La stagione teatrale ERT Friuli Venezia Giulia ha messo in scena ieri sera a Colugna, in un affollato Teatro Bon, una storia di uomini, ghiacci, avventura: Antarica, la storia del capitano Shackleton e della sua spedizione alla conquista del Polo Sud.
Una storia forse un po’ dimenticata quella di Shackleton rispetto a quelle di altri esploratori come il più famoso Amundsen: circa un secolo fa, nel 1914, il Regno Unito sovvenziona la Spedizione Imperiale Trans Antartica. Il programma è raggiungere il Polo Sud, attraversarlo con le slitte trainate da cani e tornare a casa con la nave Aurora che attende dall’altra parte del continente. La nave che parte si chiama Endurance, resistenza, comandata da Sir Ernest Henry Shackleton un capitano di lungo corso animato da una incolmabile fame di curiosità per la conoscenza. L’Endurance non arriverà mai a destinazione in quanto verrà schiacciata dai ghiacci ed affonderà. Tutti gli uomini, grazie all’abilità del Capitano si salveranno.
Silvia Elena Montagnini in un monologo di poco più di un’ora, con la regia di Bobo Nigrone, racconta la fierezza del capitano, la sua inventiva e la sua insaziabile voglia di scoprire, di conoscere attraverso il suo viaggio tra i ghiacci. Così le parole, senza essere soffocate da scenografie ingombranti (l’attrice si muove su un palco vuoto fatta eccezione di un telo bianco) permettono allo spettatore di calarsi nel viaggio e vivere l’avventura del Capitano e dei suoi uomini. Sembra quasi di sentirla addosso quell’acqua salata e fredda che taglia la pelle, di ascoltare il silenzio assordante della nave che si muove tra i ghiacci e di vedere quel buio assoluto che attanaglia gli uomini per tre mesi durante l’estate boreale.
Poi anche le parole tacciono per lasciare spazio a un breve filmato originale dell’epoca dove le immagini e le sensazioni che lo spettatore ha creato nella sua mente durante la narrazione prendono vita e si fondono e si confondono con ciò che si vede proiettato sul telo bianco. Ecco i volti degli eroi di un secolo fa. Ma cosa fa diventare un uomo un eroe si chiede l’attrice durante lo spettacolo e la domanda viene rimbalzata anche agli spettatori. Il Capitano Shackleton sembra aver fatto suo l’insegnamento di Dante: “..fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Suggerimento più che mai utile in un periodo in cui di certo non si diventa eroi per virtù e conoscenza.
Maria Teresa Ruotolo