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OMAGGIO A BRUNA SIBILLE-SIZIA A “DIALOGHI IN BIBLIOTECA”

Mercoledì 27 febbraio alle 18 nella sala Corgnali della Joppi

È rimasta una scrittrice quasi sconosciuta, eppure ha saputo strappare elogi importanti da intellettuali quali Pier Paolo Pasolini e Diego Valeri. A quasi 53 anni dalla prima edizione di “Avinis, paese senza peccato”, mercoledì 27 febbraio alle 18 nella sala Corgnali, in Riva Bartolini, il ciclo di incontri “Dialoghi in Biblioteca” dedica un appuntamento, organizzato dalla biblioteca civica “V. Joppi” e dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con la commissione Pari Opportunità, alla figura di Bruna Sibille-Sizia. La presentazione sarà affidata a Mariolina Meiorin con letture a cura di Federica Vincenti.  La prima edizione di “Avinis, paese senza peccato”, edito a San Daniele da Libraria”, porta la data del 25 aprile 1960. Per più di mezzo secolo, quindi, il romanzo di Bruna Sibille-Sizia non è mai stato riproposto. Di libri come questo, che vuole essere un monito, un’esortazione alla memoria, c’è un gran bisogno: come avvertiva Tito Maniacco “strane amnesie, insidiosi revisionismi adombrano la storia della Resistenza”. Necessaria la nuova edizione, nei confronti di una scrittrice  misconosciuta che, pur essendo stata salutata, esordiente ventenne, da Diego Valeri come narratrice “straordinaria” e da Pier Paolo Pasolini come “una delle poche voci valide del Friuli”, non approdò mai all’editoria nazionale né ebbe l’accoglienza che meritava almeno in ambito regionale.  Avinis, paese senza peccato, è un romanzo che racconta sì di fatti reali e del vissuto stesso dell’autrice, ma attraverso l’occultamento di riferimenti precisi a luoghi, persone, avvenimenti, con un effetto di estensione all’intera esperienza resistenziale friulana. Avinis (toponimo fantastico ricavato probabilmente da quello di Avasinis, il paese in cui i tedeschi perpetrarono la strage del 5 maggio 1945) è ciascuno dei paesi che subirono il martirio degli eccidi e degli incendi nazifascisti, e la sua piccola eroica comunità è l’archetipo delle tante coinvolte nella lotta partigiana.

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