Questa piacevole commedia è basata su un incredibile fatto realmente accaduto negli anni Sessanta in Italia: l’ingegnere meccanico Giorgio Rosa costruisce una piattaforma di acciaio al largo di Rimini, 500 metri al di fuori delle acque territoriali. Il 1 maggio 1968 l’isola artificiale si dichiara Stato indipendente.
La nuova Nazione adotta una propria moneta, il Mill, e l’esperanto come lingua ufficiale, per rimarcare la diversità dallo Stato italiano e la sua vocazione internazionale, in linea con lo spirito contestatore del Sessantotto. La piccola piattaforma, di solo 400 metri quadrati di superficie, diventa ben presto una meta turistica ambita, e, sotto l’occhio perplesso delle autorità italiane, imbarcazioni vanno e vengono continuamente dalla neoproclamata Repubblica.
Il Governo italiano reagisce però duramente: 55 giorni dopo la dichiarazione di indipendenza, il 25 giugno 1968, la piattaforma viene occupata, senza spargimento di sangue, da Carabinieri, agenti della DIGOS e della guardia di Finanza, con una operazione al limite del diritto internazionale.
Nonostante i vari ricorsi tentati da Giorgio Rosa, l’isola artificiale viene minata dagli incursori della Marina Militare Italiana, che tuttavia resiste incredibilmente alle detonazioni delle cariche esplosive, piazzate una prima volta l’11 febbraio e una seconda il 13 dello stesso mese. Sarà una burrasca, alla fine, a fare inabissare definitivamente la struttura il 26 febbraio 1969.
Una storia dimenticata che parla dell’eterna contrapposizione tra le regole della società e la creatività degli individui
Diciamolo subito: questa storia acchiappa. Perché alla sua base c’è un’idea molto potente: la lotta dell’individuo contro le regole della società, per realizzare i suoi sogni, le sue utopie, e dare libero sfogo alla propria creatività. In pieno spirito sessantottino, del quale il film ci fa vedere una versione patinata e indolore.
Inoltre questa pellicola ha l’indubbio merito di fare ricordare un evento della storia della Repubblica Italiana che era stata completamente dimenticata, e che fa riflettere su quanta acqua è passata sotto i ponti da allora. Negli anni Sessanta c’era ancora la Guerra Fredda, e una delle preoccupazioni del Governo di allora era che l’autoproclamata Repubblica dell’Isola delle Rose potesse finire sotto l’influenza del nemico oltre la Cortina di Ferro, se non dell’Albania di Enver Hoxha, al tempo già uscito dal Patto di Varsavia.
Questi aspetti sono solo accennati nel film, ma guardare la pellicola può essere uno stimolo per rispolverare questi aspetti della nostra storia ormai finiti nel dimenticatoio. Certo, gli accadimenti sono ampiamente romanzati, tanto che nel film l’assalto all’Isola delle Rose viene lanciato dall’incrociatore lanciamissili Andrea Doria, fiore all’occhiello della Militare Italiana del tempo, mentre nella realtà i militari arrivarono su una decina di pilotine. Ma questo film è una commedia, non un documentario storico, e quindi questo fatto è ampiamente accettabile.
L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose: una godibile commedia senza troppe pretese
Il protagonista del film, l‘ingegnere Giorgio Rosa (Emilio Germano), è un sognatore e un genio incompreso, che si trova a lottare contro il muro di gomma delle istituzioni italiane per potere applicare nella pratica le proprie idee innovative, e viene anche lasciato dalla fidanzata Gabriella (Matilda De Angelis), che gli preferisce un partito più stabile e in linea con le aspettative sociali.
L’idea dell’isola gli viene ispirata da un cartellone pubblicitario, per guardare il quale si distrae e provoca un incidente nell’autodromo di Imola, che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose. Ovviamente nella finzione cinematografica tutto finisce con una spettacolare esplosione e qualche livido, in linea con l’atmosfera leggera del film.
Il Capo del Governo italiano del tempo è Giovanni Leone (un irriconoscibile Luca Zingaretti), con al suo fianco il Ministro dell’interno Franco Restivo (Fabrizio Bentivoglio). Nel film questi due personaggi storici diventano delle improbabili macchiette, creando un clima surreale e dissacratorio, probabilmente strizzando l’occhio a quello che si respira ne Il Dottor Stranamore di Kubrik.
Alla feroce ironia sull’autorità costituita si affianca – ovviamente – la ritrovata passione tra Gabriella e Giorgio. L’ingegnere sognatore recupererà il suo amore, ma perderà la sua isola, sotto il grandinare delle cannonate dell’incrociatore da battaglia Andrea Doria.
Questo film insomma è una piacevole commedia, con una venatura romantica, ma approfondisce poco, restituendo una immagine palesemente posticcia e didascalica del tempo e degli accadimenti narrati. Molto bella la colonna sonora, purtroppo i personaggi sono scarsamente caratterizzati, specie quelli secondari, che appaiono alle volte piatti e scontati.
Nel complesso L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose è un film che si fa comunque vedere volentieri, se non si hanno molte pretese e se desiderano solo due ore di sano relax.
Alessandro Marotta