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Watcher: la recensione del film di Chloe Okuno con Maika Monroe

Watcher: la recensione del film di Chloe Okuno con Maika Monroe

Julia (Maika Monroe) e Francis (Karl Gusman) sono una giovane coppia statunitense appena arrivata a Bucarest. Lui lavora nel campo del marketing e ha appena ottenuto una promozione nella filiale rumena della sua agenzia, ma il nuovo impiego assorbe la maggior parte del suo tempo, costringendolo a trascurare la giovane moglie. Lei ha seguito suo marito, abbandonando la sua carriera di attrice, ma a sua differenza non conosce la lingua locale, non ha un lavoro e non conoscendo nessuno si trova a vivere in modo solitario buona parte delle sue giornate.

Un serial killer è in azione nella città, dove ha ucciso diverse vittime, tutte giovani donne, alcune delle quali sono state decapitate. Ben presto si rende conto che un vicino, che vive nel palazzo di fronte al suo, sembra osservarla quando si muove nel suo appartamento. E (forse) comincia a seguirla nelle sue uscite quotidiane.

Che sia tutto solo un’impressione? Francis cerca sinceramente di aiutare Julia, contattando anche la polizia, ma si fatica a trovare prove oggettive di questa presunta persecuzione. Che si tratti solo di suggestioni di una giovane donna che vuole attirare l’attenzione di suo marito? O di pensieri nevrotici di una persona bisognosa di aiuto professionale?

Maika Monroe in Watcher
Maika Monroe in Watcher

Watcher: un onesto thriller per l’esordio alla regia di Chloe Okuno

Per buona parte del racconto il film gioca con lo spettatore, che non ha elementi solidi per capire quanto sta accadendo, lasciando a tratti le porte aperte anche al soprannaturale, fino al twist finale, comunque prevedibile per lo spettatore più scafato.

Nella sua semplicità questa pellicola è stata costruita con mestiere attorno al personaggio di Julia, ottimamente interpretata dalla splendida Maika Monroe, che ha reso con grande efficacia il travaglio di una giovane donna ben determinata a affrontare un ambiente ostile, anche per amore di suo marito. E a volte nonostante suo marito, troppo assorbito dal suo lavoro e dal suo ruolo.

Un film che non offre niente di veramente originale (obiettivo ormai mitologico), ma che è stato realizzato con cura, girato prevalentemente in interni, utilizzando una manciata di attori, senza particolari effetti speciali, ma che riesce a trattenere l’attenzione dello spettatore sulle vicende vissute dalla giovane Julia.

Insomma un onesto thriller per l’esordio alla regia per Chloe Okuno, che tuttavia deve molto, forse anche troppo, alla bravura di Maike Monroe.

Alessandro Marotta

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