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XXIV edizione di TOVAGLIA A QUADRI, evento teatrale che si svolge, dal 1996, ad Anghiari, in provincia di Arezzo, dal 10 al 19 agosto.

XXIV edizione di TOVAGLIA A QUADRI, evento teatrale che si svolge, dal 1996, ad Anghiari, in provincia di Arezzo, dal 10 al 19 agosto.

Inizia sabato 10 agosto la ventiquattresima edizione di Tovaglia a Quadri, evento fortemente identitario dove si mescolano teatro, buon cibo e vita quotidiana, una formula antica almeno quanto le mura della splendida Anghiari.

Tovaglia a Quadri, evento teatrale che si svolge dal 1996 fra le mura medievali di Anghiari, in provincia di Arezzo, definito dai suoi autori “cena toscana con una storia da raccontare in quattro portate” arriva quest’anno alla sua ventiquattresima edizione. Frutto della coproduzione fra la compagnia del Teatro di Anghiari come responsabile della parte artistica, e l’Associazione Pro Anghiari, responsabile della parte organizzativa, la manifestazione, che raccoglie ogni anno oltre 1000 spettatori provenienti da tutto il territorio nazionale, si svolge con il patrocinio del Comune di Anghiari (Ar) e della Rete Teatrale Aretina, con il sostegno della Regione Toscana e di numerosi sponsor locali.

Lo spettacolo, Viadotta, che avrà luogo da sabato 10 a lunedì 19 agosto, alle ore 20,15, scritto come sempre dal direttore artistico del Teatro di Anghiari Andrea Merendelli e da Paolo Pennacchini, porta in scena come di consueto una storia centrata su problematiche del nuovo millennio che si fondono con le vecchie tradizioni del paese. Le storie narrate negli spettacoli sono infatti frutto di un continuativo lavoro di ricerca d’archivio, unito alle testimonianze degli abitanti del posto, legate alla memoria di Anghiari, ai racconti dei nonni. Vicende di vecchia data che gli autori restituiscono alla collettività con un sapiente lavoro di ricerca, antiche passioni sopite, vicende più o meno note ma anche personaggi dimenticati tornano a vivere grazie alle interpretazioni degli attori locali che si fanno cantori delle loro stesse radici. I personaggi tipici del paese abitano gli amarcord che si intrecciano con il presente e con le vite, solo apparentemente quiete, dei protagonisti. Il tutto condito dagli stornelli toscani che risuonano dalla fisarmonica e dalle voci degli stessi attori in mezzo ai vicoli di Anghiari mentre, tra una scena e l’altra, il pubblico si gode la prelibatezza dei piatti e del vino rosso.

È questa tematica della memoria civile della collettività una delle caratteristiche salienti della manifestazione, che dal 1996 ci ha parlato e portato dentro piccole grandi storie che vanno dalle miniere etrusche a Leonardo, dal brigantaggio alle deportazioni nazifasciste, dall’emigrazione in Argentina alla svendita dell’acqua pubblica, dagli artigiani alla crisi della sanità fino ad arrivare alla crisi occupazionale della Buitoni, partendo dal locale fino ad arrivare al nazionale. Storie antiche o temi di potente attualità, come afferma Gianfranco CapittaGradualmente, con lo scorrere degli anni e delle portate, si è passati dal racconto dei fasti di una celebre cortigiana locale approdata in Vaticano (l’Anghiarina, appunto), al problema degli immigrati che qui sono molti e rendono possibili le grandi coltivazioni di tabacco pregiato”. La carica civile non viene mai meno in questi temi brucianti, che a tavola sono divenuti patrimonio comune, raccontati con l’umorismo toscano che rende “accettabili” le realtà raccontate, tutte pienamente documentate, in un vero e proprio teatro della memoria collettiva in cui la piazza del paese diviene una “zona franca” dove la memoria può essere (o non essere) condivisa da tutti. Le prime tredici sceneggiature sono state raccolte, nel volume Tovaglia a Quadri, tutte le storie, pubblicato nel 2009 con prefazione del critico teatrale Gianfranco Capitta.

In quest’ottica, dopo il successo di “Ci amazzon” del 2018, amara riflessione sulle regole del mercato globale e sulle disastrose ricadute nelle economie locali, quest’anno si racconteranno storie di uomini e animali, lungo le antiche vie che fin dagli etruschi erano percorse dalle popolazioni rurali per “transumare” verso il mare.

Palcoscenico deputato è la piazzetta del Poggiolino, luogo denso di significati per i suoi abitanti, una piazzetta lunga e stretta che si trova nel cuore del borgo. Paese della alta Val Tiberina, adagiato tra Toscana, Umbria e Marche, Anghiari è noto ai più per l’ affresco perduto di Leonardo da Vinci, giunto a noi tramite i disegni di Rubens (conservati al Louvre) che raffigurava l’omonima battaglia, che avvenne il 29 giugno 1440 nella piana antistante la parte più antica della città, il Poggiolino, appunto.

