Commedia teatrale basata sullo schema delle porte, già utilizzato da Ray Cooney per il già grande successo “Se devi dire una bugia dilla grossa”, il prequel. Al teatro Orazio Bobbio, con la regia di Gianluca Guidi, la commedia in scena dall’11 gennaioha riscosso una splendida accoglienza da parte del pubblico.
La rappresentazione, interpretata dalla compagnia “Artù” (formata da Antonio Catania,, Gianluca Ramazzotti,Miriam Mesturino,Nini Salerno, Licinia Lentini, con la partecipazione di Raffaele Pisu) andrà in scena fino al 20 gennaio prossimoè apparsa ben amalgamata ed ha generato un irresistibile effetto comico fra gli spettatori.
L’intreccio di questa brillante commedia è basato su una serie di menzogne sovrapposte ed intrecciate, come già avveniva nella prima commedia, ma stavolta ordite per celare la tresca amorosa tra il ministro Riccardo De Mitri e la segretaria del leader dell’ opposizione Susanna Rolandi. Le bugie si susseguono in modo scabroso perchè il misfatto rischia d’essere svelato, a causa del rinvenimento da parte dei due amanti di un misterioso cadavere accasciato sul ciglio della finestra della suite 748 dell’ “Hotel Palace”, nella quale si apprestano a passare la notte, non curanti degli impegni governativi.
La trama, scandita dalla finestra-ghigliottina (causa della morte del cadavere e di molte altri inconvenienti) e dall’aprirsi e chiudersi delle tre porte giunge così a paradossali ed esasperate situazioni. Gli intrecci che si susseguono rendono la storia surreale ed ironica ma umoristicamente molto verosimile.Un cammeo particolare per la sua presenza in scena, sempre opportuna e con i tempi giusti va segnalato per la partecipazione del longevo Raffaele Pisu che quasi novantenne calca la scena con gran piglio e con tempi giusti. Possiamo anche segnalare l’apprezzata e molto applaudita rappresentazione dell’ ottimo Antonio Catania nei panni del ministro Di Mitri ed una segnalazione particolare per il grande Gianluca Ramazzotti nel ruolo di portaborse un po impacciato del ministro ma gran furbone per tirar fuori il ministro della sue inventate bugie. Belle le scene di Alessandro Chiti aiutato dalle luci di Stefano Lattavo. L’opera, originariamente nota in Regno Unito come “Out of Order”(“Fuori Servizio”) ha vinto nel 1991 il prestigioso premio inglese “Laurence Olivier Award”, come migliore commedia dell’ anno, oltre che di avere goduto di un grande successo(ndr altro dubbio) internazionale, come in Francia o in Spagna (rispettivamente conosciuta come “Panique au Plazza” e “Politicamente Incorrecto”) Ovviamente le bugie vengono da tutti i personaggi suffragate perchè ognuno ha dei segreti scomodi da celare, o forse non dimostrando il massimo dell’onestà, preferiscono fare finta che nulla sia accaduto veramente. In complesso una riuscita messinscena e un gran sequel di battute che stimolano l’ilarità degli spettatori durante tutto lo spettacolo: senz’altro da raccomandarne la visione per un paio di ore di sana e genuina comicità.