venerdì , 22 Novembre 2024
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IL VENTAGLIO di Carlo Goldoni TEATRO G. da UDINE

Lunedì sera ,sono pronta per il teato, curiosa di assistere ad una commedia di Carlo Goldoni adattata per il terzo millennio. Commedia veneziana del ‘700, attendo “messere e nobildonne” oppure baruffe popolane simpatiche, ma un po’ antiche, staremo a vedere. Un allestimento scenico piuttosto originale: una dozzina di sedie in plastica rossa e un grande pannello-lavagna dove campeggia la scritta “AMORE”. Ho letto male? Goldoni stasera? Rileggo la brochure, non mi sono sbagliata. Si abbassano le luci, c’è un Cupido in giacca nera, ali bianche e snakers rosse ai piedi e la mia curiosità sale mano a mano che l’allegria e l’energia di tutti i personaggi cala sul palcoscenico. Due belle ore di intrighi amorosi, ridicole manie quotidiane, gelosie e ripicche che ruotano con leggerezza intorno a quel ventaglio che, passando di mano in mano agli interpreti, tesse un divertente groviglio di cuori, sentimenti e personaggi molto caratteristici.

Il bello non è solo nella trama, ma nella grande creatività della regia, una vera ispirazione di genio: perché tutti i 12 bravissimi attori sono agghindati come potrebbero essere un qualsiasi oste odierno (tatuaggi canotta e bandana), una giovane colf (shorts in jeans,calze fucsia e t-shirt) o un calzolaio in salopette e maglietta rasta. Le belle dame in scena? Naturalmente leopardate o con grandi occhialoni da diva. Tutti si muovono e agiscono sul palco come fossero nel 2012 ma recitano con la cadenza goldoniana del millesettecento. Su tutto aleggia il famoso Amore-Cupido che agita gli animi e i cuori con il famoso ventaglio che non è più il tradizionale oggetto (lampo di genio!) ma un attualissimo mini-ventilatore a pile ad uso teen-ager o accaldate anziane signore in spiaggia. Allegre e veramente originali tantissime altre trovate che sottolineano la storia con oggetti e atteggiamenti modernissimi e con lo scrivere a pennarello,sul mega-lavagnone sul fondale, le frasi o i soggetti su cui fermare l’attenzione del pubblico. Di sicuro tutti in sala eravamo catturati da questa veloce e intricata vicenda che entrava e usciva dalla scrittura originale all’intensità dell’interpretazione moderna e arrivava diretta al cuore degli spettatori, perché il caro e buon vecchio Goldoni ha ancora qualcosa da raccontarci sull’amore che, a saperlo guardare bene, anche oggi è sempre uno dei grandi Motori dell’Universo. BRAVI tutti, belle idee, grande emozione; lo proporrei in tutte le scuole (dove magari qualcuno pensa ancora “…che barba il teatro….”).Pensateci e pensatemi.

Al.Ga.

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