Novità nel menù della cena e novità nel cast degli attori. Oltre ai consueti piatti tipici del luogo (crostini, bringoli, bocconcini di Chianina, cantucci, vino rosso e vin santo del contadino), quest’anno ci sono novità nel menù e nel cast degli attori. Il pubblico, seduto davanti alle tavole apparecchiate con le famose tovaglie a quadri della storica manifattura anghiarese, assisterà allo spettacolo messo in scena dagli attori-abitanti, affacciati a porte e finestre che danno sulla Piazzetta. Sono gli stessi cittadini, non dunque attori professionisti, a recitare tra i commensali della lunga tavolata. A scandire la performance, gli intermezzi musicali che rappresentano una sospensione del racconto e accompagnano le portate servite agli spettatori dagli stessi attori, deputati al ruolo di camerieri, sia nella finzione che nella realtà. Le materie prime che compongono il menù sono tutti a “chilometro 0”, per una spesa sostenibile ed ecocompatibile.

Il teatro, il buon cibo e la vita quotidiana, una formula antica almeno quanto le mura di questo splendido borgo toscano. È questo il significato profondo della Tovaglia a Quadri: il rovesciamento degli stereotipi vernacolari da intrattenimento, e da ultimo un rito collettivo, dove si mangia, si canta, si ride e si digerisce, a volte male, una realtà locale con specchi e riferimenti a rapporti e relazioni universali. Il tutto senza mai rinunciare a sceneggiature che attingono ad un grande patrimonio di battute e di originale comicità toscana, che gli spettatori affezionati sanno ormai a memoria e che vantano numerosi tentativi d’imitazione.

Drammaturgie che hanno il grande merito di rievocare memorie vicine e lontane, piccole storie di paese che guardano sempre “all’universale”: Un TIR carico di pecore non può transitare sull’ardito ponte di cemento: via nuova, fragile e ignorante. Uomini e animali guardano sotto, cercando i segni di zoccoli e scarponi. Transiti etruschi, romani e medievali: vie robuste e colte. Dai monti dell’Appenino toscano, strade di andata e ritorno verso la Maremma. Strade dissestate, buche un tempo nella polvere, fori oggi di catrame. A Caponero, vecchio stradino di Anghiari, bastava un semplice badile per ripristinare il traffico. Se si perde la via, si rischia di sbagliare strada e si fanno danni, come quelli imputati a una  bestia ibrida che si aggira ansimante sotto le nostre Mura…colpa del clima impazzito?”

L’evento è realizzato con il contributo della Regione Toscana e del Comune di Anghiari.

Sostengono l’iniziativa: Biokyma, Busatti, Estra Energie, Coingas, Vimer, Amedei, Gruppo alimentare Valtiberino, Ecosanit, Verretta, OpenCom, Strada dei Sapori,

La cena è a cura di Donna Eleonora, l’origine dei prodotti agricoli del menù è garantita da Strada dei Sapori e Slow Food Valtiberina

INFO E COSTI:

Ingresso 45,00 euro

Prevendita e info: da mercoledì 1 Agosto presso l’ufficio turistico Pro Anghiari in orario 10 -12 e 17 – 18.30.

Corso Matteotti 103 – Tel. 0575.749279

Email: [email protected]

“Una sera di piazza e di teatro (teatro in piazza, ma in una piazza che già di suo è un teatro), cena all’aperto servita e “recitata” da una compagnia tutta indigena che si chiama “Tovaglia a quadri” e lavora da vent’anni coinvolgendo mezzo paese. La signora che si affaccia alla finestra e dice la sua sarà un’attrice o una vera abitante del borgo? Non ha importanza, è entrambe le cose, un popolo di commedianti rinnova per un centinaio di felici e fortunati commensali la propria tradizione millenaria, c’è un tocco di Fescennini, molta commedia dell’arte ma il testo (scritto da Andrea Merendelli, anche regista, e Paolo Pennacchini) è modernissimo, veloce e spiritoso, parla proprio di Anghiari e della sua gente. Facce fantastiche degli attori, magnifiche case povere che il tempo ha reso nobilissime, cibo eccellente e robusto, vino buono, ci sono momenti in cui l’Italia sembra un miracolo, e gli italiani un popolo invincibile. Si sa che poi non è così, almeno non del tutto. Ma ci si domanda, in sere come quella, come è possibile che tanta bellezza e tanta intelligenza, stratificate nei secoli, non ci abbiano reso immuni da qualunque debolezza, qualunque disgrazia” Michele Serra – Repubblica – 18 agosto 2015

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