La musica ritorna sui luoghi del Vajont come la forma d’arte più adatta per celebrare il più grande “disastro evitabile” nella storia della nostra Repubblica e per mantenere vivo il ricordo di quel doloroso momento. Dopo il suggestivo concerto del pianista Remo Anzovino sulla Diga del Vajont dello scorso 15 settembre, le celebrazioni del cinquantenario della diga del Vajont proseguono con la struggente e drammatica Messa di Requiem di Giuseppe Verdi. L’eccezionale evento culturale, a ingresso libero fino a esaurimento dei posti, offerto dalla Fondazione Cariverona, si terrà domenica 6 ottobre (inizio ore 18.30) nella Chiesa Arcipretale di Longarone (BL) ed è organizzato dal Comune di Longarone in collaborazione con la Fondazione Vajont sotto la direzione artistica diDiego Mattiello.La scelta di eseguire la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi, nella terra dove vennero strappate molte vite inermi e dove le cicatrici sono ancora evidenti,rappresenta un modo speciale e autentico, un gesto dovuto per ricordare e onorare la memoria di quanti hanno perso la vita in una tragedia “evitabile” causata dall’uomo.
L’opera verdiana, in particolare, è una delle più potenti, complesse e struggenti rappresentazioni musicali dello spaesamento dell’uomo di fronte al mistero della morte e dell’aldilà. Un’opera che si contraddistingue per l’impressionante sapienza armonica, genialità melodica e potenza espressiva. Il concerto, come ha sottolineato il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, “è un evento culturale di eccezionale valore e prestigio che offriremo alle nostre comunità colpite dalla tragedia del 1963 e non solo, ma anche a quanti amano la musica e gradiranno potervi assistere”.
La scelta proprio dell’opera verdiana, inoltre, è un tributo che gli organizzatori hanno voluto rivolgere a un’altra importante ricorrenza ovvero quella dei duecento anni dalla nascita dell’impareggiabile artista e compositore che ha segnato la storia d’Italia.
A Longarone, il Requiem sarà interpretato da quattro illustri cantanti: Giovanna Donadini soprano, Raffaella Vianello mezzosoprano, Danilo Formaggia tenore eAntonio De Gobbi basso accompagnati da due delle più importanti realtà musicali classiche italiane, ovvero il Coro Lirico Aurea di Parma diretto dal maestroEmiliano Esposito e l’Orchestra Sinfonica del Teatro “Carlo Coccia” di Novara, il tutto sotto la direzione del Maestro Renato Berretta.
Giovanna Donadini soprano, ha calcato con successo i palcoscenici dei più grandi e prestigiosi teatri italiani ed esteri esibendosi sotto la direzione di grandi direttori d’orchestra come Riccardo Muti, Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Zubin Metha, Roberto Abbado e molti altri. Ha prediletto il repertorio settecentesco e collabora da oltre vent’anni con il maestro Renato Beretta, con il quale ha esplorato gran parte del repertorio di musica sacra.
Raffaella Vianello mezzosoprano, con il repertorio sacro sinfonico si è imposta all’attenzione di pubblico e critica eseguendo nel corso degli anni composizioni di grande impegno e complessità. Ha preso parte a tournée in Terra Santa e in Siria; nel 2009 nella Basilica di S. Marco a Milano ha eseguito la 3° sinfonia di Mahler con l’orchestra del conservatorio di Parigi.
Danilo Formaggia tenore, una brillante carriera internazionale che lo ha visto esibirsi nei principali teatri italiani ed esteri. Ha preso parte a diverse prime esecuzioni assolute di opere contemporanee come Poesie di Puccini con musiche di Franco Mannino, Il fantasma della cabina di Marco Betta, La Bella e la Bestia di Marco Tutino, La Tempesta con musiche di Henry Purcell/Carlo Galante.
Antonio De Gobbi basso, riconosciuto per la sua versatilità e interpretazione musicale e drammatica nel repertorio operistico, collabora con i più importanti registi e direttori d’orchestra della scena italiana e internazionale. Ospite del Teatro alla Scala per diverse stagioni ha affrontato, tra gli altri, Rigoletto e Traviata sotto la direzione di Riccardo Muti.