostilità del suo diretto superiore, che apprezza le sue doti di indomito combattente ma stigmatizza i suoi comportamenti anticonformisti e le sue tecniche di combattimento aereo non ortodosse, Maverick si trova ad affrontare i fantasmi del suo passato.
Tra i dodici piloti Top Gun che deve addestrare e selezionare, c’è infatti Bradley “Rooster” Bradshaw, figlio del suo vecchio navigatore, Goose, morto in un incidente aereo mentre si addestravano alla scuola Top Gun. Inoltre in un bar nei pressi della base militare dove si svolge l’assestramento incontra una sua vecchia fiamma, Penny (Jennifer Connelly), e nonostante tutti gli anni passati tra i due c’è ancora del tenero.
Dopo alterne vicende, i nostri eroi partono per quella che sembra essere una missione quasi suicida…
Top Gun: Maverick: un sequel all’altezza del film cult che nel 1986 lanciò Tom Cruise
Il protagonista assoluto di questa pellicola è (ovviamente) Maverick, interpretato da uno splendido Tom Cruise che, a distanza di quasi quarant’anni dal primo Top Gun, è perfettamente credibile nella sua parte di eroe anticonformista e fuori dagli schemi.
Il primo Tom Gun è stato un film figlio dell’era reganiana, che mirava a rimettere al centro della politica statunitense la capacità di difendere armi in pugno a livello globale i valori della libertà e della democrazia, rendendo necessaria l’esaltazione delle forze armate, la cui immagine doveva ancora riprendersi dall’esperienza della guerra in Vietnam e dalla figuraccia rimediata nel 1980, col tragico fallimento della missione di salvataggio degli ostaggi in Iran.
In questo contesto Top Gun può essere visto come un perfetto prodotto mediatico di propaganda politica, e il suo sequel Maverick è stato realizzato nel solco del suo predecessore.
I piloti statunitensi vengono dipinti come perfette macchine da combattimento, che fanno a gara nell’eccellere nella missione ma sono pronti a giocare di squadra per garantire il successo del gruppo, infischiandosene dei pericoli. Non per niente, il motto di Maverick è: “Non pensare, agisci”.
Una massima che se forse ha una sua logica nel contesto dei combattimenti aerei moderni, ma per altri aspetti lascia perplessi, se consideriamo che un soldato è anche un essere umano, e magari dovrebbe invece pensare al perché e alle conseguenze di quello che sta facendo.
Invece il nemico da distruggere è anonimo e indeterminato, e muore atomizzato nei sui bunker senza essere visto dallo spettatore.
Top Gun: Maverick: un film di intrattenimento perfetto
A parte queste considerazioni, il film è perfettamente riuscito come prodotto di intrattenimento. Il ritmo delle scene è serrato, la storia è semplice e molto leggibile, le riprese aeree sono semplicemente fantastiche. Tutti gli attori hanno dovuto subire un durissimo addestramento, e le riprese acrobatiche sono state realizzate grazie a telecamere poste sui loro aerei, per cui lo spettatore può godersi meravigliose scene di addestramento e combattimento aereo.
Insomma, il trionfo della realtà nell’era degli effetti speciali e dei mondi creati digitalmente. Non per niente, lo stesso Maverick nel film riesce a fare naufragare un progetto di realizzazione di droni armati grazie alle sue eccezionali qualità di pilota. Ancora una volta, il trionfo dell’uomo sulle macchine…
Certo, a parte il protagonista, interpretato da un Tom Cruise che passa la maggior parte del tempo a lanciare le sue caratteristiche e profonde occhiate a bocca socchiusa, i personaggi sono stereotipati e abbozzati superficialmente, parlano con frasi fatte, vivono vicende altamente prevedibili e scontate, nell’ambito di una storia la cui semplicità è disarmante.
Ma chi se ne frega. Per questo tipo di prodotto commerciale, queste pecche sono trascurabili. Specie per chi ha visto il primo Top Gun, il film è veramente godibile ed emozionante, e come lo stesso Tom Cruise ci ricorda in un breve discorso agli spettatori all’inizio della pellicola, guardare i film al cinema è un esperienza meravigliosa, specie se sono studiati con cura e realizzati con mestiere a questo scopo.
Il film comunque non richiede di avere visto il primo episodio del 1986 per essere compreso e apprezzato.
Visione altamente consigliata. Al cinema, ovviamente.
Alessandro Marotta