Coinvolgente ma onirico. Da oltre 40 anni, I Pilobolus sono sul palcoscenico con la loro peculiare forma di magia da palcoscenico: corpi sinuosi che si trasformano in una fantasmagoria di animali, mostri e piante attraverso una panoplia di luci e oggetti di scena. Il fascino del corpo di ballo è accattivante come, quando sei danzatori si trasformano nella sagoma di un cavalluccio marino gigante, non c’è inganno digitale, solo l’uso geniale di torsioni e arti, delineati nei confronti di un grande schermo creato con un grosso telo bianco e luci che proiettano le ombre create dagli artisti. Shadowland è strutturato intorno al sogno di un adolescente senza nome che immagina la sua strada affollata in una notte di strani e terrificanti incontri. Si tratta di una versione moderna di Alice nel paese delle meraviglie, anche se, a differenza di eroina di Lewis Carroll, questa ragazza è priva di qualsiasi stimolo di curiosità ed il suo viaggio da sogno non ha uno slancio di guida, di pericolo o di ricerca. Quando la fanciulla è risucchiata in Shadowland – un mondo creato da luci e shadowplay – anche molte delle cose che incontra sembrano casuali o senza un filo narrativo. Non c’è nemmeno il filo di una logica da sogno per collegare una scena di vermi guizzanti e cactus bizzarri per una scena con uno chef omicida. L’effetto Pilobolus nella sua semplicità di narrazione solleva lo spettatore in uno spettacolo teatrale molto seducente. Scampata al pericolo di finire nella pentolaccia del cuoco omicida, l’eroina si trasforma in una creatura ibrida, metà ragazza e metà cane – una trasformazione brillantemente raggiunta dalla sagoma del suo gomito piegato che diviene un muso canino, e la mano che sembra un orecchio che si dimena. Con dei semplici scherzi di luce, l’azione subisce drammatici cambiamenti di scala: alcune mani diventano piccoli ragni guizzanti, mentre un braccio gigante raggiunge giù la fanciulla –cane come la mano di un dio o di un gigante. Due corpi si fondono in un elegante centauro, mentre altri quattro corpi si trasformano in un castello tenebroso. Come spettacolo di intrattenimento, Shadowland è coinvolgente, e la sua presa migliore è sui piccoli spettatori , con quel gioco simile a ombre cinesi e scene da cartoni animati. Anche gli adulti apprezzano, ovviamente più che la storia la maestria interpretativa dei 9 ballerini presenti sul palco. Dopo gli applausi calorosi e prolungati alla fine dello spettacolo lo show regala un altro spezzone di spettacolo come bis, e sulla musica della Carrà “Come è bello far l’amore da Trieste in giù” una coreografia intelligente mostra due cartoline fatte di ombre di New York e di Londra , ed infine dopo un volo aereo si intravede il profilo del Castello di San Giusto e la scritta : TRIESTE fatta con i corpi dei ballerini che mandano ancora più in visibilio il caloroso pubblico. Corpi stagliati diventano un meraviglioso bestiario di cammelli ed elefanti allo zoo di New York, o si orchestrano in un Tower Bridge di lavoro. Con la musica di LOndon CAlling dei Clash come colonna sonora, i Pilobolus rendono il loro saluto dalla ribalta molto emozionante. ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE, PER LA POESIA E LA MAESTRIA DEL GRUPPO ARTISTICO….. ANCORA IN PROGRAMMA CON REPLICHE FINO ALL’ 11 MAGGIO
con e di Steven Banks, Robby Barnett, Renée Jaworski, Matt Kent, Itamar Kubovy, Michael Tracy
in collaborazione con Josie M. Coyoc, Mark Fucik, Christopher Grant, Molly Gawler, Damon Honeycutt, Renée Jaworski, Beth Lewis, Roberto Olvera, Derek Stratton, Lauren Yalango.
Scene: Neil Patel Luci: Neil Peter Jampolis Costumi: Liz Prince Musiche: David Poe
Produzione: Pilobolus Dance Theater
Interpreti: Kristina Dobosz, Heather Jean Favretto, Mark Fucik, Morgan Houghton, Alexander Windner Lieberman, Ariana Nakamine, Justin Norris, Taylor Jo Oxley, Derek Stratton
Enrico Liotti