Lo scorso venerdì ,al teatro Miela di Trieste, davanti a una numerosa platea infreddolita, è andata in scena la prima del monologo “la Fondazione” perfettamente interpretato dal comico Ivano Marescotti , diretto da Raffaello Baldini ,nella sezione “altri percorsi” in collaborazione con il teatro stabile FVG. Poesia e teatro s’intrecciano in una narrazione dove le parole si fanno musica, nelle sonorità e accenti della parlata romagnola; e pensieri e ricordi si susseguono in una sorta di privato flusso di coscienza da cui affiora l’idea di istituire una “fondazione” per custodire (insieme ai fuggevoli pensieri che affiorano, e subito si cancellano) il patrimonio materiale, specchio ormai vuoto dei frammenti di una vita, quasi un’iperbole rovesciata del consumismo, dell’attaccamento agli oggetti, più importante o forse solo più rassicurante e “solido” delle relazioni con le persone.
Una cifra grottesca e a tratti comica caratterizza la mise en scène di una storia così estrema e paradossale, da diventare in fondo “quotidiana”; sfidando la regola del verosimile, “La fondazione” descrive l’esasperazione di un meccanismo della mente, di un’inclinazione – non poi così rara – a far sì gli oggetti, muti testimoni di ciò che è stato, diventino più importanti dell’esistenza stessa. L’esigenza di trattenere, oltre l’oblio del tempo, l’eco di un sentimento o un palpito del cuore, un ragionamento non geniale ma forse significativo, in una lotta segreta tra la vita e la morte, può trasformarsi in ossessione – come nel caso dello stravagante protagonista che incarna un’istanza presente in molti, il desiderio di catturare e conservare intatti istanti preziosi: così l’intuizione del poeta offre attraverso l’arte un vivido ritratto davvero umano, fin troppo umano. Lo spettacolo,che è andato in replica fino a domenica 1 febbraio, è stato salutato da una autentica ovazione al calar del sipario.
Andrea Forliano