Mentre la Chiesa, dopo le dimissioni di papa Ratzinger, è riuscita a rimpiazzare celermente (e sembrerebbe anche egregiamente) l’uscente vescovo di Roma, e mentre Bersani seguita a mostrare il suo amore per la storia, ispirandosi direttamente alla figura di Quinto Fabio Massimo (detto “Cunctator”, in italiano “il temporeggiatore”, che si portò a spasso Annibale per il sud Italia senza fare nulla di concreto), si avvicinano a grandi passi le elezioni del dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Ruolo, questo, estremamente delicato, specie nella situazione politica attuale, che ha visto investiti della carica nomi più o meno illustri. In uscita, Giorgio Napolitano (ex GUF, ex PCI, ex DS), che ha fronteggiato in maniera eccelsa la crisi, formando in maniera totalmente anticostituzionale il governo Monti. Ma chi sono i nomi dei più probabili successori dell’attuale Presidente? La discussione infiamma gli animi dei politici: tuoni e fulmini dal PDL che vorrebbe un “moderato” al Quirinale, o almeno un presidente super partes, con conseguente ulteriore impantanamento del povero Bersani, che già non ha idea di come comporre un governo e ora deve mettersi anche a pensare ad un candidato che accontenti Berlusconi e i suoi scherani. In compenso nel resto del PD è guerra aperta. Vi sono diversi nomi che sciamano intorno alla figura del prossimo Presidente. I più clamorosi sono quelli di Franco Marini, escluso dal Senato alle ultime elezioni e ora, per uno strano scherzo del destino, tornato in auge fra i possibili successori di Napolitano, e quello di Romano Prodi, riguardo il quale risulta pleonastico fare un qualsiasi commento e la cui candidatura gode del completo appoggio di Rosy Bindi (forse anche di Matteo Renzi). Altro nome fin troppo conosciuto è quello di Giuliano Amato, eletto presidente del consiglio per la prima volta nel 1992 e che compì la straordinaria impresa di sanare i conti pubblici dopo che i governi precedenti avevano lasciato il paese sul lastrico, varando una manovra da 93.000 miliardi di lire. Fra le vecchie conoscenze vi è anche Emma Bonino, mentre fra le new entry spicca Anna Finocchiaro, ex capogruppo PD al Senato (quella che definisce Renzi “un miserabile”perché ha commentato le immagini di lei che fa spese all’Ikea aiutata dagli uomini della scorta). Stefano Fassina, sempre del PD, è forse l’unico del suo partito a considerare plausibile la candidatura di un Presidente della Repubblica che accontenti un po’ tutti. Nel versante Grillo, il dottor Casaleggio vorrebbe un presidente super partes non politico che rappresenti tutti gli italiani, e nel frattempo i seguaci del M5S seguitano a votare sul web le loro “quirinarie”. Fra i loro candidati alle primarie, oltre ai già menzionati Bonino e Prodi, vi sono i magistrati Caselli, Imposimato e Zagrebelsky, il fondatore di Emergency Gino Strada, il premio Nobel Dario Fo, Milena Gabanelli e l’economista Stefano Rodotà. Risulta anche il nome dello stesso Grillo, che però avendo alcuni problemucci con la giustizia si è autoescluso dalla corsa alla candidatura. Certo è che vedere il nome di due vecchie conoscenze come Prodi e la Bonino fra i candidati del Movimento grillino, nato sotto lo stendardo dell’antipolitica, ha il vago retrogusto di presa in giro.
Qualche voce solinga nel buia notte della nostra politica aveva anche ipotizzato la figura di Mario Monti, ma pare (e si spera) che la proposta sia morta lì. Stesso discorso per Massimo d’Alema, che forse non accontenterebbe proprio nessuno.
Ricapitolando, e tanto per portare una ventata di novità lungo lo “stivale”, in attesa che i nostri politici si mettano d’accordo fra di loro, il popolo rimane a guardare, mentre la spada di Damocle della crisi continua a pendere tragicamente sopra la sua testa. La speranza è che l’elezione del prossimo Capo dello Stato segua il naturale principio della selezione naturale, dove il vincitore non è sempre il più forte, bensì il più adatto. In questo caso, una persona adatta a gestire la crisi economica e politica, che ci possa accompagnare ad una nuova ripresa economica e ad un nuovo benessere.
Simone Callegaro