Atipico, ma anche anomalo oppure pazzoide, tanti sono gli aggettivi che si potrebbero utilizzare per descrivere l’edizione del Rally di Svezia appena conclusa. Atipico per la quasi totale mancanza di neve in una regione che a metà febrraio dovrebbe regalare paesaggi fiabeschi di boschi ammantati da una coltre bianca e che causa la mancanza dell’elemento caratterizante la gara scandinava ha visto quasi dimezzarsi già prima del via il chilometraggio totale per poi assotigliarsi ulteriormente in corso d’opera; anomalo per la norma che ha imposto comunque l’utilizzo di gomme chiodate pur in assenza quasi totale di neve con il risultato che i chiodi si distruggessero nei primi chilometri di sterrato con le conseguenti difficoltà per i piloti di governare le vetture quando poi si trovavano nei tratti ghiacciati o parzialmente innevati; pazzoide per il risultato finale che ha visto trionfare il britannico Elfyn Evans, vera sorpresa di questa stagione, dopo una gara condotta tutta all’attacco con la Toyota Yaris Wrc e che ha visto anche l’exploit del giovanissimo figlio d’arte Kalle Rovanperä con la sua prima vittoria in Power Stage ed il terzo posto finale.
A onor del vero Evans negli anni scorsi aveva già fatto vedere delle buone cose alla guida della Ford Fiesta Wrc della M-Sport di Malcolm Wilson ma il passaggio quest’anno in Toyota sembra avergli dato quella sicurezza che ancora non gli aveva permesso di cogliere un risultato prestigioso come questo. Da rilevare che pure al Monte-Carlo il ragazzotto britannico si era comportato egregiamente arrivando vicinissimo alla vittoria poi sfumata per la furiosa rimonta di Thierry Neuville nell’ultima tappa della gara monegasca.
Anche il “pischello” Kalle Rovanperä ha stupito per la sua condotta di gara, sempre velocissimo e determinato a dispetto della sua giovane età (19 anni) e senza alcun timore reverenziale nei confronti dei big del mondiale, il ragazzino ha fatto il capolavoro in Svezia aggiudicandosi la Power Stage davanti a Thierry Neuville, Ott Tanak e Sebastien Ogier, dei veri mostri sacri del rally che ora dovranno guardare attentamente gli specchietti retrovisori delle loro vetture per l’incalzare di questa promessa delle corse su strada.
E a proposito di Neuville, Tanak e Ogier vediamo come è andato il loro Rally di Svezia: Ott Tanak ha chiuso al secondo posto della classifica generale con la sua Hyundai i20 Coupè Wrc, un risultato che comunque lo rinfranca dopo lo spaventoso volo patito al Monte-Carlo; Tanak in Svezia ha anche fatto registrare la velocità media in prova più alta con ben 137 km/h nella SS 12 quando il limite imposto dalla Federazione è di 130 km/h, questo per la mancanza di neve che se fosse stata presente come il periodo prevede avrebbe contribuito a mantenere le velocità entro i limiti previsti, gli organizzatori sono così stati costretti ad annullare la prova incriminata per il superamento della media oraria.
Sebastien Ogier ha condotto una gara regolare senza però mai riuscire ad emergere, forse i terreni scandinavi non sono il suo forte ma considerando lo score di tre vittorie in Svezia potrebbe aver invece patito la mancanza di feeling con la Toyota Yaris Wrc che guida solo da questa stagione e che ha portato infine al quarto posto della classifica generale.
Discorso diverso per Thierry Neuville, la vettura la conosce bene ma non è mai stato in grado di tenere il passo dei primi se non nel finale di gara quando si è aggiudicato la penultima prova e si è piazzato secondo nella Power Stage classificandosi infine al sesto posto nella generale, un risultato al di sotto delle aspettative ma che potrà comunque tornare utile in ottica campionato.
Ottimo il quinto posto di Esapekka Lappi che ha confermato le sue doti velocistiche ma soprattutto funamboliche, primo fra i piloti Ford ha divertito il pubblico con le sue acrobazioe al volante portando punti preziosi alla squadra.
E i nostri connazionali? Vorremmo soffermarci un attimo sulle prestazioni degli italiani in gara che purtroppo ritornano a casa, ovviamente con i dovuti distinguo, con un bilancio sicuramente negativo. Andolfi è uscito di scena nella SS5, mentre Pollara, Oldrati e Ciuffi – anche a causa di problemi diversi, primo fra tutti la mancanza di test su questo fondo specifico – non sono mai riusciti a dimostrare tutto il loro potenziale ed hanno dovuto accontentarsi degli ultimi posti della classifica generale; i nostri connazionali pagano dazio nei confronti dei piloti del resto dell’Europa vuoi per mancanza di programmazione ma anche perchè in Italia sono ancora troppo poche le gare su terra dove farsi le ossa e perchè manca la consapevolezza delle difficoltà che i nostri piloti incontrano nei confronti con i loro omologhi esteri ma soprattutto pare non ci sia alba della direzione da intraprendere per dare nuovamente lustro alla nostra nazione nel campionato del mondo più bello che ci sia per gli appassionati di questo sport.
Servizio e foto di repertorio: Dario Furlan